Quantcast
Channel: Il mondo di Rina
Viewing all 790 articles
Browse latest View live

La crostata con crema frangipane e amarene

$
0
0



Vederla e innamorarmene è stato facile. Parlo della crostata che ho visto fare a Valentina Gigli una sera su Alice. E così ho pensato di prepararla per la festa della mamma. Il risultato finale ha avvalorato la mia prima intuizione, un dolce delizioso dal gusto intenso. Qualche modifica però l'ho apportata, infatti ho evitato il cioccolato e la farina 00 nella crema. Mi piace sentire il gusto delle mandorle che altrimenti ( credo io ) andrebbe coperto dal cioccolato fondente già abbastanza presente nella crostata che poi ne guadagna anche visivamente.
Ingredienti
Per la pasta frolla
250 gr di farina 00
120 di margarina
100 gr di zucchero
2 tuorli
1/2 di lievito
Per la farcia
120 gr di margarina morbida
150 gr di zucchero
150 di farina di mandorle
2 uova
200 gr di cioccolato fondente tritato grossolanamente
200 gr di amarene
Preparazione
Preparate la frolla e mettete l'impasto in frigo per 30 minuti. Montate la margarina con lo zucchero, le uova e la farina di mandorle. Stendete e rivestite con la frolla una tortiera da 24 cm, ricopritela con il cioccolato tritato, le amarene e versate infine la crema.


 Infornate a 165° per 35 minuti circa.Una volta fredda l'ho spolverizzata con zucchero a velo e un pò di cacao amaro. Per adeguarla alla festa ho aggiunto dei micro cuoricini di cioccolata bianca.



A distanza di due giorni è ancora più buona!







Pizza soffice con salsiccia, pecorino fresco e uova all'occhio di bue

$
0
0



Un titolo lunghissimo per questa ricetta super collaudata davvero gustosa e molto mediterranea. Gli ingredienti della farcitura provengono infatti dal mio territorio anzi  posso tranquillamente affermare che sono a Km 0 . Ai miei piace moltissimo, è soffice, saporita e quello che più conta costa pochissimo: per le dosi sotto indicate non ho speso più di 5 euro. Possiamo considerarlo un piatto unico e con un contorno di verdure risolve la cena.
Ingredienti
Per la pasta
350 gr di farina di semola di grano duro
1 cucchiaino di sale
10 gr  di lievito di birra
2 cucchiai di olio evo
acqua qb

Per la farcia
150 gr di salsiccia calabrese
150 gr di pecorino fresco
2 uova
1 cucchiaio di nduja
200 gr di pelati
2 cipollotti
sale qb
origano
olio evo
La farcia l'ho utilizzata per una tortiera di 26 cm, con il resto della pasta ho preparato un'altra pizza.

Preparazione
Preparate la pasta e mettetela a lievitare ( io l'ho preparata nel primo pomeriggio per usarla poi in serata, circa 5 ore ).


In una padella versate l'olio e i cipollotti tagliuzzati finemente, fate rosolare e poi aggiungete la nduja e i pelati che avrete schiacciato con le mani. Salate e continuate la cottura per 15 minuti circa. Il sughetto deve essere leggero.

Spellate la salsiccia e tagliuzzatela e riducete il formaggio a dadini.


Riprendete la pasta, lavoratela per qualche minuto e poi stendetela in una teglia unta d'olio. Ricopritela con il sugo e spolverizzate con l'origano. Scaldate il forno a 200°, infornatela e lasciatela cuocere per 15/20 minuti.


Estraete la pizza dal forno, versatevi le uova, la salsiccia e il pecorino. Salate e portate a termine la cottura fino a quando gli albumi si rapprendono. Servite subito.




Buon appetito!

Pitta china...con ricotta e salsiccia calabrese

$
0
0



Ed eccomi al mio primo appuntamento con "l'Italia nel piatto" e le ricette regionali, il cui tema questo mese è " Il latte e i suoi derivati". Partecipo con piacere e spero  di essere all'altezza del compito affidatomi. Rappresentare la mia bellissima terra  mi riempie d'orgoglio e cercherò di farvi conoscere alcuni dei tanti piatti della nostra tradizione contadina che, affidati unicamente alla tradizione orale, rischiano di scomparire.La cucina calabrese nasce dall'incontro di popoli e culture diverse e i suoi piatti sono semplici e aromatizzati, fatti di sapori forti e genuini. Questa saporita pitta ne è l'esempio. Perchè pitta e non torta salata? Perchè, il grano divenuto farina veniva offerto agli dei, durante i sacri riti, dai nostri avi Italioti e Romani, che lo manipolavano in forma di " pictae ", cioè di focacce di pasta lievitata, senza buco: così noi continuiamo a preparare le " pitte ", tramandandocene le ricette apprese nell'infanzia. Le varianti del ripieno sono tante e dipendono dalle diverse zone, resta comunque fondamentale l'abbinamento del formaggio con il salume. Prodotti questi che non mancavano mai  sulla tavola dei nostri nonni in quanto provenienti dagli animali allevati in cortile. 
 Il piatto sicuramente acquista sapore per la genuinità e freschezza degli ingredienti e infatti la ricotta, anzi le ricottine, sono del posto ( non di rado la mattina sento le campanelle delle caprette e l'abbaiare dei cani pastori ); allo stesso modo la salsiccia, piccante e morbida al punto giusto (la mia non ha il finocchietto  che troviamo invece in altre zone della Calabria).

Ingredienti
pasta di pane già pronta, preparata con:
300 gr di farina 00
mezzo cubetto di lievito di birra
un cucchiaino di sale
un pizzico di zucchero
1 cucchiaino di peperoncino piccante in polvere
2 cucchiai d'olio evo
acqua qb
Ripieno
3 ricottine
100 gr di salsiccia stagionata
100 gr di pecorino fresco
50 gr di pecorino grattugiato
foglioline di prezzemolo
sale
olio evo
Preparazione
In una ciotola mettete le ricotte , lavoratele con la forchetta e aggiungete un pizzico di sale, il pecorino grattugiato, il prezzemolo tritato e un goccio d'olio evo. Amalgamate il tutto.



Tagliate la salsiccia a pezzetti e il pecorino a fette sottili. Ungete con olio una tortiera. Stendete con il mattarello la pasta in modo da ottenere due dischi. Con quello più grande foderate la tortiera, riempite con la ricotta, la salsiccia e il formaggio a fette.






 Ricoprite con con il secondo disco e ripiegate verso l'interno il bordo di pasta sigillandolo bene. Bucherellate la superficie, ungetela  con un filo d'olio e mettete la pitta in forno già caldo per 20 minuti a 200°.



 La pasta dovrà acquistare un colore dorato. Fatela riposare un pò prima di gustarla.






Riscaldata è ancora più buona perchè la pasta risulta più croccante mentre il cuore di ricotta rimane sempre morbido.




Ed ecco cosa propongono le altre regioni:
Lombardia- Riso al latte
 Veneto - Risini di Verona
 Trentino Alto Adige -  Torta Simona, ricetta originale trentina
 Emilia Romagna - Buslàn - Ciambella Piacentina 
 Liguria -  Budino di latte 
 Marche - Il lattaiolo in pasta matta
 Puglia - La ricotta fatta in casa 
 Calabria- Pitta China con ricotta e salsiccia  http://ilmondodirina.blogspot.com/2014/05/pitta-china con-ricotta-e-salsiccia.html
 Sardegna- non partecipa


Orecchiette risottate con salsiccia e carciofi

$
0
0


Rispettare la stagionalità dei prodotti significa avere la garanzia di mangiare frutta e verdura ricche di vitamine e antiossidanti perchè raccolte nel periodo giusto della maturazione. La grande distribuzione ci sta abituando a trovare gli stessi prodotti in qualsiasi periodo dell'anno, ma se ci soffermassimo un attimo a pensare ci renderemmo conto che le colture forzate nelle serre e il trasporto a lunga distanza dei prodotti comportano costi energetici enormi ed emissioni di anidride carbonica dannose per l'ambiente. Se scegliamo la stagionalità rispetteremo l'ambiente e faremo una spesa più economica. E poi ricordiamoci che la natura è saggia, ad ogni stagione ci regala alimenti di cui abbiamo bisogno non solo per nutrirci ma anche per fronteggiare  le condizioni climatiche.
Certamente è sbagliato esagerare e non il comprare una tantum un prodotto che ci serve o che semplicemente ci piace.
E così siamo alla fine di maggio e sono finiti i carciofi! Dall'oggi al domani non se ne trovano più sulle bancherelle del mercato, al loro posto adesso ci sono le " reste" di aglio e di cipolle rosse di Tropea. Con gli ultimi fasci comprati ho pensato di fare un pò di provviste e quindi ,dopo averli puliti, li ho scottati per pochi minuti in acqua salata acidulata e li ho congelati. Un pò li ho tenuti da parte per preparare questo saporito primo.

Ingredienti
500 gr di salsiccia fresca leggermente piccante
carciofi a spicchi precedentemente sbollentati
1 cipollotto
300 gr di orecchiette fresche
50 gr di pecorino grattugiato
prezzemolo
olio evo
sale qb
ricotta salata stagionata
Preparazione
In una padella abbastanza capiente ( dovrà contenere la pasta ) versate l'olio, il cipollotto tagliuzzato finemente e la salsiccia spellata e sbriciolata. Fate rosolare a fuoco vivo e sfumate con una tazzina di vino rosso.


 Abbassate la fiamma e continuate la cottura per 10 minuti circa e poi aggiungete gli spicchi di carciofi e prezzemolo tritato.



 Salate, aggiungete 3 bicchieri di acqua calda e versate le orecchiette.


  Fate cuocere dolcemente la pasta aggiungendo altra acqua se occorre. A cottura ultimata regolate di sale e mantecate con un filo d'olio evo e del pecorino grattugiato. Servite con una spolverata di prezzemolo tritato e scaglie di ricotta salata.


Frittata con le sarde

$
0
0


Anche il pesce, come la frutta e la verdura, ha la sua stagionalità: il periodo in cui il prezzo è più conveniente, le proprietà nutritive migliori e il sapore più gustoso. Il periodo migliore per consumare le sarde va da marzo ad ottobre, essendo più grasse danno il meglio di sè soprattutto fritte, alla griglia o con il sugo. Il mar Ionio è ricco di pesce azzurro ( anche se negli ultimi anni se ne pesca sempre meno ), quindi è un prodotto a Km0 e il suo costo è accessibile a tanti; tuttavia, nonostante le sue proprietà organolettiche e antiossidanti, non è apprezzato come meriterebbe. Come già detto tante volte in casa mia mangiamo spesso le sarde, di meno le alici; io ho imparato a cucinarle dai miei suoceri che avevano una barca con le reti per diversi tipi di pesca. In questo periodo con la " lampara " e il " cianciolo " si andava a pesca di sarde e siccome è il momento della riproduzione e si avvicinano a riva, succedeva alcune volte  che a causa dell'abbondanza si rimaneva ore ed ore per togliere le sarde dalla rete. E allora noi donne ritornavamo a casa per cucinarle , fritte e con la pasta, in attesa del ritorno degli uomini; oppure le arrostivamo sulla spiaggia stessa. E vi dirò che la mattina seguente tutto il condominio mangiava sarde!
E adesso andiamo al piatto di oggi: una saporita e delicata frittata con le sarde.
Ingredienti
250 gr di sarde fresche
6 uova
prezzemolo tritato
origano
peperoncino piccante in polvere
un cucchiaio di pecorino calabrese grattugiato
sale qb
olio evo
Preparazione
Eliminate la testa delle sarde, sventratele, spinatele, lavatele e mettetele in un piatto con un filo d'olio, il sale, il peperoncino e l'origano.


Lasciatele riposare per un'ora circa e poi disponetele in una padella  con l'olio.
In una ciotola sbattete le uova con un pizzico di sale, aggiungete il prezzemolo tritato , il pecorino grattugiato e versatele sulle sarde. Fate rapprendere e capovolgete la frittata per completarne la cottura.



Con questa ricetta partecipo al contest "Nel cesto del picnic " de La cucina di Esme


Crostata integrale con marmellata di agrumi

$
0
0



Dopo aver provato la farina integrale con il pane, ero curiosa di vederne il risultato nei dolci. Avendo la dispensa ricca di marmellata di arance, limoni e , ultima arrivata, ai cinque agrumi, ho pensato di preparare una crostata . Il risultato finale è stato soddisfacente, certo è meno dolce della tradizionale, ma è altrettanto gustosa. La mia paura era che che l'impasto, dopo cotto, venisse duro invece è rimasto molto friabile. E sempre per quella paura ho aggiunto della farina 00, però leggendo nei vari blog  ho visto che tante di voi utilizzano anche solo farina integrale. Proverò, perchè i dolci sono più leggeri, più salutari e forse anche meno calorici ( ? )
Ingredienti
200 gr di farina integrale bio
100 gr di farina 00
120 gr di zucchero di canna
120 gr di margarina
1 uovo e un tuorlo
mezza bustina di lievito vanigliato
sale
marmellata qb
Preparazione
Preparate la pasta. Versate in una ciotola le farine con un pizzico di sale, il lievito , lo zucchero; formate una fontana e al centro mettete la margarina morbida, l'uovo e il tuorlo. Lavorate gli ingredienti per pochi minuti fino ad ottenere un impasto omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e tenetelo in frigo per 30 minuti circa. Certamente , come già ben sapete, se l'impasto è duro aggiungete un pò di latte, al contrario una spolverata di farina.



La marmellata l'ho preparata con arance, mandarini, limoni, pompelmi e cedri, la ricetta la posterò appena possibile.


Trascorso il tempo rivestite con la frolla una tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Ho usato uno stampo piccolo e così ho preparato anche dei ravioli che ho farcito con la marmellata di uva fragola, noci, fichi secchi e granella di pistacchio. Un riciclo golosissimo! Riempite la frolla con la marmellata, decoratela con le strisce e infornate a 180° in forno già caldo. Attenti alla cottura, anche se la crostata avrà un colore scuro per la presenza della farina integrale.




E questi sono i ravioli






Braciole di riso con nduja

$
0
0



Il piatto di oggi è rivolto soprattutto agli amanti dei sapori forti. Sono braciole e non arancini o arancine, piatto tipico siciliano. In dialetto soveratese  sono i " vrascioli ". Da notare l'assenza del ragù di carne e dei piselli, come pure dello zafferano, che lasciano invece il posto a dei prodotti squisitamente calabresi: salsiccia, caciocavallo e nduja. L'aggiunta della nduja, un salame morbidissimo e piccantissimo tipico della zona del Monte Poro e di Spilinga in particolare, dà alle braciole un gusto in più, a cui è difficile resistere. Vi consiglio di non eccedere nella quantità, vista la piccantezza, anche per non coprire gli altri sapori.

Ingredienti
400 gr di riso arborio
3 uova
pecorino calabrese grattugiato q.b.
nduja, caciocavallo silano, salsiccia stagionata
sale q.b.
prezzemolo
olio di semi per friggere
pane di mais grattugiato.
( ho seguito il consiglio di Pasquale e così oltre i rimasugli di pizza, grattugio anche il pane di mais avanzato: il risultato è un pangrattato dal sapore deciso e leggermente piccante ).

Preparazione
In una pentola con acqua bollente salata mettete a cuocere il riso. Una volta cotto scolatelo, mettetelo in una ciotola e fatelo raffreddare. Quindi aggiungete il pecorino ( la quantità dipende dai vostri gusti, a me piace sentirlo ),le uova e il prezzemolo tritato.



Intanto tagliate il caciocavallo e salsiccia a dadini e preparatevi la nduja.





 Adesso bagnatevi le mani con l'acqua, prendete il riso e schiacciatelo leggermente sul palmo della mano,inserite un pò di nduja, il caciocavallo e la salsiccia.



Richiudete e compattate . Rotolate le braciole nel pane grattugiato e mettete in frigo per 30 minuti circa.



   Friggetele in abbondante olio di semi, scolatele su carta assorbente e servitele calde.





Buon appetito e buona festa della Repubblica.


Pasta con le sarde

$
0
0

La pasta con le sarde è un piatto d'eccellenza della cucina siciliana, ricco di sapori e profumi intensi. Ma quella che posto oggi è la mia versione, semplice, velocissima, appetitosa e senza finocchietto perchè in casa mia non piace. Per gustare questo piatto dal sapore deciso è fondamentale la freschezza del pesce, così sarà possibile sentire l'odore e il sapore del mare! 
Ingredienti
500 gr di sarde fresche
300 gr di bucatini
1 spicchio d'aglio
un ciuffo di prezzemolo
8/10 pomodori pachino
olio evo
sale q.b.
pangrattato (io pane di mais tostato e frullato )


Preparazione
Pulite le sarde, apritele a libro, diliscatele e risciacquatele con cura. Fate imbiondire in un tegame un trito di aglio e prezzemolo con mezza tazzina d'olio evo, aggiungete le sarde e rosolate.


 Fatele insaporire finchè non diventano bianche, quindi aggiungete i pomodorini tagliati a pezzi. Aggiustate di sale, mescolate e fate cuocere per non più di dieci minuti.


 Nel frattempo lessate i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli al dente e versateli nella padella con il sugo. Fate saltare per qualche minuto, impiattate  e spolverate con prezzemolo e  pangrattato.


Con questa ricetta partecipo al contest


http://vadoincucina.blogspot.it/2014/05/1contest-la-mia-pasta-con-sponsor.html
in collaborazione con


Pani e maju ( pane con il sambuco )

$
0
0


Maggio, mese del " pani e maju ", cioè  del pane di maggio. Pane con i fiori del sambuco che in questo periodo raggiunge l'apice della fioritura. La preparazione ancora oggi richiede un rituale che coinvolge tutta la famiglia. Il giorno prima si va in cerca della pianta in zone lontane dal centro abitato, incontaminate, per raccogliere i fiori più bianchi e più belli. Raccolti i fiori, questi vengono lavati, spezzettati in piccoli ramoscelli e lasciati asciugare per tutta la notte. L'indomani mattina si prepara l'impasto per il pane. 
Ripetere oggi questo rituale significa non soltanto preparare  qualcosa di buono e di genuino da mangiare, ma ricordare e difendere le nostre radici e le nostre tradizioni. Significa ricordare quanta passione e quanta fantasia le nostre antenate mettevano nella preparazione di quei piatti che servivano per sfamare la propria famiglia, piatti semplici ottenuti con i prodotti che  avevano a disposizione e che loro sapevano amalgamare alla perfezione. Mai un sapore prevale sugli altri! 
Il pane con i fiori del sambuco vanta origini molto remote, ma non è conosciuto in tutta la Calabria, bensì soltanto nei paesi delle Serre calabre e del vibonese in particolare. Ho scoperto che in alcune zone usano la farina di granturco e in altre la farina di grano duro, però l'ingrediente comune oltre il sambuco è il peperoncino. E adesso veniamo alla mia ricetta, rielaborata dopo la consultazione dei miei libri di cucina calabrese e di un viaggio nella rete.
Ingredienti
500 gr di farina di grano duro
250 ml di acqua tiepida
metà cubetto di lievito di birra
3 cucchiai d'olio evo
sale q.b.
10 infiorescenze di sambuco
un cucchiaino di polvere di peperoncino piccante ( non troppo per non coprire l'odore e il sapore del sambuco )
Preparazione
La sera precedente lavate i fiori e metteteli ad asciugare per tutta la notte. L'indomani mattina "sgranate" i fiori.
In una ciotola versate la farina, unite il lievito sciolto in acqua tiepida e successivamente l'olio e il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto morbido che non si attacchi alle mani. Mettete a lievitare per 3/4 ore in un ambiente caldo.


 Intanto sulla spianatoia distribuite il fiori con il peperoncino in modo uniforme. 


Trascorso il tempo di lievitazione, poggiate il panetto sui fiori e incorporateli nell'impasto. Formate dei filoncini su cui praticherete dei tagli.



 Fate lievitare nuovamente fino al raddoppio. Infornate in forno preriscaldato a 200° per 20/30 minuti.  Estraete i filoncini dal forno e fateli raffreddare su una gratella.


E' buonissimo consumato al naturale, ma dà il meglio di sè con una fetta di soppressata calabrese.
Provate.


Spaghetti con 'nduja di pescespada

$
0
0




Se c'è tanto da scoprire nella mia terra, mille volte di più c'è da gustare. La Calabria è chilometri di coste affacciate su due mari, è montagne impervie, è lunghe catene boschive, è il fascino della Costa degli Aranci e della Riviera dei Cedri. E' tutto questo e molto altro ancora che chiede soltanto di essere scoperto e valorizzato. E poi c'è la cucina, una cucina forte, che non teme mezze misure; una cucina ricca e variegata dove prevalgono legumi, ortaggi, verdure selvatiche, pesce azzurro, agrumi, peperoncino, olio; una cucina che unisce mari e monti;  una cucina che oggi è capace  di dare vita a sapori nuovi ed inaspettati. E' il caso di questo salume gustosissimo e salutare dalla consistenza cremosa, in cui troviamo peperoncino piccante, pescespada di Bagnara e profumo di bergamotto. E' ottimo sui crostini o sulla pizza ( infatti l'ho scoperto in una pizzeria e il pizzaiolo me ne ha fatto avere un vasetto); io l'ho utilizzato per condire gli spaghetti seguendo in parte la ricetta trovata sul sito del prodotto.



Ingredienti
300 gr di spaghetti
3 cucchiai medi di 'nduja di pescespada
2 etti di zucchine
un ciuffo di prezzemolo
foglioline di menta
olio evo
sale qb
Preparazione
In una padella versate dell'olio e fatevi saltate delle zucchine tagliate a julienne.



 A cottura ultimata aggiungete la 'nduja di pescespada, prezzemolo tritato e quindi gli spaghetti cotti al dente con un pò della loro acqua di cottura.




 Mantecate il tutto per qualche minuto e cospargete ancora con prezzemolo e menta tritati.. Attenzione al sale, la 'nduja è abbastanza saporita.



Pollo "cu pipi salati"

$
0
0



Ed eccomi al mio secondo appuntamento con  L'Italia nel piatto. Tema: il pollame. All'inizio sono stata un pò indecisa sul piatto da postare, anche perchè non è una carne che amo molto. Poi fortunatamente mi è venuta in aiuto mia cognata, la quale mi ha dato non solo la ricetta ma anche i " pipi salati".
 Le " provviste " hanno sempre avuto nella cucina calabrese un' importanza notevole. Essendo la Calabria una terra povera ad economia contadina tutta la gastronomia era basata sui prodotti dell'orto e di produzione propria. Infatti in estate, quando gli ortaggi  erano al clou della maturazione, venivano raccolti e conservati con diversi procedimenti che andavano dall'essiccatura, alla messa sott'olio e sotto sale, per averli disponibili in ogni periodo dell'anno e usarli sia come antipasti che per arricchire i tipici piatti locali. Ogni donna del paese tramandava segreti e tecniche da madre in figlia. Tecniche che ancora oggi pratichiamo, seppure con delle semplificazioni, ma sempre utilizzando materie prime coltivate nei nostri territori.
Con il termine "pipi salati" intendo parlare della conservazione sotto sale di peperoni tondi verdi, melanzane e pomodori verdi con l'aggiunta di aglio e finocchietto selvatico. Tale preparazione viene effettuata sul finire dell'estate, in modo da consumare "i pipi" in inverno ( preparazione e altri modi di gustarli li rimando nei tempi adatti ).
Il risultato tra la consistenza delicata della carne del pollo e il sapore deciso degli ortaggi è un piacevole connubio di sapori e profumi appetitosi e invitanti.
Ingredienti
Una confezione di spezzatino di pollo
1 cipolla rossa di Tropea
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
salvia
olio d'oliva
sale qb
aceto di vino bianco
una manciata di "pipi salati"
Preparazione
Per prima cosa bisogna togliere dal contenitore i "pipi salati", sciacquarli sotto l'acqua corrente e tamponarli con carta assorbente.




In un tegame antiaderente ( l'ideale sarebbe una pentola di coccio ) versate in un filo d'olio la cipolla tagliata a rondelle, i pezzi di pollo, la salvia, il prezzemolo e lo spicchio d'aglio.



 Fate rosolare a fiamma vivace e quando la cottura è quasi ultimata aggiungete l'aceto e fate evaporare. Abbassate quindi la fiamma versate i "pipi salati", salate e pepate.



Coprite  e proseguite la cottura per altri 10/15 minuti, mescolando di tanto in tanto. Spegnete e lasciate riposare il pollo nel suo intingolo, ne guadagnerà in sapore. 






Ecco le altre regioni con i relativi piatti:

Trentino Alto-Adige  Petti di pollo ai mirtilli
Lombardia
Veneto
Emilia-Romagna     Pollo in galera
Liguria                    Pollo alla cacciatora
Marche                   Pollo alla 'ncip 'nciap
Umbria                   Gnocchi con sugo di piccione
Molise                    Pollo a ciffe e caffè
Campania               Tagliata di pollo cotto su pietra lavica
Puglia                     Non partecipa
Calabria                 Pollo "cu pipi salati"
Sardegna               Pollo con olive e capperi a succhittu ricetta sarda

Marmellata di agrumi misti

$
0
0

Certamente non è il periodo per preparare questa marmellata, ma avevo scritto il post nel tempo giusto e me ne sono dimenticata. E così l'altra sera mettendo ordine nelle cartelle l'ho scovato e visto che l'avevo utilizzata qui, posto adesso la ricetta. Tra gli agrumi contenuti in questa marmellata, oltre le arance, i mandarini, i limoni e i cedri, vi sono anche i pompelmi che contengono naringerina, una sostanza fortemente antiossidante. Considerato che si utilizza anche la scorza, gli agrumi debbono essere obbligatoriamente non trattati. Il risultato è un'esplosione di gusto e di freschezza. Vi consiglio di farla, utilizzando però gli agrumi calabresi, prodotti naturali e unici per profumo e bontà.
Ingredienti
1 kg tra arance,limoni, cedri, mandarini, pompelmi
600 gr di zucchero
Preparazione
Lavate con cura gli agrumi,eliminate le estremità e tagliateli a fette eliminando tutti i semi, ( nella foto mancano i pompelmi ).



Raccogliete tutta la frutta in una ciotola capiente e aggiungete lo zucchero. Amalgamate il tutto e schiacciate i frutti con le mani. Mettete a riposare per una notte. Trascorso il tempo dovuto trasferite in una pentola sul fuoco, dapprima vivace e poi più basso per evitare che la marmellata si cristallizzi.

 
Nel frattempo sterilizzate i vasetti con i loro coperchi. Ricordatevi che per avere una marmellata lucida e trasparente bisogna eliminare la schiuma che man mano viene a galla. Quando la consistenza vi soddisfa travasatela nei vasetti sterilizzati che capovolgerete per creare il sottovuoto



Oggi voglio ringraziare Molly del blog http://lacucinadimolly.blogspot.it/ per avermi donato questo premio


Fa piacere essere considerati e apprezzati, ma è ancora più bello fare altrettanto. Da quando ho aperto il blog ho trovato tante persone meravigliose che mi hanno regalato un pò del loro tempo, che mi hanno sostenuta e spronata. Persone che condividono i miei stessi interessi per scelta e non per obbligo. Per questo motivo non mi sento di nominare solo dieci blog e voglio condividere il premio con tutti coloro che pensano che essere blogger non è una perdita di tempo ma avere passione per ciò che si fa. GRAZIE.

Perciatelli integrali con pomodoro e ricotta

$
0
0



La pasta è uno dei capisaldi della cucina calabrese insieme alle verdure e alla carne di maiale. Quasi sempre di grano duro, secca o fresca, spesso senza uova, con tanti formati e nomi diversi da perderci la testa, era ed è il piatto centrale del pasto. Il condimento cambia a secondo delle zone, del periodo dell'anno e del gusto personale, ma sarà sempre un gusto saporito ed arricchito dai profumi dell'orto e spesso dall'onnipresente peperoncino. Il piatto di oggi è un piatto dal sapore antico  che ha come ingrediente basilare la ricottina di pecora, una crema delicata e dal gusto unico. Una volta come pasta veniva utilizzata la "stroncatura", ottenuta  con ciò che restava della farina e della crusca durante le operazioni di molitura del grano. Il colore era ovviamente scuro e il sapore leggermente acidulo. Oggi si produce ancora ma utilizzando farine integrali. ( Ma parlerò più dettagliatamente di questa pasta in un'altro post ).
Ingredienti
300 gr di perciatelli (bucatini ) integrali
500 ml di salsa di pomodoro
1 cipollotto
2 ricottine di pecora
ricotta salata
olio evo
sale qb
Preparazione
In una pentola, possibilmente di coccio, fate rosolare il cipollotto tritato con l'olio, unite la salsa e fate cuocere a fuoco moderato.





In una ciotola versate un pò di salsa, le ricottine e aiutandovi con una forchetta amalgamate il composto per bene e poi versatelo nella sugo rimasto e mescolate. 



Continuate la cottura per altri cinque minuti. Lessate i perciatelli in acqua salata, scolateli al dente e versateli in una zuppiera. Condite con il sugo e cospargete con  ricotta salata grattugiata.








Pitta di pane

$
0
0

Pane significa abbondanza, fraganza, tradizione, manualità, convivialità; ricordo di antiche usanze quando la pasta del pane era prima lavorata e fatta lievitare in un contenitore caratteristico, in dialetto calabrese "majida", e poi abilmente foggiata in grosse pagnotte sulle quali veniva impresso il segno della croce prima di infornarle nel forno arroventato con legna secca e odorosa. Il pane, per noi calabresi, è il cibo per eccellenza. Quasi avvolto da un alone di sacralità, che trapela nelle usanze di non mettere mai il pane con la faccia di sotto, ma sempre di taglio; nella raccomandazione che i grandi facevano ai noi bambini di baciare il pane prima di mangiarlo o se cadeva a terra; di non sprecarne nemmeno una briciola, che sarebbe stato peccato...
 Continua la mia esperienza della panificazione, mi piace sentire il profumo del pane appena sfornato e mi entusiasma l'utilizzo di altre farine. Il mio cruccio  è la difficoltà a mantenere in vita il lievito madre. Ma, da testarda calabrese, non mi arrendo.
 Il pane  che vi posto ha la forma di una pitta, cioè di una ciambella con il buco molto eccentuato. In un prossimo post vi farò vedere come schiacciandola prima di infornarla si ottiene la pitta "avanti furnu " che può essere farcita in mille modi.

Ingredienti
400 gr di farina di grano duro rimacinata
200 gr di farina 0 manitoba
mezzo cubetto di lievito di birra
50 ml di olio evo
 un cucchiaino scarso di sale
300 ml di acqua ( se occorre se ne può aggiungere ).
Con questa quantità di farina ho fatto la pitta e 2 filoncini.

Preparazione
Setacciate su una spianatoia  le farine, fate un buco al centro, mettete il lievito sbriciolato e poco alla volta l'acqua. Iniziate ad impastare e aggiungete l'olio e il sale. Lavorate per almeno 15 minuti fino ad avere un impasto elastico. Fate lievitare. A questo punto rovesciate l'impasto sulla spianatoia infarinata, piegatelo su se stesso prendendo i 4 lati uno alla volta. Aiutandovi con la semola formate la pitta e fate lievitare ancora per 3 ore. Cuocete in forno già caldo  a 220° per 15 minuti con un pentolino d'acqua sul fondo, poi abbassate la  temperatura a 200°, rimuovete il pentolino e proseguite la cottura per altri 30 minuti circa. Fate raffreddare nel forno spento su una griglia.



Prima
Dopo



Il pane è venuto molto morbido, ben alveolato e con una crosticina sottile.


Una bontà unica se mangiato caldo con un filo d'olio e origano.

Cestino con frutta fresca

$
0
0






Torta alla frutta fresca, un classico che non stanca mai e che accontenta tutti i palati. Perfetta per le feste estive, è facile da preparare e anche molto scenografica perchè potete decidere di decorarla con la frutta che vi piace di più. E in questo periodo c'è solo l'imbarazzo della scelta. Certamente in estate utilizzo la panna in minima parte, mentre in altri periodi mi piace pannosa.
Per questo cestino ho utilizzato un pds, della crema pasticcera al limoncello e della frutta di stagione. Un sapore fresco accentuato dal lieve retrogusto del limoncello.

Ingredienti
Pan di spagna
6 uova
200 gr di zucchero
200 gr di farina
1 bustina di lievito
burro per lo stampo
Mettete uova e zucchero in una ciotola e montate per 20 minuti circa. Quando il composto è pronto versate delicatamente la farina e il lievito setacciati. Imburrate e infarinate una tortiera, versate l'impasto e infornate in forno già caldo, a 180° per 30 minuti circa.

Crema pasticcera 
Preparate 500 ml di crema pasticcera ed aromatizzatela con un bicchierino di limoncello.

Macedonia
Tagliate a pezzetti le fragole, le ciliegie, le nocipesche e le pesche ( sbucciate ); spremete un limone e amalgamate con un cucchiaio di zucchero. Fate riposare in frigo per qualche ora.

Preparazione
Tagliate la calotta superiore al pds, con un coltellino svuotatelo dalla mollica e lasciate intorno un bordo di 1 cm. In una ciotola mescolate la mollica sbriciolata con la crema e la frutta sgocciolata. Bagnate il guscio di pds con lo sciroppo della macedonia e riempitelo con la farcia. Ricoprite con altra mollica e tenete in frigo per un paio d'ore in modo che il ripieno si rassodi.


 Decoratela infine con ciuffi di panna montata e altra frutta, che potrete lucidare con la gelatina come ho fatto io, oppure con una spolverata di zucchero al velo. Infine, visto che serviva per una festa, l'ho resa più presentabile legandola con un bel nastro verde.








Frittata di patate e cipolle

$
0
0


Questa è una di quelle ricette che fanno parte del mio patrimonio genetico. E' una ricetta che adoro, che rappresenta il mio cavallo di battaglia, che sa di casa. E' semplice e appetitosa; è buona calda o fredda, a pranzo o a cena. Sempre.
Ingredienti
4  patate medie
2 cipolle rosse di Tropea
6 uova
pecorino calabrese grattugiato
sale q.b.
olio evo
salsa di pomodoro
nduja
caciocavallo silano.
Preparazione
Preparate un sughetto facendo rosolare un pò di cipolla in un tegamino, aggiungete della salsa di pomodoro e della nduja ( non esagerate) e fate cuocere dolcemente per 10 minuti circa.
Sbucciate, lavate e tagliate a spicchi le patate e le cipolle. Scaldate l'olio in una padella antiaderente, versate il tutto, fate rosolare e continuate la cottura.


Nel frattempo sbattete le uova, salatele e aggiungete il pecorino grattugiato.Quindi versate il composto direttamente nella padella e continuate la cottura a fuoco lento in modo che la frittata possa cuocersi in modo uniforme anche all'interno. Giratela con l'aiuto di un piatto per avere la stessa doratura da entrambi i lati.


Quando sarà ben cotta fatela scivolare su un piatto che possa andare in forno,versate sulla sua superficie il sugo già pronto e scaglie di caciocavallo. Infornate per pochi minuti, finchè il formaggio non si è sciolto.
Gustatela tiepida con una buona insalata di pomodori alla calabrese.




Pochette Sissi e la scogliera di Pietragrande

$
0
0



Rafia: l'estate è la stagione di questo filato leggero, colorato, facile da usare. Solitamente con la rafia si realizzano bellissime borse e cappelli per la spiaggia, ma anche shopper praticissime e al contempo molto chic. Ultimamente sono tanti i brand dell'alta moda che hanno inserito nelle proprie collezioni di borse estive proposte realizzate in rafia . Ma io per ovvi motivi sono per il fai da te e siccome mi piace l'idea di avere accessori di tutte le forme e colori ( non sono mondana però! ), realizzo borse e borsine in quantità. Le tracolle sono le mie preferite, probabilmente per il gusto retrò che riescono quasi sempre a trasmettere.
La fattura della Sissi è molto semplice: un rettangolo lavorato a punto basso e punto canestro piegato a metà e unito con dei punti nascosti. Rifinita  a punto gambero è impreziosita da fili di paillettes e nastro di organdis. Foderata con raso nero, ha una chiusura a strappo e una tracolla di cordoncino nero. Una creazione handmade elegante realizzata con un materiale povero considerato come adatto esclusivamente  per un look da giorno.





Adesso vi chiederete perchè ho accostato la pochette alla scogliera di Pietragrande. Perchè in questa zona ci sono i più suggestivi e rinomati locali notturni della costa ionica, alcuni dei quali si trovano proprio sulla scogliera, all'aperto, su un panorama mozzafiato. Ci troviamo nel cuore della Costa degli Aranci, nel centro del Golfo di Squillace. Il territorio è caratterizzato da una costa alta e quindi da rocce e scogli a picco sul mare. In località Caminia le rocce ospitano pittoresche grotte, dalle cui pareti scendono piante di capperi lunghissime. Le montagne che scendono giù sino alla costa sono ricche di macchia mediterranea con un'infinità di colori e di profumi. Il mare  con i suoi colori cangianti, dal blu cobalto al verde smeraldo e con i suoi fondali cristallini fa da sfondo a questa natura già di per se fantastica. La zona è ricca di reperti e monumenti delle civiltà normanne e bizantine che in Calabria hanno lasciato numerose testimonianze.


Copanello, una delle tante rinomate località balneari.
Alcune spiagge, come questa, possono essere raggiunte solo da mare.

( Immagini tratte dal web )

La " Lestopitta " ovvero pitta veloce

$
0
0


20 Luglio 2014: terzo appuntamento con  l'Italia nel piatto---Piatti freddi



La Calabria con il suo vasto territorio e la sua lunga storia caratterizzata da invasioni, conquiste e continue migrazioni di popoli, presenta culture, dialetti e tradizioni fortemente diversificate tra loro. Questo spiega come la tradizione gastronomica varia di zona in zona portando con sè le proprie peculiarità. E' il caso della Lestopitta, il tipico pane di Bova, cittadina ricadente nell'aria grecanica, la vecchia Chora ( capitale ) per antonomasia dei greci di Calabria. Pensate che i più anziani parlano ancora correttamente il greco antico o meglio la sua variazione magnogreca e le strade sono indicate in 3 lingue: italiano, greco con caratteri latini e greco con caratteri greci. La Lestopitta o pitta veloce ( lesto è sinonimo di veloce in dialetto calabrese ) è simile al  pane azzimo di cultura ebraica, in quanto priva di lievito; e un insediamento ebraico  è storicamente provato nella città di Bova. Anticamente le brave massaie quando in casa non c'era il pane facevano la Lestopitta impastando farina, acqua e sale. Si lavorava fino ad ottenere un composto omogeneo che poi si spianava e si friggeva in olio bollente. Ancora oggi la ricetta della Lestopitta è rimasta identica, una volta fritta viene consumata condita con olio e sale e peperoncino, farcita con ciccioli di maiale, con salumi e formaggi locali, con la salsiccia arrostita e con tutto ciò che più ci piace. 


Bova, uno de Borghi più belli d'Italia

Ingredienti
farina di grano tenero o duro, acqua, sale ed olio evo (io grano tenero )
Preparazione
Impastate la farina con un pizzico di sale, acqua tiepida e un filo d'olio e formate un panetto morbido  che, avvolto in un canovaccio inumidito, farete riposare per qualche ora in frigo. Trascorso questo tempo  riprendete la pasta e dividetela in palline di uguale misura. Con il mattarello spianatele in sfoglie sottilissime ( nella versione originale hanno un diametro di 10/15 cm ). Mettete sul fuoco una padella con olio e friggete una Lestopitta alla volta, prima da un lato e poi dall'altro.



Le mie Lestopitte sono più piccole, una per ogni commensale; per la farcitura  ho utilizzato la peperonata e un'insalata di pomodori: appetitose tutte e due, sono sparite subito. Una ricetta estiva veloce e semplice, oltre che economica, che potrete gustare in qualsiasi momento della giornata .
Ma la Lestopitta è buona anche nella versione dolce, noi infatti l'abbiamo gustata con il miele di bergamotto, un abbinamento perfetto visto che il microclima particolarmente dolce del territorio grecanico consente la coltura di questo agrume dal profumo intenso.

                                 

E adesso andiamo a scoprire i piatti delle altre regioni partecipanti

Trentino Alto Adige: Pomodori estivi ripieni 
 http://afiammadolce.blogspot.com
 Veneto: Crostini di polenta alla montelliana
 http://ely-tenerezze.blogspot.icom
Lombardia:  Torta fredda di patate, fagiolini e raspadura con salsa tonnata
 http://kucinadikiara.blogspot.com
Liguria: Insalata di pomodori e bottarga
 http://arbanelladibasilico.blogspot.com
Emilia Romagna: Spinacino ripieno/ 
 http://zibaldoneculinario.blogspot.com
Marche: Suri sottovento / 
http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com
Umbria: Frittata con i fiori di zucca /
 http://amichecucina.blogspot.
Molise: A serbetta /
 http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com
Campania: Insalata di polpo al profumo di limone / 
www.isaporidelmediterraneo.it
Puglia: Le friselle / 
 http://breakfastdadonaflor.blogspot.com
Sardegna: Fregola con verdure all'insalata
  http://blog.giallozafferano.it/vickyart/







Frittura di " fragaglia "

$
0
0


Frittura di Fragaglia, una delle fritture più amate e ricercate di sempre, tipica del meridione d'Italia. Trovare questo misto di pesce non è molto facile, infatti l'unico modo per trovarlo sui banchi delle pescherie è sperare che qualcuno vada a pesca con una rete a strascico. E a questo punto più di uno torcerà il naso perchè con questo tipo di rete si pesca di tutto arrecando danni enormi all'ambiente marino. Certamente pensare di abolire la pesca con le reti a strascico è impensabile, sarebbe comunque opportuno aumentare il numero delle riserve marine e delle zone da cui escludere questo tipo di pesca.
 E adesso torniamo a questa frittura particolarmente gustosa che si mangia per intero e soprattutto con le mani. I freschissimi pesciolini di piccole dimensioni fritti e mangiati caldi stimolano le nostre papille con il sapore deciso della crosticina esterna e la delicatezza delle carni interne. Nella mia frittura c'erano merluzzetti, vope, alici e tantissimi trigliozzi  dai colori vividi  e brillanti e dal profumo di mare.
Ingredienti
50 gr di fragaglia
farina di semola di grano duro
olio di arachide
sale
limone
cipolla rossa di Tropea
Preparazione
Lavate con curai pesciolini e sgocciolateli bene. Infarinateli e trasferiteli in un colino per eliminare la farina in eccesso; poi tuffateli in una padella con abbondante olio caldo e friggeteli fino a doratura. Sgocciolateli, quindi, con un mestolo forato poneteli a perdere l'unto su carta da cucina. Cospargeteli, infine di sale e peperoncino rosso in polvere ( piccante o dolce, dipende dai vostri gusti ). Io ho servito la frittura su un letto di cipolle rosse di Tropea e guarnendola con spicchi di limoni.


 Per contorno ho preparato questa gustosa insalata con pomodori e foglioline di Portulaca o Porcellana ( da noi andraca ).





Torta integrale con noci pesche

$
0
0


I dolci sulla mia tavola non mancano mai, non c'è bisogno di un'occasione particolare ma soltanto del desiderio di provare qualche nuova ricetta o semplicemente di riassaporare un dolce gustato più degli altri. Certamente in questo periodo accendere il forno non è da poco, oggi abbiamo avuto un tempo altalenante tra sole splendente e nuvole, però è sabato e per il fine settimana una torta è d'obbligo. Così mi sono decisa per una torta, ma light e non ho nemmeno esagerato con le dosi, infatti ho utilizzato uno stampo mignon (comprato non molto tempo fa ) di appena 18 cm di diametro. Ho scritto light perchè effettivamente ho utilizzato farina integrale di grano tenero, miele e zucchero di canna. Nei miei piatti cerco di usare spesso prodotti della mia terra e per questo dolce sono ricorsa al profumo e al sapore intenso e delicato del miele di bergamotto, un agrume che cresce unicamente sulle coste ioniche della Calabria, proprio sulla punta dello stivale, tra il mare e l'Aspromonte.
Ingredienti
150 gr di farina integrale
3 uova
100 gr di burro
3 cucchiai di miele di bergamotto
mezza bustina di lievito
3 noci pesche
succo di un limone
un pizzico di sale
Per la glassa: 2 cucchiai di miele, un cucchiaio di zucchero di canna
Preparazione
Tagliate le noci pesche a pezzetti e mettetele a macerare per un'oretta nel succo del limone.
Lavorate burro e miele per ottenere un composto spumoso cui unirete le uova, uno alla volta. Mescolate farina e lievito ed unitevi un pizzico di sale. Imburrate ed infarinate uno stampo, versatevi l'impasto e disponete la frutta, affondandola leggermente. Sciogliete il miele in un pentolino con un cucchiaio di zucchero di canna e versatelo sulla torta con dei fiocchetti di burro.


Infornate per 30/ 40 minuti circa a 180°.


Una volta fredda spolverizzate la torta con zucchero a velo, se lo desiderate.





Con questa ricetta partecipo al contest di La cultura del frumento


Viewing all 790 articles
Browse latest View live