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Channel: Il mondo di Rina
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" Pitta avanti furnu " , un pane dal sapore antico.

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 E' un prodotto antichissimo, dalla forma di ciambella schiacciata con un buco centrale.
Quando  si faceva il pane nel forno a legna, le massaie dopo aver infornato tutti i pani con grande maestria, davanti alla bocca del forno mettevano delle pagnotte stese ed allargate con le mani affinchè non gonfiassero tanto e cuocessero subito. Da ciò è nato il detto " pari na pitta  avanti furnu" per indicare una persona che sta sempre davanti a tutti quando c'è da vedere qualcosa e naturalmente intralcia gli altri.
 La pitta una volta sfornata, veniva spezzata con le mani, partendo dal buco centrale, per essere certi che la  pasta era ben lievitata o " cresciuta", come si dice dalle mie parti. Alcune volte le pitte venivano tagliate a metà e rimesse in forno per diventare frese oppure venivano mangiate imbottite con ciò che si aveva in casa o semplicemente condite con olio, origano e peperoncino piccante.
La pitta è un pane molto antico: gli egiziani e i babilonesi mangiavano una schiacciata condita con erbe aromatiche; gli antichi greci usavano la pitta come piatto ( chiamate mense ) su cui deporre i cibi a tavola e quando la fame era tanta mangiavano anche quelle , così come ci descrive Virgilio  nell'Eneide al libro Settimo:" Altro per avventura allora non v'era di che cibarsi. Onde, finiti i cibi, volsero per fame a quei lor deschi i denti".
Anche se originariamente e comunemente la pitta è una focaccia salata, in alcune regioni meridionali diventa un dolce nuziale, come conferma un contratto di nozze del 1728 :" ... a far la bocca dolce ai commensali penserà la famiglia dello sposo, che a fine pranzo dovrà affaire la pitta 'pigliata preparata anzitempo curando che la pitta sia di finezza giusta".
E  un sonetto napoletano del 1646 recitava così: " O bella, bella de le maiorane fammi la pitta quando fai lo pane" ( notizie tratte dal web ).
La pitta resiste ancora oggi, è un'ottima alternativa al pane e più o meno farcita va bene per colazione, merenda, cena e sicuramente per un pranzo fuori porta. 
La ricetta della pitta non è altro che quella del pane, io la preferisco con un impasto fatto unicamente con farina di grano duro, il bel colore dorato che prende durante la cottura mi dà una sensazione di calore e mi ricorda il nostro bel sole che in questi giorni sta facendo il birichino.
Ingredienti
500 gr di farina di grano duro
metà cubetto di lievito di birra
50 ml di olio
un cucchiaino di sale
300 ml di acqua (quanta ne prende la farina)
Preparazione
Setacciate la farina sulla spianatoia, fate un buco nel centro, mettete il lievito sbriciolato e versate l'acqua poco alla volta. Iniziate ad impastare e aggiungete il sale e l'olio. Lavorate l'impasto, poi formate una palla, incidetevi sopra un segno di croce con un coltello e mettete a lievitare.
Trascorso il tempo di lievitazione, prendere l'impasto e con l'aiuto di un dito, iniziate a praticare un buco al centro, allargandolo sempre di più.



 Poi con l'aiuto di tutte e due le mani trasportate la pitta su una tortiera ricoperta di carta forno e fate lievitare per altri 30 minuti. Prima di infornarla con le mani unte d'olio schiacciatela in modo che non gonfi troppo durante la cottura. Infornate in forno già caldo a 200° per 30 minuti circa. Appena uscita dal forno fatela intiepidire coprendola con uno strofinaccio.




Con questa dose ho preparato due pitte: una l'ho farcita con peperoni fritti ( qui ); 



l'altra l'ho schiacciata maggiormente e una volta sfornata l'ho tagliata in due parti e rimessa in forno per 20 minuti sempre a 200°. In questo modo si ottengono le " frese ": prima di farcirle si bagnano con l'acqua e si fanno asciugare in un canovaccio. 


Questa fresa è "conzata" con melanzane grigliate e un'insalata di pomodori e cipolle, infine del tonno sbriciolato, un filo d'olio evo e una spolverata di origano fresco.  Certamente  gli ingredienti variano a nostro gusto e disponibilità. In tutti i casi la fresa " conzata" rappresenta il piatto estivo   che rappresenta al meglio la dieta mediterranea.


Con questa pitta partecipo alla raccolta di Panissimo, evento creato da Barbara e Sandra e ospitata questo mese da Sandra.



Insalata di peperoni, acciughe e cipollotti

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Oggi vi propongo una semplicissima ricetta per realizzare i peperoni arrostiti. Con l'inizio del caldo ( speriamo ) inizia a mancare la voglia di preparare piatti troppo elaborati ed è per questo motivo che stamattina ho preparato questo gustoso e fresco antipasto che può diventare un piatto completo se accompagnato da un buon formaggio e del pane rustico oltre che da un ottimo olio extravergine d'oliva. Il condimento a base di acciughe, aglio e peperoncino rende questo piatto sfizioso; certamente l'aglio è facoltativo, però senza dubbio mette in risalto tutti gli altri sapori; inoltre i peperoni arrostiti al forno sono più digeribili, in quanto le sostanze indigeste si trovano nella pelle che  viene  eliminata.
Ingredienti
3 peperoni: rosso, giallo e verde,
1 spicchio d'aglio,
 acciughe sott'olio,
2 cipollotti,
 peperoncino piccante in polvere,
aceto di vino, olio evo,
1 tuorlo d'uovo sodo,
sale qb.

Preparazione
Iniziate facendo riscaldare il forno alla massima temperatura, quindi introducete i peperoni ponendoli in una teglia ricoperta con carta forno.Quando la pelle sarà aggrinzita e abbrustolita, sfornateli e metteteli in un sacchetto di plastica per una buona mezz'ora. In questo modo la pelle si staccherà più facilmente. Dopo di che togliete il peduncolo, eliminate i semi, sfilettateli e metteteli ad asciugare su un canovaccio pulito oppure su della carta assorbente da cucina.
Intanto in una ciotola versate dell'olio evo, aceto ( io 3 parti d'olio e 1 di aceto ), uno spicchio taglio tagliuzzato finemente, dei filetti d'acciuga, il sale e il peperoncino piccante. 


Mescolate bene per far sciogliere il sale e poi unite i filetti di peperoni.


 Assaggiate ed eventualmente regolate di sale  e peperoncino. Lasciate macerare per un'ora o più in frigo, in modo che i sapori si amalgamino a fondo. Disponete poi i filetti su un piatto da portata, decorate con anelli di cipollotto e filetti di acciuga, condite con la salsa rimasta nella ciotola e cospargete il tutto con il tuorlo d'uovo sodo sbriciolato.
L'insalata è ottima se gustata fredda.




Gelo di melone

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Il gelo di melone è una delle tante squisitezze della cucina siciliana. E' un tipico dolce al cucchiaio, fresco e goloso, che si prepara nel periodo di Ferragosto e a Palermo per la festa di Santa Rosalia. Tante sono le variazioni al composto che, a seconda delle zone e delle tradizioni familiari, si arricchisce di vari ingredienti: cannella, chiodi di garofano, essenza di gelsomino, zuccata, pistacchio e cioccolato. Io , per aromatizzarlo, ho usato invece del limoncello e l'ho guarnito con mandorle tritate e cubetti di arancia candita homemade.
Ingredienti
1 litro di succo d'anguria
150 gr di zucchero ( dipende da quanto è zuccherina l'anguria)
80 gr di amido di mais
2 cucchiai di limoncello homemade

Preparazione
Preparare il succo d'anguria passandola al setaccio.


 Versatelo in una ciotola, aggiungete lo zucchero, l'amido a piccole dosi ed infine il limoncello. 


Ottenuto un composto omogeneo,  versatelo in una pentola e a fiamma bassa e mescolando sempre con un cucchiaio di legno, fate addensare il succo. Togliete dal fuoco e versate la gelatina in uno stampo oppure in degli stampini bagnati precedentemente.


 Lasciate raffreddare e poi mettete in frigo per diverse ore ( meglio una notte intera). Prima di sformare assicuratevi che  il composto abbia la consistenza di un budino. Infine guarnite con mandorle tritate e cubetti di arancia candita.


E con quest'immagine che ritrae Soverato illuminata dai fuochi pirotecnici , a conclusione dei festeggiamenti in onore della Madonna di Portosalvo,
auguro a tutti voi
Buon Ferragosto


"Pitta china cullu pipi di maju" ( pizza ripiena con i fiori del sambuco )

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Questo post, preparato nel mese di maggio, l'avevo quasi dimenticato. Ma sicuramente è questo il periodo migliore per pubblicarlo perchè vi farò conoscere uno dei posti più suggestivi della mia terra.Oggi ci spostiamo infatti nelle Serre Calabre e questa pizza è una delle prelibatezze tipiche di Serra San Bruno, ma diffusa in tutto il territorio vibonese in diverse varianti: si va dalla versione più semplice e leggera, per finire a quella più robusta che prevede l'utilizzo dei ciccioli di maiale e di uova sode. Per poter gioire del piacere e del sapore della "pitta china" bisognerà chiaramente raccogliere i fiori di questo arbusto, " li pipi di maju" o "cuccu", alto 3/4 metri, tra maggio e luglio e farli seccare all'ombra in un luogo abbastanza areato. Per chi volesse si possono conservare nei barattoli ricoperti d'olio.

Ingredienti per la pizza serrese
500 gr di farina 00 
250 circa di acqua
 mezzo cubetto di lievito di birra ( l'ideale sarebbe il lievito madre )
50 gr di grasso o di olio evo
sale q.b.
Ripieno:
350 gr di cipolle di Tropea
200 gr di olive verdi 
5/6 acciughe sott'olio
 sale 
una manciata di fiori secchi di sambuco
olio evo.

Io ho modificato leggermente l'impasto, vi ho aggiunto i fiori seccati ( togliendoli dal ripieno ) e un pizzico di peperoncino dolce in polvere.
Setacciate la farina in una  ciotola, versate al centro il lievito e l'acqua, mescolate e poi aggiungete
l'olio e il sale. Ottenuto un impasto sodo ed elastico fate lievitare.
Sulla spianatoia spargete i fiori di sambuco e il peperoncino ( qui )e una volta che l'impasto è lievitato, rotolatelo sopra incorporandoli. Fate lievitare di nuovo.
Intanto preparate il ripieno. Affettate le cipolle e fatele appassire in una padella con olio evo e un peperoncino , poi aggiungete le alici sott'olio e mescolate. 
                               
                                 

Una volta che l'impasto ha raggiunto il doppio del volume stendetene una metà in una tortiera unta, versate le cipolle e le olive tagliate a pezzetti.Coprite con l'altra metà dell'impasto.




Per non farla indurire e darle un pò di colore  spennellate la superficie di olio. Infornate a 180° per 30 minuti circa, preferibilmente in un forno a legna.  Ma indubbiamente, aldilà del metodo di cottura, questa pitta sarà sempre molto appetitosa.





 Io, comunque, per gustare pienamente il gusto antico e montano di questa squisita pitta vi consiglio  di visitare  Serra San Bruno. Situata nelle Serre Calabre, questa cittadina offre numerosi itinerari naturalistici, religiosi e culturali. Basti pensare alle tante chiese ( 9 ) e soprattutto alla Certosa, fondata da S. Bruno da Colonia nel 1090, immersa tra agrifogli secolari, faggi, querce e castagni enormi.


Viale Certosa


Scorci del paese e in alto a destra  il Santuario di monte Stella, creato all'interno di una grotta.

                               
Particolari della Certosa
                                 



Pasta fredda con peperonata

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Ecco una ricetta sfiziosa per preparare un'insalata di pasta con il gusto della tradizione mediterranea.  Un piatto semplice, economico e facile da preparare, ottimo per chi non vuole rinunciare ad un primo piatto nutriente e sostanzioso a base di pasta nemmeno in quelle giornate di caldo afoso. Gli ingredienti sono pochi e di stagione e inoltre il piatto può essere preparato in giorno prima e conservato in frigo. In questo caso il vantaggio sarà doppio perchè il piatto ne acquisterà in gusto.

Ingredienti
200 gr di pasta  ( io mafalda corta)
2  peperoni tondi
1 cipolla rossa 
1 melanzana
1 pomodoro
olio evo
sale q.b.
basilico
origano
olive nere

Preparazione
Lavate le verdure e poi tagliate a rondelle la cipolla, a spicchietti i peperoni e a cubetti la melanzana. Mettete sul fuoco una padella con abbondante olio e fate imbiondire la cipolla  per 10 minuti a fuoco basso, poi incorporate i peperoni e le melanzane. Coprite  e lasciate cuocere a fuoco lento per circa 20 minuti e girando di tanto in tanto. Se la peperonata dovesse asciugarsi troppo aggiungete un pò d'acqua calda. Spegnete, aggiustate di sale se necessario e fate riposare.



Intanto fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e mettetela sotto l'acqua fredda per bloccare la cottura. Ponetela in un'insalatiera con un cucchiaio d'olio per evitare che diventi collosa. In  un piatto mettete il pomodoro tagliato a dadini e conditelo con sale, origano e un filo d'olio.



 A questo punto unite alla pasta la peperonata, il pomodoro e le foglie di basilico sminuzzate. Amalgamate, guarnite con le olive nere  e riponete in frigo almeno un'ora prima di servire.








Melangiani chini

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 E siamo già al 2 di settembre, nuovo appuntamento con L'Italia nel piatto. Ho pensato di presentare questa antica e tradizionale ricetta del mio paese con un ortaggio che non manca mai sulle nostre tavole. E infatti siamo conosciuti in tutto il territorio soveratese proprio per questo binomio: Melangiani chini = Soverato Superiore. E questo vale soprattutto nel mese di Settembre  quando per la festa padronale, dedicata a Maria SS Addolorata, il  piatto principale, oltre il morzello, sono appunto le melanzane ripiene. Certamente non pretendiamo la paternità di questo ortaggio, che arrivato dalla Spagna ha trovato qui da noi la giusta considerazione, tanto da occupare un posto importantissimo nella nostra tradizione culinaria. Non c'è famiglia "suvaratana" che non abbia una propria ricetta, ma tutte sono ugualmente buone perchè le melanzane ripiene più che un piatto da mangiare sono un'arte, una goduria per il palato, un'appagamento dei sensi. Ma...non bisogna avere fretta nella preparazione, bisogna che gli ingredienti siano di buona qualità e preferibilmente a km 0, bisogna metterci amore e spirito di condivisione. Eh si,una volta preparate bisogna farle assaggiare a parenti ed amici, il fuoco sacro dell'ospitalità che alberga in noi calabresi ce lo impone! 
Quella di oggi, dicevo, è una ricetta antichissima, del tempo in cui la povertà era di casa per molti, quando la carne di vitello e tanti altri prodotti erano un lusso per i più  tanto da costringere le ingegnose massaie ad usare in cucina unicamente carne di maiale e tutto ciò che coltivavano nell'orto dietro casa : ed ecco quindi questo ripieno con pancetta, pecorino e pane fatto in casa. Ingredienti semplici, genuini, alla portata di tutti, che amalgamati insieme e bilanciati con sapienza hanno dato origine ad un piatto unico, sostanzioso e molto appetitoso.
 Il segreto per preparare delle gustose melanzane sta proprio nel ripieno che dovrà risultare della giusta consistenza perchè in questo modo sarà più facile riempirle. E allora vi ricordo alcune cose: la pancetta non deve essere tritata, ma tagliuzzata finemente ( mio padre usava una mezzaluna ); la quantità di pecorino è personale e dipende da quanto il formaggio è saporito, però non deve sminuire il sapore principale del piatto; il pane, almeno di un paio di giorni, va ammollato e messo ad asciugare in un tovagliolo.

Ingredienti
Melanzane tonde possibilmente di uguale dimensione, pancetta nostrana, pecorino calabrese grattugiato, pane casareccio raffermo, pecorino fresco, uova, sale qb, olio evo, olio di semi per la frittura, salsa semplice di pomodoro.
Non vi do le quantità perchè anch'io come le mie antenate vado ad occhio, l'importante è che un odore non prevalga sull'altro e che il ripieno alla fine risulti compatto ma morbido. Vi consiglio perciò di preparare il ripieno il giorno prima, in modo che i sapori si amalgamino per poi eventualmente aggiustare di sale o di pecorino.
Preparazione
Lavate le melanzane, asciugatele e togliete il peduncolo.Tagliatele poi a metà nel senso della lunghezza e con un coltellino affilato asportate tutta la polpa interna, tagliatela a cubetti e mettetela sotto sale. Le coppe  sbollentatele in una pentola con abbondante acqua salata, quando  riuscite ad infilzarle con la forchetta, scolatele e mettetele ad asciugare su uno strofinaccio.



 In una padella fate rosolare a polpa, dopo averla ben strizzata, con uno spicchio d'aglio che poi eliminerete.Tagliuzzate finemente la pancetta e a dadini il pecorino fresco.





 In una ciotola preparate l'impasto con la polpa delle melanzane, la mollica di pane, un pugno di pecorino grattugiato, la pancetta, il pecorino fresco, un trito di basilico ed aglio, sale qb e le uova e mescolate bene per ottenere un composto morbido e compatto.



 Riempite le coppe di melanzane.Potete friggerle e in questo caso spalmatele con un bianco d'uovo leggermente sbattuto e tuffatele in una padella con olio d'oliva bollente dalla parte del ripieno e dopo aver punzecchiato la coppa. Ciò eviterà che questa si gonfi e si stacchi.



La crosticina formatosi con la frittura racchiude un cuore morbido e gustoso.


 Se non amate la frittura oppure desiderate un piatto più light potete ricoprire le melanzane con del sugo semplice di pomodoro e infornare per 30 minuti circa a 200°. 



Il ripieno gonfierà e diventerà così leggero da sciogliersi in bocca.



E adesso andiamo a curiosare nei piatti proposti dalle altre regioni


Trentino-Alto Adige: Zuppa di finferli  http://afiammadolce.blogspot.com/2014/09/zuppa-di-finferli.html

Friuli-Venezia Giulia: Sarde in Saòr http://ilpiccoloartusi.blogspot.it/2014/08/sarde-in-saor-per-litalia-nel-piatto.html

Lombardia: "Rigatoni con sugo di pomodoro e basilico "  http://kucinadikiara.blogspot.com/2014/08/rigatoni- con- sugo -crudo -di- pomodori- e.html

Veneto: Mezze penne con fagiolini in umido http://ely-tenerezze.blogspot.it/2014/08/mezze-penne-con-fagiolini-in-umido.html

Valle d'Aosta: Gnocchi di barbabietola con fonduta al Bleu d'Aoste http://atuttopepe.blogspot.com/2014/09/la-valle-daosta-nel-piatto-gnocchi-di.html

Piemonte:

Liguria:   pesche ripiene (perseghe pinn-e) http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/09/litalia-nel-piatto-frutta-e-verdura-di.html

Emilia Romagna: Bargnolino o Liquore di Prugnoli http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/09/bargnolino-o-liquore-di-prugnoli-per.html

Lazio: Pollo ai peperoni  http://beufalamode.blogspot.com/2014/09/pollo-alla-romana-coi-peperoni-per.html

Toscana: Trusca di Casoli  http://acquacottaf.blogspot.com/2014/08/trusca-di-casoli.html

Marche: Fregandò o fricò http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2014/08/fregando-frico-ricetta-tipica-delle.html

Abruzzo:Peperoni arrostiti http://ilmondodibetty.blogspot.com/2014/09/peperoni-arrostiti-per-litalia-nel.html

Umbria: Cipollata  http://amichecucina.blogspot.com/2014/09/cipollata-per-litalia-nel-piatto.html

Molise: Fragoline al vino  http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2014/08/fragoline-al-vino-per-litalia-nel-piatto.htm

Basilicata: Strazzata di Noepoli - pizza in teglia con peperoni e pomodori http://blog.alice.tv/profumodicannella/2014/09/02/pizza-in-teglia-con-pomodori-e-peperoni-la-strazzata-di-mia-nonna/

Campania: Parmigiana di melanzana contadina http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/08/parmigiana-di-melanzana-contadina.html

Puglia: Spaghetti con fagiolini pinti   http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/09/cucina-pugliese-spaghetti-con-fagiolini.html

Sicilia: Confettura di fichi e mandorle  http://burro-e-vaniglia.blogspot.it/2014/09/confettura-fichi-e-mandorle.html

Sardegna: Melanzane in padella con cipolla http://blog.giallozafferano.it/vickyart/melanzane-in-padella-con-cipolla-ricetta-sarda/


Torta salata con patate e zucchine

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Le torte salate sono la mia passione,  posso metterci dentro quello che più mi piace oppure ciò che ho in frigo. Se poi utilizzo la pasta sfoglia  già pronta la preparazione diventa veloce e in poco tempo posso realizzare una gustosa pietanza sicuramente apprezzata da tutti e per il gusto delicato e per la fragranza che contraddistingue tutte le preparazioni eseguite con questo tipo di pasta. Stavolta l'ho farcita con zucchine e fiori visto che ancora al mercato fanno bella mostra di sè, ho legato il tutto con la ricotta e le uova eliminando altri condimenti, tenendo presente che la sfoglia  è già condita di suo.
Ingredienti
1 confezione di pasta sfoglia rotonda
2 patate 
2 zucchine
1 cipollotto
un mazzetto di fiori di zucchine
250 gr di ricotta ( io pecora )
2 uova + 1 per spennellare
50 gr di pecorino
prezzemolo tritato
sale qb
olio evo
Preparazione
Stendete la sfoglia in una tortiera con la sua stessa carta, bucherellate il fondo e tenetela in frigo. Lessate le patate e schiacciatele con una forchetta. In una padella rosolate in poco olio un cipollotto  precedentemente affettato, aggiungete poi le zucchine tagliate a rondelle, il prezzemolo tritato, salate, mescolate e fate cuocere finchè la verdura non si sarà ammorbidita. 


A fine cottura aggiungete alcuni fiori privati dei pistilli. Regolate ancora di sale e ultimate la cottura. 


In una ciotola capiente sbattete le uova, aggiungete la ricotta  amalgamandola bene al composto, unite il formaggio, il passato di patate e le zucchine.


 Verificate la sapidità e infine versate il ripieno nel cestino di pasta sfoglia. Ricoprite con i fiori rimasti. Ripiegate all'interno i bordi della pasta, spennellate la superficie con un uovo sbattuto e infornate a 200° per 30 minuti circa.  



Servitela tiepida, ma è buona anche, se non più, il giorno dopo. Il riposo compatta il ripieno e amalgama meglio i sapori.


Spaghetti sarde, melanzane e olive

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Ancora sarde ed ancora melanzane. Questa volta insieme in un piatto semplice, salutare e veloce  da preparare. Nella ricetta di oggi i prodotti della terra e del mare si uniscono per creare un primo dal gusto unico ed economicamente povero. E' questo che cerco di fare ogni giorno nella mia cucina e penso che tanti saranno d'accordo con me. E adesso andiamo alla ricetta.
Ingredienti
300 gr di spaghetti integrali
10 sarde
1 melanzana media
1 spicchio d'aglio
2 pomodori pelati
olive nere
olio evo
prezzemolo
origano
basilico
Preparazione
Pulite e lavate le sarde, togliete la testa e la lisca e apritele a libro. In una padella con pochissimo olio fate cuocere per due minuti i filetti di pesce e una volta pronti metteteli da parte.  Lavate anche la melanzana e tagliatela a cubetti. In una padella più capiente (bisognerà far saltare la pasta ) fate imbiondire l'aglio, toglietelo e aggiungete la melanzana, rosolatela e poi versate i pelati schiacciati con le mani. Un pizzico di sale, un pò di origano, qualche foglia di basilico e


 fate andare il sugo a fuoco lento per dieci minuti, unite quindi le sarde e le olive. Aggiustate di sale, amalgamate il tutto e lasciate  insaporire.


  Fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli al dente e mantecateli in padella con il condimento per farli insaporire per bene. Impiattate e spolverizzate con prezzemolo tritato.






Fette di caciocavallo silano dop fritte

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E' senza dubbio il re dei più antichi e tipici formaggi del Sud Italia, cui probabilmente si riferiva già Ippocrate (500 a.C.), illustrando l'arte usata dai Greci per preparare il cacio. 


Pascoli silani

Con Reg. CE 1263/96 il Caciocavallo Silano ha ottenuto l'ambita D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) europea entrando, cosi' nel gotha dei prodotti che potranno fregiarsi dei marchi di tutela comunitari. 
Tale marchio garantisce la genuinita' e salubrita' del ''Caciocavallo Silano'', formaggio prodotto esclusivamente con latte intero fresco proveniente da allevamenti bovini situati nei territori elencati nel Disciplinare di produzione depositato a Bruxelles, secondo un processo di lavorazione, minuziosamente definito nella medesima norma, che affonda le sue radici nella piu' nobile tradizione casearia meridionale. Il Caciocavallo Silano e' marchiato a fuoco forma per forma ed etichettato con etichette alfanumeriche.
Per tutelarne la produzione e' nata, nel Dicembre del 1993 ad iniziativa di alcuni produttori, il Consorzio di Tutela Formaggio Caciocavallo Silano con sede a Cosenza.
 Il Caciocavallo ha forma tondeggiante o allungata, con una "testa" sulla cima, la sua consistenza è quella dei formaggi a pasta filata, ma diviene friabile e scagliosa se subisce una stagionatura che può raggiungere i tre anni. 
Tradizionale di tutte le regioni che formavano il Regno delle Due Sicilie, ebbe una tale fama, da ispirare anche modi di dire popolari: "Far la fine del caciocavallo" significava morire impiccato, per analogia con la sua forma strozzata nella parte alta. 
 Il nome sembra derivi dal metodo di trasporto utilizzato dai pastori, che apponevano i formaggi in coppia sulla groppa del cavallo. Un'ulteriore ipotesi si ispirava al fatto che le provole venivano legate a cavallo di un giunco per essere fatte stagionare in solaio grazie al calore del camino.
Dal gusto inconfondibile, il caciocavallo silano, acquista i caratteri ottimali della stagionatura, grazie al clima dei maestosi rilievi della Sila, è indicato per la dieta dei bambini e degli anziani visto l’alto valore nutritivo. Consumato fresco o stagionato, grattugiato o fuso, è divenuto nel tempo protagonista della tavola nella dieta mediterranea.
 Sembra fantasia, ma la tradizione vuole che con i residui della lavorazione venivano confezionate anticamente bambole da collezione in pasta filata.
(http://www.caciocavallosilano.it/)

Il caciocavallo può essere consumato fresco per il suo gusto dolce e delicato, ma la stagionatura lo rende molto più saporito, più piccante. E in questo caso, se grattugiato, rende il piatto più completo. Vi consiglio di provarlo cotto sulla piastra o semplicemente come formaggio da tavola, condito con olio e pepe nero. Oggi ve lo faccio gustare fritto.

Ingredienti

200 gr di caciocavallo silano dop
1 spicchio d'aglio
1uovo
pan grattato
un pizzico d'origano e di sale
olio evo
Preparazione
Sbattete l'uovo con la forchetta montandolo leggermente. Tagliate il formaggio a fette spesse e passatele prima nell'uovo e poi nel pan grattato. In una padella fate scaldare l'olio con l'aglio ( che toglierete appena si colorerà ). Mettete le fette di caciocavallo e fatele rosolare da entrambi i lati; scolatele dall'eccesso di olio e deponetele su un foglio di carta assorbente. Profumatele con un pizzico di origano e di sale e servitele caldissime.
Spesso le fette di caciocavallo vengono servite con un contorno di porcini trifolati, essendone momentaneamente sprovvista ho optato per le cipolle di Tropea in agrodolce.





Siamo al 16 di Settembre: secondo appuntamento di questo mese dopo il 2.


Le altre regioni

Trentino-Alto AdigeLago di Tenno, Fiavè e i suoi formaggi

Friuli-Venezia Giulia: Friuli Doc 

Lombardia: Sagra dell'uva a San Colombano al Lambro (MI)


Liguria:   Festa della patata quarantina di Montoggio http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/09/litalia-nel-piatto-la-festa-delle.html

Emilia Romagna:  Crostini con squacquerone di Romagna DOP http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/09/crostini-allo-squacquerone-di-romagna.html



Umbria: Tortino di patate e cipolle con fonduta di Pecorino di Norcia http://amichecucina.blogspot.com/2014/09/tortino-di-patate-e-cipolle-con-fonduta.html


Campania: Focaccia di impasto liquido, con rucola,noci e caciocavallo podolico di Zungoli 

Puglia: Burrata e stracciatella:delizie e specialità pugliesi  http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/09/burrata-e-stracciatella-delizie-e.html




Max brioches al miele e yogurt

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Non ci sono parole per descrivere la bontà di queste brioches: sofficissime, leggerissime e anche molto profumate vista la presenza nell'impasto del miele al limone. La ricetta base di queste brioches è di Adriano ( per chi non lo conoscesse si trova qui ), modificata da me leggermente.
Ingredienti
500 gr di farina 00
100 gr di zucchero di canna
2 uova medie + un tuorlo
2 vasetti di yogurt bianco
50 di olio evo
50 di latte
mezzo cubetto di lievito
un pizzico di sale
2 cucchiai abbondanti di miele al limone
Preparazione
In una ciotola capiente versate il latte tiepido, aggiungete il lievito sbriciolato e fatelo sciogliere, quindi le uova leggermente sbattute, lo zucchero, l'olio, lo yogurt, il miele  e il sale. A questo punto versate gradualmente la farina  e lavorate il tutto fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.


 Coprite la ciotola con la pellicola  e fate lievitare il composto in un luogo tiepido e asciutto per un paio d'ore ( io circa 3 ). Trascorso il tempo dividete l'impasto in panetti e rimettete a lievitare per ancora 1 ora.


 A lievitazione avvenuta spennellate le brioches con un tuorlo d'uovo e un cucchiaio di latte e infornate in forno preriscaldato a 180° per 15/20 minuti circa.La superficie dovrà essere dorata.



Questo è l'interno


E questa è la brioche di mio figlio strapiena di nutella.


Trenette al sugo di pesce " poverello "

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Ecco una ricetta semplice per preparare un gustoso sugo di pesce con cui condire la pasta. I pesci che ho utilizzato sono il frutto di una mattinata di pesca a " surici" alquanto misera, però sufficiente per un primo e una fritturina. Si tratta, come potete vedere, di pesci " poverelli ", tali però solo per il costo perchè il sapore rilasciato è unico. D'altronde è sempre pesce fresco, pesce di stagione, proveniente dal mio mare ( giunto ancora vivo! ).
Ingredienti
misto pesce: tracina, surice, perchia, pesce san pietro, pagello, pesce lucertola,
prezzemolo, aglio, peperoncino
pomodori pelati
olio evo
sale qb
trenette
Preparazione
Pulite il pesce e lavatelo con cura.


Fate appassire in un tegame un trito di aglio e prezzemolo e un peperoncino;


unite i pomodori spezzettati,  un mestolo d'acqua, un pizzico di sale e lasciate cuocere per 10/15 minuti.


 A questo unto aggiungete i pesci e proseguite la cottura a fiamma moderata.


 Appena il pesce si sarà quasi disfatto, spegnete il fuoco. Armativi di santa pazienza e spinate attentamente buona parte dei pesci, rimettete la polpa nel sugo, fate cuocere per pochi minuti, quindi spegnete e fate riposare.



Lessate le trenette in  salata, scolatele al dente e trasferitele nel tegame con il sugo. Rigirate il tutto, affinchè il condimento si distribuisca in modo uniforme, cospargete di prezzemolo tritato e servite.
Buon appetito.............

Gurpinelle di mustarda

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02 Ottobre: Uva e vino ( dalla vigna alla cucina )



Siamo ad Ottobre ed il nostro effervescente gruppo non poteva non festeggiare con dei piatti che profumano dei colori caldi dell'autunno. E il frutto più emblematico di questa stagione è certamente l'uva, che in Calabria ha da sempre costituito una risorsa importantissima, assieme alle olive e agli agrumi.
 E' questo tempo di vendemmia, l'odore del mosto si sparge nelle nostre contrade, non c'è famiglia che non abbia un piccolo torchio idraulico per fare il suo vino con uve provenienti dai propri campi o da altri territori. E non poteva essere diversamente visto che la Calabria un tempo era chiamata Enotria ( terra del vino ). Ma oltre che vendemmiare questo è momento per fare il vinocotto ( per i dolci natalizi ) ed anche la mostarda che niente ha a che vedere con la mostarda conosciuta ai più. Infatti nel dialetto calabrese con questo termine chiamiamo la marmellata fatta con uva da mosto ( uva fragola e gaglioppo ). Io per la mia mostarda ho utilizzato uva fragola rossa e uva" ruggia ", un vitigno molto antico e a maturazione tardiva, chiamato così per il colore grigio-rossastro degli acini. Sicuramente in tanti vi chiederete il significato del termine " gurpinella ". Si tratta di una frittella ripiena di marmellata d'uva, che deve questo appellativo al fatto che la sua originaria forma triangolare ricorda la testa della volpe ( in dialetto calabrese " gurpi " ) e ciò anche per distinguerla dalle " chinuliddhi ", alquanto simili, ma chiuse in forma semicircolare.
Ingredienti
Per l'impasto: 500 gr di farina 00 
150 gr di sugna
200 gr di zucchero semolato
3 uova
un cucchiaino di lievito
un pizzico di sale
vino liquoroso qb
Per il ripieno
marmellata d'uva da mosto
noci sgusciate e spezzettate
miele millefiori
Preparazione
Preparate un impasto liscio e consistente con gli ingredienti indicati ( nei tempi antichi veniva usato un impasto simile a quello del pane ) e lasciatelo riposare per un'ora.
Intanto preparate il ripieno: versate la marmellata in una ciotola, unite le noci spezzettate e un cucchiaio di miele.




 Stendete la pasta in una sfoglia sottile, con una formina ricavate tanti quadrati e nel centro mettete un cucchiaino di ripieno. Ripiegate ogni quadrato formando un triangolo, fate uscire l'aria e premete bene i bordi bagnandoli con un pò d'acqua o albumi sbattuti ( io acqua ) e aiutandovi con una forchetta. 




Friggete le " gurpinelle " in abbondante olio d'oliva ben caldo.



 Appena sono dorate toglietele dalla padella, fate assorbire l'unto su carta assorbente e spolverizzatele infine con zucchero a velo.







Trentino-Alto Adige: Strudel altoatesino d'uva e mandorle
 http://afiammadolce.blogspot.com/2014/10/strudel-altoatesino-duva-e-mandorle.html 

Friuli-Venezia Giulia: Pierçolade o zuppa di pesche 
http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2014/10/piercolade-per-litalia-nel-piatto.html 

Lombardia: Risotto allo Spumeggio
http://kucinadikiara.blogspot.com/2014/10/risotto-allo-spumeggio.html

Veneto: Mosto d'uva cotto https://ely-tenerezze.blogspot.it/2014/10/mosto-duva-cotto-per-litalia-nel-piatto.html

Valle d'Aosta: Filetto con riduzione al Torrette http://atuttopepe.blogspot.com/2014/10/filetto-con-riduzione-al-torrette-la.html

Piemonte: 

Liguria:   torta di pane e miele (torta de pan e amè)
 http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/10/litalia-nel-piatto-uva-e-vino.html

Emilia Romagna: Sugo d'uva
 http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/10/sugo-duva-per-litalia-nel-piatto.html

Lazio: Ciambelle al mosto 
http://beufalamode.blogspot.com/2014/09/ciambella-al-mosto-per-litalia-nel.html

Toscana: Schiacciata con l'uva e crema al vin santo
 http://acquacottaf.blogspot.com/2014/10/schiacciata-con-luva.html

Marche: Crescia co lu paulittu
 http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2014/09/crescia-co-lu-paulittu-ricetta-tipica.html

Abruzzo:Confettura d'uva Montepulciano d'Abruzzo
 http://ilmondodibetty.blogspot.com/2014/10/confettura-duva-montepulciano-dabruzzo.html

Molise: Pasta vinnisca
 http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2014/09/dalla-vigna-alla-cucina-pasta-vinnisca.html

Umbria: Maritozzi con il mosto 
 http://amichecucina.blogspot.com/2014/10/maritozzi-con-il-mosto-per-litalia-nel.html

Basilicata: Cotto d'Uva 
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2014/10/01/cotto-duva-vincotto-mosto-cotto-saba-o-sapa

Campania: Ciambelle al vino 
 http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/10/ciambelle-al-vino.html

Puglia:  U Cuètte  (Vincotto) -
 http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/10/cucina-pugliese-u-cuette.html

Calabria: Gurpinella di mustarda
 http://ilmondodirina.blogspot.com/2014/10/gurpinella-di-mustarda.htm

Sicilia: La mostata siciliana
http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2014/10/mostata-siciliana.html

Sardegna:Tiliccas o caschettas dolci sardi alle mandorle
 http://blog.giallozafferano.it/vickyart/tiliccas-o-caschettas-dolci-sardi-alle-mandorle

Il nostro blog L'Italia nel Piatto http://litalianelpiatto.blogspot.it/




Pappardelle ai funghi porcini

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Quando l'estate ormai volge al termine e le prime piogge bagnano i terreni, le nostre montagne sono invase  da persone più o meno esperte che si dedicano alla raccolta dei funghi. Il territorio calabrese ne è ricco grazie alla diversità del terreno e della vegetazione, basti pensare ai faggeti, castagneti, abetaie, pinete e querceti presenti nei tre gruppi montani calabresi: Sila, Serre e Aspromonte.  Sono più di 3000 le specie presenti, senza tener conto di quelle microscopiche. Di conseguenza, da  sempre la raccolta e la trasformazione dei funghi ha rappresentato un'entrata rilevante per le popolazioni della montagna. I "Fungiari" ancora oggi li trovi ai bivi delle strade e nei mercati con i loro cesti di vimini stracolmi di porcini, ovuli, rositi, "vavusi", "ordinatuli"; puoi essere sicuro della loro commestibilità giacchè sono dei conoscitori esperti. Il mio " fungiaro ", anzi la mia, questa volta è stata eccezionale, infatti mi ha regalato sia porcini che ovuli già puliti, sezionati ed imbustati. Io li ho soltanto congelati per le varie preparazioni. E così , domenica scorsa, prima giornata veramente autunnale ho pensato di preparare le pappardelle con i funghi, un primo piatto semplice da preparare e dal sapore deciso.
Ingredienti
300 gr di pappardelle
200 gr di funghi porcini
parmigiano grattugiato
 prezzemolo
 aglio
 sale qb.
 olio evo
Preparazione
In una padella versate dell'olio evo e rosolate uno spicchio d'aglio e un peperoncino. Eliminate l'aglio, versate i porcini e fateli rosolate a fuoco vivo per pochi minuti, quindi salate e continuate la cottura a fiamma  bassa per 15 minuti circa badando che il sugo non si asciughi troppo.Aggiungete infine del prezzemolo tritato.


Nel frattempo cuocete le pappardelle, scolatele al dente lasciandole un pò bagnate, versatele nella padella dei funghi e fatele mantecare per qualche minuto. Spolverizzate con del prezzemolo fresco  tritato e del parmigiano ( volendo ) e servite.



Panini semi- integrali con zucca e olive nere

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Ecco una ricetta autunnale originale e sfiziosa che ha come ingrediente la zucca, regina incontrastata  della tavola ottobrina. Bella da usare come decorazione, ma soprattutto buona da mangiare. E  a ragione, infatti è uno di quegli alimenti che potresti non smettere mai di mangiare, contiene pochissime calorie e ci puoi cucinare di tutto, dal dolce al salato. Oggi voglio farvi gustare questi panini che potrete consumare al posto del comune pane. La zucca non ha dato nessun sapore particolare al pane ma una sofficità incredibile che dura per più giorni. Inoltre l'unione con la farina integrale rende questi panini molto salutari per l'alto contenuto di fibre.
Ingredienti
Per il lievitino: 200 gr di farina 00, 5 gr di lievito di birra secco,un pizzico di sale, acqua q.b.
Per l'impasto principale
400 gr di farina integrale ( io Alce Nero )
150 gr di farina 00
50 ml di olio evo
250 gr di purea di zucca 
10 gr di sale
acqua q. b.
100 gr di olive nere snocciolate e tagliuzzate.
Preparazione
La sera precedente preparate il lievitino ( dovrete ottenere una pastella densa ) e lasciatelo lievitare per tutta la notte a temperatura ambiente.
Preparate la purea facendo cuocere la zucca in poca acqua salata. Una volta cotta, frullatela.
L'indomani mattina versate le farine in una ciotola capiente, unite la purea di zucca, il lievitino, le olive, l'olio, il sale e tanta acqua quanto ne occorre per ottenere un impasto  morbido e liscio e che abbia ben assorbito tutti gli ingredienti. Lavorate per 10/15 minuti e poi mettete a lievitare. ( io 6 ore nel forno spento ).



 Riprendete l'impasto e senza rilavorarlo formate delle pagnottine che farete lievitare per un'ora circa nella teglia, rivestita con carta forno, che userete per cuocerle.


Accendete il forno a 200° posizionando all'interno un pentolino d'acqua per almeno 30 minuti. Trascorso il tempo togliete il pentolino, abbassate la temperatura a 180°, infornate i panini e cuocete per circa 20/30 minuti. Appena sfornati metteteli a raffreddare su una gratella. Eccoli pronti, buoni e fragranti. 








Ci sono piaciuti tanto. Provateli  al naturale oppure con del salame. 


Io l'ho imbottito con del capocollo silano. Saporitissimo!!!!!!






Il Greco di Bianco

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Quando ho letto qualche settimana fa, il tema del 16 Ottobre per il consueto appuntamento con l'Italia nel piatto, non ho avuto dubbi sul vino di cui parlare : il Greco di Bianco, un vino unico, un tesoro dal valore inestimabile dato in dono alla Calabria. 
Per tanti anni la Calabria, chiamata dai greci Enotria ( terra del vino ), ha fornito vini da taglio a produttori sia italiani che stranieri, essendo la sua produzione caratterizzata dal colore intenso e dal grado alcolico elevato. Più recentemente la situazione è cambiata e la tenacia dei viticoltori calabresi ha fatto sì che oggi nella regione siano presenti vini di tutto rispetto. Infatti si contano 12 vini Doc e 10 Igt. Il Greco di Bianco, l'unico vitigno autoctono, è Doc dal 1980. 
E adesso un breve excursus
Storia e curiosità
Per questo vino vengono utilizzate uve Greco di Bianco, un vitigno autoctono portato in Calabria, nei pressi di Capo Zefirio ( oggi Capo Bruzzano ) da uno sconosciuto colono greco nell'ottavo secolo a.C., in ricordo della patria lontana. Il suo gesto fu dettato certamente dal sentimento, ma quello che produsse fu l'autentico "nettare degli dei", un vino che ha il colore del sole e il profumo delle arance tra cui matura. Diverse sono le leggende nate intorno a questo vino che oltre ad essere apprezzato tantissimo dagli imperatori romani era anche apprezzato dalle "allegre donnine", come si evince da una iscrizione muraria trovata a Pompei; inoltre si narra che il Greco di Bianco abbia dato ai soldati locresi la forza necessaria per sconfiggere l'esercito di Crotone, 10 volte superiore, nella battaglia sul fiume Sagra  nel 560 a.C. Era anche il vino dei sacerdoti e degli indovini giacchè si pensava che dispensasse poteri divinatori.



Area storica di produzione
La zona di produzione del Greco di Bianco è relativa ai territori di Bianco e Casignana in provincia di Reggio Calabria, sul versante ionico, nell'area cosidetta grecanica. Una terra, questa, intimamente unita al mondo del vino, come dimostrano i numerosi reperti archeologici e soprattutto i circa settecento palmenti di epoca greca-romana, scavati nella pietra arenaria e individuati in un'area di circa 700 ettari di terreno.



Vitigni e vinificazione
Oro antico e ambra il suo colore; fragranze amare e aromatiche come quelle delle zagare e del bergamotto il suo profumo; sapore morbido e armonico con note di miele, fichi e mandorle: questo è il Greco di Bianco, una vera gemma enologica, prodotta su terreni assolati e ventilati da lievi brezze marine, ottenuto per almeno il 95 % da uve rigorosamente Greco Bianco. Ancora oggi nella lavorazione si seguono antichissimi procedimenti, così come asserisce Esiodo:
"Quando Orione e Sirio giungono a mezzo del cielo ( 20 settembre ) e l'aurora dalle rosee dita vede Arturo, allora, o Perse, spicca e porta a casa tutti i grappoli: li terrai al sole per dieci giorni e dieci notti, per cinque giorni invece all'ombra; al sesto giorno poi, porrai nei tuoi vasi i doni di Dionisio che dà molta gioia".
E oggi, infatti, a metà settembre si vendemmia e subito dopo i grappoli, selezionati ad uno ad uno, sono posti ad appassire al sole su tradizionali graticci per una decina di giorni; solamente una volta raggiunta la giusta concentrazione di profumi e zuccheri le uve potranno essere vinificate. Il mosto viene messo in botticelle di castagno e dopo essere travasato 2 volte, nel mese di maggio  viene trasferito in serbatoi d'acciaio, nei quali rimane fino a novembre, allorquando, trascorsi i 12 mesi di affinamento ( è un bianco molto longevo che può essere conservato in cantina per un decennio ) e raggiunta la gradazione minima di 17°, viene immesso in commercio nella sua tipica bottiglia, dalla caratteristica forma arrotondata sui fianchi.


I grappoli sono lunghi fino a 60 cm e gli acini, piccoli e rotondi,
presentano poca polpa e una buccia sottile.

I vigneti degradano verso il Mar Ionio

L'essiccamento sui graticci.

Accostamenti a tavola:
E' un vino da conversazione; tradizionalmente si abbina con la pasticceria secca, dolci a base di mandorle, marmellata, ricotta, canditi e frutta secca; si presta anche per accompagnare formaggi piccanti. La temperatura ideale per gustare il Greco di Bianco oscilla tre gli 8/10° C.




 Per i miei gusti l'abbinamento perfetto resta Greco di Bianco - biscotti alle mandorle.




PS. Le notizie riportate nel post sono tratte dalla mia cultura personale e dal sito

16 Ottobre - Vino  ( ma che sagre, feste o post turistici....decidete voi)

E adesso vado a scoprire gli altri vini della nostra bella Italia


 Trentino-Alto Adige:  Vellutata al vino Lagrein Kretzenhttp://www.afiammadolce.it/2014/10/vellutata-al-vino-lagrein-kretzen.html

Friuli-Venezia Giulia: Colli orientali del Friuli Picolit  DOCG
http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2014/10/colli-orientali-del-friuli-picolit-docg.html

 Lombardia: I vini DOC di San Colombano al Lambro
http://kucinadikiara.blogspot.com/2014/10/i-vini-di-san-colombano-al-lambro.html

Veneto: 

Valle d'Aosta:  Viticoltura in Valle d'Aosta http://atuttopepe.blogspot.com/2014/10/viticoltura-in-valle-daosta-per-litalia.html

Piemonte: 

Liguria: il Rossese e le trippe accomodate http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/10/litalia-nel-piatto-il-rossese-e-le.html

Emilia Romagna: Sorbetto alla MalvasiaDOC Colli Piacentini http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/10/sorbetto-alla-malvasia-doc-colli.html

Lazio: Anguilla alla marinara
http://beufalamode.blogspot.com/2014/10/anguilla-alla-marinara-con-ricetta.html

Toscana: Pane, vino e zucchero: http://acquacottaf.blogspot.com/2014/10/pane-vino-e-zucchero.html

Marche: Vino di visciole e straccadenti  http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2014/10/vino-di-visciole-e-straccadenti-ricetta.html 

Abruzzo:Il Vino Pecorino d'Abruzzo 
http://ilmondodibetty.blogspot.com/2014/10/il-vino-pecorino-dabruzzo-per-litalia.html

 Molise:Vini e cantine del Molise: la Tintilia http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2014/10/vini-e-cantine-del-molise-per-litalia.html

Umbria: Bocconcini di Mailae con Prugnole e Rubesco http://amichecucina.blogspot.com/2014/10/bocconcini-di-maiale-con-prugnole-e.html

Basilicata: NON PARTECIPA

Campania: Piedirosso Bio Igt V Campania 
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/10/piedirosso-bio-igt-campania-vini-orsini.html

Puglia: Macedonia di frutta al Moscato di Trani DOC  http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/10/cucina-pugliese-macedonia-di-frutta-al.html

Calabria:Greco di Bianco, il vino più antico d'Italia.
http://ilmondodirina.blogspot.com/2014/10/il-greco-di-bianco.html

Sicilia: Gelatine allo Zibibbo
http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2014/10/gelatine-allo-zibibbo-per-litalia-nel.html

Sardegna:

Il nostro blog L'Italia nel Piatto http://litalianelpiatto.blogspot.it/






















Torta mandorlata

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Stamane voglio augurarvi un  felice inizio di settimana ( e speriamo che Dio ce la mandi buona con il tempo, giacchè sembra che, dopo tante giornate di caldo estivo, stia per arrivare l'uragano Gonzalo ) con questa crostata che posso descrivere semplicemente con tre parole: piacevole, gustosa e golosa. Le crostate sono il mio dolce preferito, perfette per ogni occasione, ma per essere sicura del risultato finale mi butto senza indecisione alcuna sulla crostata di ricotta  ( di pecora ). La  ricetta di questa torta mandorlata, che proviene da un vecchio libro di dolci, mi ha conquistato subito tanto che nella settimana scorsa l'ho fatta per ben due volte. E' una torta morbida e  delicata, l' abbinamento ricotta-amaretti la rende piacevole al palato ed inoltre è di facile preparazione. Noi, in casa, l'abbiamo gustata con un bicchierino di Greco di Bianco.
Ingredienti
per la pasta
300 gr di farina 00
150 gr di margarina
150 di zucchero
1 uovo
50 ml di maraschino ( io Greco di Bianco )
1 bustina di lievito
Per la farcia
300 gr di ricotta di pecora
100 gr di zucchero semolato
50 gr di mandorle tritate
1 uovo
200 gr di amaretti
Preparazione
Pasta: in una ciotola amalgamate  tutti gli ingredienti, dividete l'impasto e con una metà rivestite il fondo di uno stampo già imburrato e infarinato ( 24 cm )
Farcia:in un'altra ciotola lavorate la ricotta con l'uovo e lo zucchero, aggiungete le mandorle e gli amaretti frullati in un mixer ( volendo si può aggiungere un bicchierino di liquore ). Versate la crema sulla pasta , livellatela e ricoprite con l'altra metà dell'impasto. Io mi sono dilettata con una formina a forma di fiore. Ponete la torta in forno preriscaldato a 180° per 20/ 30 minuti, la superficie dovrà risultare dorata.







Pipi chini fritti

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Da buona e verace calabrese non potevo non postare un'altra ricetta con i "pipi chini" (qui ). Sono peperoni un pò particolari che noi chiamiamo "riggitani" in quanto tipici del reggino, hanno una forma tondeggiante, una polpa carnosa e possono essere sia dolci che piccanti. Il modo migliore per gustarli è friggerli ripieni o con le patate . Una bontà unica! Questa volta ho utilizzato dei peperoncini perchè in realtà il mio desiderio era di riempirli con il tonno, ma notando in frigo delle melanzane un pò imbronciatelle ho cambiato subito idea. E meno male che me ne ero stata in silenzio, altrimenti la mia dolce metà avrebbe avuto da ridere non trovando quanto promesso!!!!!!!!!!!!!!!

Ingredienti
14 pipi riggitani 
5 patate medie
5 melanzane
100 gr di  pecorino calabrese grattugiato
50 gr di pecorino fresco  
1 uovo e un tuorlo ( il bianco rimasto servirà alla fine )
salsiccia secca calabrese ( qualche fettina )
prezzemolo 
olio evo
sale qb
pangrattato
olio di semi per friggere
Ho cercato di darvi delle quantità, ma per la verità vado ad occhio e abbondo sempre comunque. Questa volta con la farcia rimasta ho preparato delle crocchette, che naturalmente ho fritto.

Preparazione
Lavate i peperoni, asciugateli e dopo aver tolto la calotta superiore, svuotateli dai semi. Salateli e capovolgeteli per sgocciolare.


Intanto lessate in acqua salata le patate e le melanzane sbucciate, schiacciatele con la forchetta e mettetele a raffreddare. Successivamente aggiungete il pecorino grattugiato, un pugno di pangrattato, il salame sbriciolato, il pecorino fresco tagliato a cubetti , l'uovo, il prezzemolo tritato e un goccio di olio evo. Assaggiate per sentire la sapidità, in caso sia necessario aggiungete altro pecorino. Fate riposare l'impasto per una mezz'oretta.


 Prendete poi i peperoni, riempiteli con la farcia, spalmateli con del bianco d'uovo e friggeteli in olio bollente ( ricordate che vanno immersi nell'olio a ripieno in giù, in modo che si formi subito la crosticina ). Sono ottimi  sia caldi che freddi.





Torta salata di patate con coniglio

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E' un piatto unico, rustico e appetitoso che può andare bene in tante occasioni, ma soprattutto quando si hanno amici a pranzo o a cena, in quanto può essere preparato in anticipo e messo in forno all'ultimo minuto. Certamente per essere gustato al meglio deve essere caldo. Si assicuro che con questa torta potrete convincere anche i più restii ad assaggiare la carne di coniglio che per il suo gusto particolare non piace a tutti, nonostante sia ricca di proprietà nutritive.

Ingredienti
1 kg di spezzatino di coniglio
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 carota
prezzemolo
2 pomodori pelati
olio evo
olive nere
sale qb
1 kg di patate
1 uovo
100 gr di parmigiano
2 cucchiai d'olio
150 gr di farina 00
sale qb
pangrattato
Preparazione
Lavate i pezzi di coniglio in una ciotola con acqua e aceto e asciugateli con carta da cucina. In una padella versate l'olio, lo spicchio d'aglio,il prezzemolo, la cipolla e la carota tagliuzzate, unite i pezzi di coniglio e fate dorare a fiamma vivace. Unite il vino, fatelo evaporare e successivamente aggiungete due pomodori pelati e le olive nere. Salate, versate un bicchiere d'acqua calda e continuate la cottura a fiamma media e coperto. Se il fondo di cottura dovesse asciugarsi aggiungete altra acqua.



Una volta cotto, fate raffreddare il coniglio, quindi disossatelo e snocciolate le olive.


Preparate adesso il guscio esterno. Lessate le patate in acqua salata e appena saranno cotte, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate. Appena fredde  aggiungete due cucchiai di olio d'oliva, un uovo, il parmigiano e la farina. Amalgamate tutti gli ingredienti. Prendete una pirofila e dopo aver spennellato le pareti con olio e averle cosparse con pangrattato, rivestitela con parte del composto di patate. Versate il coniglio disossato con le olive e ricoprite la torta con il restante impasto. Io stavolta ho optato per le griglie. Decorate con le olive, spennellate con un filo d'olio e infornate a 200° per 15/20 minuti nel forno preriscaldato. Servire subito. 




Con le dosi suindicate ho preparato due pirofile piccole.

Marzallette

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Italia nel piatto - 2 novembre: Comfort Food
Fino a poco tempo fa non avevo idea di cosa si celasse sotto questo termine o più precisamente avevo lasciato perdere. Ma l'appuntamento di questo mese mi ha "costretta" ad informarmi. E cosi ho scoperto che con questa espressione, arrivata dagli Stati Uniti sul finire degli anni Settanta, si indica un cibo che suscita nostalgia, emozione, che ti coccola e ti riscalda. Un pò come la mia vecchia e calda vestaglia quando ho freddo! Però al contrario del comfort food americano, associato il più delle volte a prodotti commerciali, da noi indica il piatto della mamma o della nonna, quindi un piatto tradizionale, genuino e spesso povero. Se chiudo gli occhi mi viene in mente " l'uovo sbattuto " che mi preparava mia nonna quando studiavo, oppure " il brodo con le polpettine " di mia mamma oppure ancora "la cioccolata calda" che preparava mia zia. Quindi soltanto cibi legati ad un periodo della nostra vita e a delle persone care? Certamente no! E infatti il mio comfort food sono le marzallette ( chiamate impropriamente mastaccioli ), dei biscottoni mandorlati al miele che sgranocchio continuamente soprattutto nel periodo invernale. Mi riscaldano, mi danno un senso di benessere, mi piacciono, anche se apportano qualche caloria di troppo.
 Le marzallette non sono un dolce della nonna, però sono un ricordo della mia infanzia. Ricordi che andando in avanti con gli anni riaffiorano più spesso e più nitidamente. Ricordi legati alle fiere paesane, al piacere di andare a curiosare presso il banchetto dei "mastazzolari sorianesi" , per portare a casa un pacchetto di mastaccioli. Cosa che faccio tutt'ora, anche se ho imparato a prepararli. Ma gli originali sono un'altra cosa!
Le marzallete e i mastaccioli sono l'emblema di Soriano, un piccolo borgo delle Serre Calabre. Hanno origine antichissima, un intreccio tra storia e leggenda. La leggenda parla di un monaco venuto dal nulla e svanito nel nulla che avrebbe offerto questi dolci alla popolazione ; la storia invece narra che furono i monaci certosini prima e i domenicani poi ad insegnare ad alcuni artigiani l'arte della pasticceria ( nel paese fu fondato un convento domenicano intorno al 1500 ). Mentre i mastaccioli sono biscotti duri, compatti, pesanti, dalle forme più svariate e con decorazioni di carta stagnola colorata,  le marzallette, o semplicemente biscotti al miele, sono dei dolci dalla forma un poco rustica e dal sapore forte, fatti con miele di acacia o castagno, farina e mandorle.

Le originali


Mastaccioli


Ingredienti
500 gr circa di farina 00
150 gr di miele ( io acacia )
100 gr di zucchero
300 gr di mandorle tostate
1 uovo
la scorza di un limone grattugiata
un cucchiaino da caffè di ammoniaca
cannella e chiodi di garofano ( facoltativi )
50 ml di vino cotto
Preparazione
In un pentolino sciogliete il miele con lo zucchero. In una ciotola setacciate la farina, aggiungete la mandorle, l'ammoniaca, il vinocotto, le scorzette di limone e il miele intiepidito. Lavorate il composto fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea, se è duro aggiungete vino cotto, se è molle farina.


 Formate dei salami che schiaccerete un pò  con le mani bagnate.


Metteteli in una tortiera foderata con carta forno e infornate a 170° per 15/20 minuti circa e comunque fino a doratura leggermente scuretta. Sfornate a tagliate a fette. Appena sfornati possono essere duri, ma poi si ammorbidiscono.
Il colore più o meno scuro dipende dal tipo di miele usato:con il miele di acacia e il millefiori  le marzallette avranno un colore più chiaro, invece saranno bruniti con il miele di castagno.






Pronte per essere regalate nella classica velina
che ne salvaguarda la freschezza.

E adesso andiamo a scoprire altri Confort Food

Trentino-Alto Adige:  Pane di molche (El Pam de molche) con le noci 
http://www.afiammadolce.it/2014/11/pane-di-molche-pam-de-molche-con-le-noci.html
  
Friuli-Venezia Giulia:  Goulash di oca alla friulana con polenta e frico croccante 
http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2014/11/goulash-doca-alla-friulana-con-polenta.html

Lombardia: Ravioli di zucca (Raviöi de ssüca)
http://kucinadikiara.blogspot.com/2014/11/ravioli-di-zucca-ravioi-de-ssuca.html

Veneto: Pearà
 http://letenerezzediely.blogspot.com/2014/11/pearà.html

Valle d'Aosta: Budino di pane di segale http://atuttopepe.blogspot.com/2014/11/budino-di-pane-di-segalela-valle-daosta.html

Piemonte: Non partecipa

Liguria:  Ciuppin     http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/11/litalia-nel-piatto-comfort-food.html


Emilia Romagna: Zuppa imperiale http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/11/zuppa-imperiale-per-litalia-nel-piatto.html

Lazio: Minestra di ceci e castagne 
http://beufalamode.blogspot.com/2014/11/minestra-di-ceci-e-castagne-per-litalia.html

Toscana: Pappa al pomodoro http://acquacottaf.blogspot.com/2014/11/pappa-al-pomodoro.html

Marche: Olive all'ascolana http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2014/11/olive-allascolana-ricetta-tipica-delle.html  

Abruzzo:Scrippelle 'mbusse http://ilmondodibetty.blogspot.com/2014/11/scrippelle-mbusse-per-litalia-nel-piatto.html
  
Molise: U Suscelle - http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2014/11/u-suscelle-per-litalia-nel-piatto.html

Umbria: Zuppa di cecere http://amichecucina.blogspot.com/2014/11/zuppa-di-cecere-per-litalia-nel-piatto.html

Basilicata: Lagane e ceci
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2014/10/31/lagane-e-ceci-infallibile-comfort-food/

Campania: Pettole e fagioli sfritte -http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/11/pettole-e-fagioli-sfritte.html

Puglia: Cavatelli, cozze e fagioli - http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/11/cucina-pugliese-cavatelli-cozze-e.html

Calabria:Marzallette -http://ilmondodirina.blogspot.com/2014/11/marzallette.html

Sicilia: I taralli siciliani - http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2014/11/i-taralli-siciliani.html


Sardegna:









Frolla alle nocciole con marmellata di mele cotogne

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Nocciole e mele cotogne stanno benissimo insieme, hanno quel sapore rustico che sa di casa, di cibo genuino e sano, di dolci della nonna. E credo che in fin dei conti siano i dolci che amiamo di più perchè ci fanno sentir bene.
Questo è il periodo della frutta secca, noci, nocciole, mandorle e allora mi sono detta perchè non preparare la frolla alle nocciole al posto della più conosciuta e apprezzata frolla classica? Ho ottenuto una frolla molto friabile e aromatica che è piaciuta a tutti.
Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di nocciole sgusciate e spellate
120 gr di margarina
120 di zucchero di canna
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 uovo e un tuorlo
mezza bustina di lievito
marmellata di mele cotogne homemade
Preparazione
Tostate le nocciole nel forno , poi passatele in un cucchiaio di zucchero e con l'aiuto di un mixer polverizzatele fino ad ottenere una farina molto fine ( in alternativa potete comprare la farina di nocciole che si trova facilmente in commercio ).
In una ciotola versate la farina 00, la farina di nocciole, la margarina e sabbiate il tutto. Quando avrete ottenuto una polvere grossolana aggiungete lo zucchero di canna, le uova e il lievito, impastate velocemente fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Mettetelo nella pellicola e fatelo riposare in frigo per almeno mezz'ora.



Intanto imburrate e infarinate uno stampo e rivestitelo con trequarti della pasta frolla. Versate la marmellata di mele cotogne, livellatela  e poi con il resto della frolla formate delle strisce e posizionatele sulla crostata. Infornate per 20 minuti circa a 180° in forno preriscaldato.Una volta pronta fatela raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.





Con questa ricetta partecipo al contest Ricette d'Autunno





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