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Channel: Il mondo di Rina
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Fegato con la rete

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 Ed ecco che ritorna, con questa ricetta, la mia parte verace che predilige i sapori forti, legati alla terra e ai ricordi. Un piatto povero ma ricco di gusto, adatto per questi mesi invernali perchè calorico e pieno di sostanza. Nel periodo dell'uccisione del maiale le interiora venivano in parte consumate dai proprietari del'animale, in parte regalate ai familiari e ai vicini che poi a loro volta ricambiavano. Si creava così una catena alimentare basata soprattutto sull'affetto e sul rispetto reciproco. Se debbo essere sincera le prime volte che mi sono trovata davanti un piatto con fegato o altre interiora l' ho guardato con sconcerto, per non dire con una smorfia. Poi piano piano ho scoperto il suo sapore deciso e ricco, unico nel suo genere, tanto che oggi in casa mia lo gustiamo tutti. Certamente l'aggiunta della rete, che non è altro che una membrana reticolata che ricopre l'intestino del maiale, rende il piatto molto saporito visto che con il calore si scioglie e compenetra la polpa del fegato rendendolo anche molto più morbido.

Ingredienti
fegato di maiale
rete di maiale
foglie di alloro
sale qb
Preparazione
Per prima cosa lavate la rete con acqua fredda, poi asciugatela, stendetela e tagliatela a pezzi.
Tagliate il fegato in  fettine più o meno uguali. Avvolgetele uno per uno nella rete insieme ad una o più foglie d'alloro.



Cuocetele in una padella antiaderente a fuoco dolce finchè non si sono completamente rosolate ( io non ho aggiunto olio perchè la rete rilascia già abbastanza condimento).
Salate a fine cottura e servite il fegato caldissimo con fettine di limone.




Torta arcobaleno

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L'avevo vista fare in una rubrica televisiva di cucina e mi aveva attirato subito il suo aspetto, così colorato e così allegro. Ma ricordarne il nome è stata un'impresa abbastanza ardua. Però non mi sono arresa e finalmente  ho scovato la ricetta sotto diversi nomi: torta Arcobaleno, Allegra , Arlecchino. Nomi che riconducono tutti al Carnevale e soprattutto ai bambini. 
La ricetta che vi posto l' ho trovata sul sito di " Ricetta Mania ", buonissima, sofficiosa e di una semplicità unica!

Ingredienti
3 uova
150 gr di zucchero
200 gr di farina 00
100 ml di olio di semi
60 ml di acqua
2 cucchiaini di lievito ( io i bustina )
1 cucchiaio di cacao amaro ( ho aggiunto un pò di Nescafè )
coloranti alimentari a piacere ( io in gel giallo, blu e rosso)
pasta di zucchero
Preparazione
Montate i tuorli e gli albumi in due ciotole diverse ciascuna con 75 gr di zucchero. Unite alla crema di tuorli l'acqua e l'olio e continuate a montare. Incorporate la farina setacciata e il lievito alla crema di tuorli alternandola a cucchiaiate di albume montato a neve. Amalgamate il tutto con movimenti dal basso verso l'alto per non sgonfiare il composto. Quando avrete finito di amalgamare tutti gli ingredienti, dividete il composto in quatto scodelle, nella prima incorporate il cacao e il Nescafè ( sciolti in un pò d'acqua ) e in ciascuna delle restanti un colorante diverso.


Preparate una tortiera da 24 cm imburrata e infarinata e versate i composti a cucchiaiate, alternandoli e versandoli al centro della teglia. Il composto senza smuoverlo si spanderà.



Cuocete la torta in forno già caldo a 180° per 30 minuti. Fate comunque la prova dello stecchino.
Visto che il dolce era destinato a dei bambini, oltre ad una spolverata con zucchero a velo l'ho decorato con delle mascherine e stelle filanti in pasta di zucchero.


Ed ecco come si presenta la torta all'interno.



Sanguinaccio grosso e chiacchiere

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Questa ricetta è stata sicuramente e lo è ancora in parte una delle dolci prelibatezze delle famiglie contadine. E' una ricetta antichissima che risale ai tempi in cui il sangue del maiale, per le sue proprietà nutritive e per la sua preziosità, era considerato quasi sacro, e sacrilego era sprecarne anche solo una goccia. Nelle ricette più antiche non veniva, ovviamente, utilizzato il cioccolato. A me piace seguire la ricetta originale, anche perchè ancora ci sono nel mio comprensorio delle famiglie che allevano i maiali e quindi sono certa della genuinità del prodotto. Immagino le smorfie di alcuni al solo pensiero di mangiare il sangue, ma dovete sapere che nel catanzarese è usanza farcire sia le crostate che i cannoli con il sanguinaccio: una squisita dolcezza!
Che dire, è proprio vero che del maiale non si butta niente, tanto che si riesce a comporre un menu completo dall'antipasto al dolce.

Ingredienti
1/2 di sangue di maiale
1/2 di vino cotto
100 gr di noci
100 gr di uva passa
bucce di mandarino calabrese
Preparazione
Mettete l'uvetta a macerare  con del rum o limoncello. Tritate grossolanamente le noci. Tagliuzzate finemente la buccia di un mandarino. Mettete in una pentola il vino cotto e il sangue già filtrato con un colino sottile o un telo, aggiungete le noci, l'uvetta strizzata e la buccia del mandarino. Amalgamate il tutto e cuocete sul fuoco bassissimo a bagnomaria fino a quando la crema non si sarà addensata e avrà  un colore marrone scuro. Ci vorranno all'incirca 20 minuti, senza mai smettere di mescolare. A piacere, a fine cottura, si può aggiungere un pò di caffè o di limoncello.




Il sanguinaccio, secondo la tradizione, nasce come crema d'accompagnamento ai dolci fritti che si mangiavano prima  del lungo digiuno quaresimale. Ed ecco un bel cesto di chiacchiere, proprio per suggellare questo gustoso binomio e festeggiare degnamente questo giovedì grasso!


P.S. Avete ammirato il mio nuovo look? Tutto merito di Iole. Grazie.

Castagnole alla ricotta e girelle all'arancia

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(immagine tratta dal web )

Il Carnevale è una festa che porta allegria, divertimento, colore. Ci permette di scrollarci di dosso , almeno per un breve periodo di tempo, i problemi e le ansie della vita di tutti i giorni; ci permette di mettere in giro ( bonariamente ) i nostri e gli altrui vizi. E come ogni festa che si rispetti la nostra tavola si veste con i sapori e i colori della tradizione. E la tradizione ci impone tanti dolci fritti.  Eh si, parafrasando un noto proverbio possiamo dire che " A Carnevale...ogni frittella vale ". E allora via a chiacchiere, bugie,  frappe, crostoli, cenci, castagnole, tortelli... Tante delizie, diverse per origine, ma tutte buonissime e da provare. Delizie non proprio leggere che, a sorpresa, i nutrizionisti promuovono: " L' importante è che la festa abbia un limite e non si ripeta ogni giorno ". 
E allora, visto che siamo nel clou della festa, mi sono data alla frittura. La casa avrà per qualche ora profumi diversi, ma chi se ne frega pensando alla bontà di ciò che andrò poi a gustare?
Le ricette sono tratte da un vecchio, ma sempre attuale, fascicolo di dolci sul Carnevale

                                                     Castagnole di ricotta



Ingredienti
80 gr di ricotta
1 uovo
120 gr di farina 00
50 gr di zucchero
2 cucchiaini di lievito
la scorza e il succo di un'arancia
mezzo bicchierino di liquore Mandarinetto
olio di semi di arachide
zucchero a velo
Preparazione
In una terrina amalgamate la ricotta con la scorza dell'arancia e lavoratela a crema. Aggiungete quindi lo zucchero e l'uovo e mescolate bene. Versate la farina con il lievito, il succo, il liquore e mischiate fino ad avere un composto omogeneo. Fate riposare l'impasto per mezz'ora. Prelevate piccoli pezzi di pasta, formate dei cilindretti e quindi delle palline che tufferete nell'olio bollente. Rigiratele durante la cottura e quando sono dorate scolatele su fogli di carta assorbente.
Spolverizzate con zucchero a velo e servite.




                                                                  Girelle all'arancia



Ingredienti
250 gr di farina 00
2 uova
100 ml di vino bianco
50 gr di zucchero
2 cucchiaini di lievito
la scorza di un'arancia
marmellata d'arancia ( fatta da me )
zucchero a velo
mielito al limone
olio di semi di arachide
Preparazione
In una ciotola versate la farina, il lievito, lo zucchero,  le uova e il vino. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo che farete riposare per mezz'ora. Stendete l'impasto con il mattarello in una sfoglia sottile, distribuitevi sopra un velo di marmellata e la scorza grattugiata dell'arancia.



 Arrotolate sigillando bene le estremità e tagliate il rotolo a fette spesse 1 cm. Friggete le girelle poco per volta in olio bollente, sgocciolatele e adagiatele su carta assorbente da cucina.
 Disponetele su un vassoio e spolverizzatele con zucchero a velo.



Su queste girelle ho versato del mielito al limone  e vi assicuro che sono di una bontà unica!




Curiosità: l'immagine con cui ho aperto il post si riferisce a Giangurgolo, una maschera calabrese della commedia dell'arte.


Coriandoli ai borlotti

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Il Carnevale è finito, ieri sera in tante piazze calabresi hanno bruciato " u nannu ", cioè un fantoccio raffigurante Re Carnevale, morto per una gravissima indigestione di polpette. Da oggi siamo entrati nella Quaresima. A malincuore ho tolto i coriandoli al passaggio del mouse ( mi piacevano tanto! ), ma li ho prontamente sostituiti con questi mangerecci. Si tratta di una pasta di semola di grano duro con ortaggi, spezie, erbe aromatiche e nero di seppia che ho scoperto per caso in un supermercato.


Ingredienti
400 gr di coriandoli
300 gr di borlotti già lessati
1 cipollotto
foglie di salvia 
100 gr di polpa di pomodoro
un cucchiaino di nduja
olio d'oliva ( io sugna )
sale qb
Preparazione
Tritate finemente il cipollotto e fatelo appassire in una padella con l'olio. Aggiungete la polpa di pomodoro, un mestolo  di acqua calda, le foglie di salvia, la nduja e il sale. Fate cuocere a fuoco basso per 10 minuti, quindi unite i borlotti e proseguite la cottura per almeno altri 30 minuti, aggiungendo altra acqua se necessario ( ricordatevi che non deve essere molto brodosa ). Lessate i coriandoli in abbondante acqua salata, scolateli e uniteli al condimento. Lasciate riposare la pasta e fagioli per 5 minuti a pentola coperta e aggiungete un filo d'olio prima di servirla.







Rotolo di pane integrale con verdure e ciccioli

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Fintanto che farà freddo continuerò a mangiare i ciccioli o, come li chiamiamo al mio paese, " ciculidi ". Generalmente li consumo  tra gennaio e febbraio e l'ultima pitta la preparo nella settimana santa, poi mi metto l'anima in pace e aspetto il prossimo inverno quando si farà di nuovo la festa al povero maiale. Ricordo ancora la prima volta che li mangiai. Paola, una signora che indossava sempre il vestito da " pacchiana " (  il vestito tradizionale calabrese ), fece il pane  e ne farcì uno con i ciccioli. All'inizio ero restia ad assaggiarlo ma poi lo mangiai, anzi lo divorai ancora caldo. Era gustosissimo! 
 Stavolta ho  stravolto la sempre ottima ricetta originale ( qui ) e ho usato i ciccioli  per preparare questo rustico pane farcito.
Ingredienti
500 gr di farina integrale ai 5 cereali
10 gr di sale
1 bustina di lievito Mastro Fornaio
3 cucchiai d'olio d'oliva
300 ml di acqua
200 gr di ciccioli
Ripieno
un fascio di verdure miste ( rape, scarola, borragine )
olio d'oliva
uno spicchio d'aglio 
schiacciata
 pecorino pepato
Preparazione
In una ciotola versate la farina, il sale, il lievito, l'olio e l'acqua poco alla volta. Amalgamate bene gli ingredienti e poi sul piano di lavoro impastate con forza per almeno 10 minuti.
 Posizionate l'impasto in una ciotola infarinata e fate lievitare fino al raddoppio del volume ( 2/3 ore ). 



Trascorso il tempo necessario prendete l'impasto e tornate a lavorarlo unendovi i ciccioli.



 Fatelo lievitare ancora per un'ora. Nel frattempo pulite la verdura, lessatela e ripassatela in padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Rovesciate l'impasto sul piano di lavoro, stendetelo con il mattarello in una sfoglia rettangolare e farcitelo con la verdura, il salame e il formaggio.



 Arrotolate e sigillate bene le due estremità.



Infornate nel forno preriscaldato per 30 minuti circa a 180°. Una volta freddo tagliate il rotolo a fette.



E questi sono i panini che ho preparato con una parte dell'impasto.





Con questa ricetta partecipo alla raccolta Panissimo#14, ideata da Sandra e Barbara e per questo mese ospitata da Patrizia nel suo Castello








Baccalà alla portoghese

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Dire " baccalà alla portoghese"è come dire in Italia pizza o spaghetti. Si dice che esistano 366 ricette a base di baccalà o per meglio dire bacalhau, uno per ogni mese dell'anno, compresi quelli bisestili. Questo saporito piatto che vi propongo è un vanto della cucina portoghese, la cui creazione si attribuisce a Josè Gomes de Sà, un commerciante di baccalà di Oporto ed anche un apprezzato gourmet. In Portogallo si è soliti servirlo con olio, aceto e pepe macinato fresco, in modo che ogni commensale possa condirlo a piacere. Vi ricordo che il baccalà che io uso è quello di Mammola che è stato inserito nell'Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Ingredienti
1 kg di baccalà già ammollato
1/2 kg di patate
2 cipolle ( io cipollotti )
1 spicchio d'aglio
4 uova
10 olive nere
1 bicchiere d'olio d'oliva
sale
peperoncino piccante in polvere
aceto
Preparazione
Fate a pezzi il baccalà, lavatelo più volte e fatelo bollire a fuoco moderato per circa 10 minuti in acqua bollente non salata. Lessate anche le patate e una volta fredde tagliatele a rondelle. Rassodate le uova, sgusciatele e tagliatele a fettine. Rosolate le cipolle, dopo averle affettate, in abbondante olio d'oliva, unite lo spicchio d'aglio tritato e quando tutto sarà ben colorito togliete dal fuoco. In una tortiera unta d'olio fate alcuni strati alternando patate, baccalà, uova, cipolle e un pizzico di sale.


 Infine guarnite con le olive nere e irrorate con un filo d'olio.


 Infornate per 20 minuti circa a 200°. Togliete il baccalà dal forno e servitelo caldo. Io l'ho bagnato con un filo d'aceto bianco  e l'ho cosparso con del peperoncino piccante in polvere.
Visto che è abbastanza sostanzioso può essere considerato un piatto unico.







Torta di compleanno

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Sabato 15 marzo il mio ultimogenito ha compiuto 18 anni. Una festa in comune con il fratello maggiore che in questo stesso giorno festeggia compleanno e onomastico...con una differenza di 16 anni. Le feste di compleanno sono tra le date più belle da ricordare e festeggiare insieme alle persone a cui vogliamo bene e ancora una volta casa mia ha accolto con gioia tutti coloro che hanno voluto condividere con noi questo felice momento. Per l'occasione ho preparato un semplice buffet che potesse incontrare i gusti di tutti. Come al solito ho cucinato per un reggimento!
La torta era abbastanza semplice, un pan di spagna rettangolare, bagnato  con uno sciroppo agli agrumi e farcito con crema chantilly e gocce di cioccolato. 
Pan di spagna
15 uova
500 gr di farina 00
500 gr di zucchero
2 bustine di lievito
In una ciotola mettete le uova con lo zucchero e montate per 20/25 minuti fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungete la farina mescolata con il lievito e continuate a mescolare. Imburrate e infarinate uno stampo e infornate in forno caldo per 35/40 minuti a 180°.
Crema pasticcera Bimby
750 ml di latte intero
6 cucchiai di farina 00
8 cucchiai di zucchero
6 tuorli
buccia di un  limone
500 ml di panna fresca ( io Granarolo )
Preparate la crema e una volta fredda aggiungete delicatamente la panna montata precedentemente.
Riponete in frigo.Tagliate a metà il pds, bagnatelo con uno sciroppo agli agrumi e farcitelo con la crema chantilly e gocce di cioccolato. Una volta ricomposto copritelo con la panna, fragole, bignè ripieni di crema pasticcera e lungo i bordi delle sigarette di cialda al cioccolato. Su tutta la superficie della torta versate a filo del cioccolato fondente e dei cristalli di zucchero.



E adesso una panoramica di alcuni dolci le cui ricette posterò a breve.


Profiteroles




Cannoli di ricotta




Biscotti alle mandorle




e all'arancia




Frolle con mostarda di frutta secca




e con marmellata di agrumi



Grazie del tempo che mi avete dedicato.

Girelle di stocco con verdure

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Ogni venerdì è d'obbligo in casa mia consumare pescestocco o baccalà. Anche se ormai lo si può trovare  sottovuoto io preferisco comprarlo al mercato ( che si svolge appunto ogni venerdì ) dai commercianti che arrivano da Mammola e da Cittanova. Queste due cittadine aspromontane sono considerate dei centri specializzati nell'ammollo e nella lavorazione dello stoccafisso che, importato dalla Norvegia, da prodotto duro e secco viene trasformato ( con una tecnica esclusivamente manuale ) in un alimento commestibile.
Il nutrizionista Pietro Migliaccio promuove lo stoccafisso, infatti in un'intervista si è così espresso: " Ha poche calorie e pochi grassi ma è ricco di proteine. E' da preferire al baccalà perchè contiene meno sodio". Insomma questo pesce " povero"è un alimento ottimo da consumare a qualsiasi età.
Oggi ve lo presento sotto una nuova veste, un rustico molto gustoso e stuzzicante.
Ingredienti
200 gr di semola di grano duro
200 gr di farina integrale
1 bustina di lievito Mastrofornaio
10 gr di sale
un pizzico di zucchero
50 ml di olio evo
acqua qb
peperoncino piccante qb
origano qb
Farcia
3 peperoni 
2 patate
1 cipollotto
300 gr di stoccafisso
olio d'oliva
peperoncino piccante
pecorino fresco
sale qb
Preparazione
Preparate la base che altro non è che l'impasto di una focaccia e fate lievitare.


Preparate intanto il ripieno: tagliate a tocchetti i peperoni e le patate, a rondelle il cipollotto.
In una padella versate l'olio d'oliva e le verdure, fatele andare a fuoco vivace per 10 minuti, poi aggiungete lo stocco liberato dalla pelle e sminuzzato, il sale, il peperoncino e  continuate la cottura a fuoco dolce.


Prendete l'impasto già lievitato e stendetelo in una sfoglia di 1 cm. Ricopritela con il ripieno e abbondante pecorino grattugiato grossolanamente.


Arrotolatela e tagliatela a fette che disporrete in una tortiera unta d'olio.


 Infornate in forno preriscaldato per 20 minuti circa a 200°.


Vi consiglio di consumare le girelle tiepide.


Polpette di cinghiale con le olive

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Il brusco abbassamento delle temperature di questi giorni ci permette di consumare ancora quei piatti che certamente non possiamo considerare primaverili.
C'erano in freezer da prima di Natale dei bocconcini di cinghiale, che per un motivo o l'altro non avevo ancora consumato. Complice il freddo di questo marzo pazzerello, domenica sono diventati il nostro appetitoso e prelibato secondo piatto, sotto forma di polpette.  Una preparazione semplice, ma dai tempi lunghi, sia perchè la carne di cinghiale necessita di marinatura per togliere l'odore di selvaggio, sia perchè prima di essere consumata ha bisogno di essere completamente cotta. Il risultato comunque ripaga di tutto!
Ingredienti
1 kg di bocconcini di cinghiale congelati
aceto per la marinatura
2 cipollotti
foglie di salvia
prezzemolo
sale qb
200 gr di pane raffermo 
pecorino grattugiato calabrese
farina
3 uova
olio di semi per friggere
peperoncino piccante in polvere
1 bicchiere di vino rosso
1 l di salsa di pomodoro
olive nere
1 cipollotto
1 carota
olio evo
Preparazione
Lasciate scongelare la carne in frigo per tutta la notte, immersa in una miscela di acqua e aceto.
Risciacquatela e asciugatela. In un largo tegame mettete i bocconcini con i cipollotti tritati, fate rosolare bene, sfumate con il vino e aggiungete le erbe aromatiche, il sale e il peperoncino. Fate cuocere per 30 minuti circa. Una volta fredda tritate la carne con tutti gli odori. In una ciotola mettete il pane , ammollato precedentemente e strizzato, la carne tritata, le uova, il pecorino. Mescolate bene e formate le polpette ( se l'impasto è asciutto io aggiungo un pò di salsa di pomodoro ). Passatele nella farina e friggetele in abbondante olio bollente.
A parte in una pentola fate un soffritto con un cipollotto, una carota  e l'olio, versate la salsa, salate e  dopo 10 minuti di cottura versate le polpette. Fate cuocere a fuoco dolce per 20 minuti circa. Aggiungete le olive e fate riposare le polpette prima di consumarle.

  


Tortini di carciofi e pecorino

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Oggi vi propongo una ricetta molto sfiziosa e saporita, tortini di patate e carciofi. Per la prima volta mi sono cimentata in preparazioni mignon, costretta dal fatto che ormai in famiglia siamo rimasti "io, mammata e tu". Mi sono divertita a prepararli e credo che mi cimenterò più spesso, è stato tutto semplice e veloce. Non soffro di campanilismo, però lasciatemi dire che il ripieno a base di salsiccia casareccia e  di un ottimo pecorino dà al piatto un gusto in più.
Ingredienti
5 carciofi
2 patate medie
salsiccia  casareccia
 pecorino semistagionato calabrese
1 spicchio d'aglio
sale e pepe qb
1 uovo
olio evo
1 limone
pangrattato
Preparazione
Pulite i carciofi, affettateli sottilmente e metteteli in una ciotola con acqua e limone. Pelate le patate, tagliatele a fettine sottili e friggetele in olio d'oliva. Salatele.


 Riducete a fettine sottili la salsiccia e il pecorino.


 Scolate i carciofi e fateli cuocere in una padella con l'olio e l'aglio. Salate e pepate.


Ungete con olio o burro degli stampini di alluminio, cospargeteli con il pangrattato e poi iniziate a costruire il tortino: patate, carciofi, pecorino e salsiccia e procedete con un secondo strato alternando sempre gli ingredienti. Sbattete un uovo e versatelo sui tortini.

 Spolverizzate con il pangrattato e infornate a 180° per 15 minuti circa, finchè la superficie risulterà dorata. Togliete dal forno e lasciate riposare qualche minuto prima di servire.



La mia torta tiramisù

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E' davvero un classico irresistibile, morbida e golosa, che senza dubbio metto al primo posto tra i dolci che amo. Un dolce peccato di gola che ogni tanto è bene concedersi, anche se forse ho esagerato un pò. Infatti oltre al mascarpone e alla panna, come base ho utilizzato una sofficissima  torta nutellosa! 
Ingredienti
Per la torta alla nutella ( trovata sulla rete )
200 gr di farina
150 gr di zucchero
3 uova
200 ml di latte
1 bustina di lievito 
3 cucchiai di nutella
Per la crema
250 gr di mascarpone
250 gr di panna
3 tuorli
100 gr di zucchero
marsala
Per guarnire
cioccolato fondente
briciole della torta
Bagna
caffè
marsala
zucchero
Preparazione
In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero fino ad avere un composto chiaro e spumoso, unite quindi il latte e successivamente un pizzico di sale e la farina setacciata con il lievito. Aggiungete i 3 cucchiai di nutella e mescolate bene . Imburrate e infarinate una tortiera e versatevi il composto. Infornate in forno preriscaldato per 30 minuti a 180°.



La crema vi consiglio di prepararla il giorno prima e di tenerla in frigo. Montate a lungo i tuorli con lo zucchero, il composto deve essere biancastro e spumoso, aggiungete un pò di marsala e poi il mascarpone. mescolate bene la crema per amalgamare tutti gli ingredienti. Aggiungete la panna montata precedentemente, amalgamate e riponete in frigo.
Preparate il caffè, zuccheratelo e aggiungete il marsala.
Tagliate in due la torta, inzuppate la base con la bagna, distribuite uno strato di crema e scaglie di cioccolato fondente.



 Chiudete con il secondo strato, inzuppato da entrambi i lati e ricoprite con la stessa crema. Ponete la torta in frigo per almeno un'ora. Ricoprite infine la torta con molliche della stessa e cioccolato grattugiato. Io ho aggiunto anche gocce e codette di cioccolato avanzatemi dalla torta di compleanno.





Devo ammettere che nella decorazione ho ancora tanto e tanto da imparare, però mi consolo perchè la torta è finita in un baleno. Non molto dolce, ma gustosa e morbidissima!


" u suffrittu ", soffritto d'interiora d'agnello

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Di norma per soffritto si intende un battuto di cipolla , sedano e carota utilizzato per la preparazione di diversi piatti. In Calabria però il soffritto o per meglio dire " u suffrittu "è tutt'altra cosa. Consiste in un piatto completo, appetitoso , a base di interiora di vitello, maiale, capretto o agnello. Il soffritto d'agnello è  un piatto antico,  appartenente alla tradizione contadina e si  preparava durante il periodo pasquale quando venivano macellati gli animali, ma..era un piatto per pochi. Infatti i nobili compravano la carne disdegnando le interiora che quindi venivano consumate dalla povera gente.
Ingredienti
500 interiora d'agnello: cuore, polmoni, fegato,milza
200 di polpa di pomodoro
2 cipolle rosse di Tropea
1 peperoncino piccante
olio evo
sale qb
foglie d'alloro 
vino bianco
Per le interiora rivolgetevi al vostro macellaio di fiducia, devono essere fresche. Abbondate con la cipolla e il peperoncino, meno nel pomodoro. Il piatto deve avere un colore rosato e non rosso.
Preparazione
Pulite le interiora e tagliatele a tocchetti. Sminuzzate le cipolle e fatele rosolare nell'olio, poi versate le interiora e soffriggete il tutto ad eccezione del fegato che aggiungerete alla fine. Lasciate cuocere a fiamma dolce, finchè non evapora tutta l'acqua che fuoriesce dalla carne. A quel punto versate il vino, alzate la fiamma e fate sfumare. Unite il pomodoro, l'alloro, il sale,  il peperoncino e un bicchiere d'acqua calda. Mescolate e fate cuocere a fuoco lento. Quando la carne è cotta unite il fegato che lascerete cuocere solo per pochi minuti. Servite caldo. E' d'obbligo accompagnare questo piatto con un buon bicchiere di vino rosso. Come contorno potete scegliere una polenta nel periodo invernale oppure delle verdure lesse. Io ho optato per delle cime di rapa stufate.



La cuzzupa e la tradizione

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Non c'è calabrese che, ancora oggi durante le festività pasquali, non voglia degustare " a cuzzupa", il dolce tradizionale per eccellenza che arricchisce da sempre le nostre tavole nel giorno di Pasqua. Durante la Settimana Santa oltre a partecipare ai diversi riti religiosi , ci si dedica alla preparazione dei dolci tradizionali,  molto gustosi e dal grande valore simbolico. La loro origine si perde nella notte dei tempi. Anticamente la cuzzupa veniva usata come pane per il viaggio in memoria dell'esodo degli Ebrei dall'Egitto. Era un dolce povero che veniva preparato con farina di grano e zucchero, ma spesso questi ingredienti inaccessibili ai più venivano sostituiti con farina di granturco e mosto cotto o miele di fichi. Caratteristica di questo dolce è la presenza delle uova come simbolo della rinascita, della fecondità e della forza rigeneratrice. Il Venerdì Santo, si racconta che,  la preparazione delle cuzzupe veniva sospesa perchè era vietato mangiare carne e manipolare prodotti di origine animale, come la sugna, ingrediente indispensabile per la loro preparazione. Anche il lievito naturale " u lavatu " era necessario per la loro preparazione e lo scambio di questo prodotto  fra parenti e vicini di casa, creava un circuito di condivisione. Chi aveva donato il lievito riceveva il dolce. In questo modo oltretutto si potevano gustare sempre le cuzzupe appena uscite dal forno. Le nostre nonne si sbizzarrivano a modellare varie forme, c'era il cestino per le bambine, la esse, la treccia, ma la più apprezzata era la corona con 7 uova che doveva essere regalata al fidanzato , perchè il numero 7 era considerato il simbolo del legame e della stabilità. Quella di oggi è la cuzzupa catanzarese, diversa come impasto dalla cuzzupa che facciamo a Soverato.  Si tratta infatti di una pasta molto simile alla frolla come consistenza, molto friabile. Questi biscottoni proposti in forme fantasiose e decorati con uova sono ottimi da mangiare così oppure inzuppati nel latte.
Ingredienti
1 kg di farina circa
400 gr di zucchero
6 uova + alcune per decorare e spennellare
200 gr di sugna oppure olio evo.
100 di latte
2 bustine di lievito
buccia grattugiata di 2 limoni 
Preparazione
Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il latte e la sugna sciolta.


 In una ciotola a parte setacciate la farina con il lievito, aggiungete la buccia grattugiate dei limoni e gradualmente incorporate gli ingredienti liquidi.


 Lavorate il tutto cercando di ottenere un impasto morbido ed elastico. A questo punto potete dare sfogo alla vostra fantasia, ma sempre nel rispetto della tradizione, modellando le cuzzupe. Prima di infornare a 180° per 20/30 minuti, spennellate con un uovo sbattuto con un pò di zucchero.


 Se desiderate potete aggiungere i coriandolini di zucchero.  Nella tradizione catanzarese le cuzzupe sono ricoperte con l'" annaspo ", una miscela di acqua e zucchero.



Scusate la lunghezza del post, ma lo sapete che amo le tradizioni e mi piace trasmetterle. Sono la nostra identità, il nostro passato, ma debbono essere soprattutto lo stimolo per andare avanti e costruire un futuro migliore.



Cuzzupe e ancora cuzzupe, però queste sono le " Suveratane".

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La cuzzupa è il nome del dolce che ha caratterizzato la mia infanzia ( e credo che lo farà per tutta la vita ) e non volevo perdere altro tempo per farvi conoscere la ricetta di mia mamma. Diversamente dalle cuzzupe del post precedente questo è un dolce lievitato che si usa preparare nel territorio soveratese. Oggi, anche in mancanza dei forni a legna, non c'è famiglia che non le prepari. E' una tradizione che si tramanda da madre in figlia  e alla quale nessuno rinuncia. Adesso però utilizziamo il lievito di birra, per sveltire i tempi, anche se alcune donne usano il lievito madre. Io ricordo che alcuni anni le cuzzupe tardavano a lievitare, allora si metteva nella stanza un bel braciere acceso, si coprivano le cuzzupe con tante coperte per dare più calore. E allora succedeva che nel bel mezzo della notte ci si doveva alzare dal letto perchè le cuzzupe erano pronte e bisognava accendere il forno. Per noi piccoli era un'esperienza indescrivibile, da non perdere per niente al mondo. E poi, che gioia assaggiare le nostre cuzzupe , dalle forme particolari, ancora calde! E' qualcosa a cui non rinuncio nemmeno adesso.
E ora andiamo alla ricetta.

I° lievito
400 gr di farina 00
un cubetto di lievito di birra
acqua qb
Impastate il tutto ( io faccio un impasto abbastanza morbido ) e lasciate lievitare per 10/12 ore.



II° impasto
700 gr di farina, 350 gr di zucchero, 7 uova, 100 gr di sugna, buccia di un limone grattugiata.
 Mettete la farina in una ciotola capiente , aggiungete al centro le uova sbattute leggermente, lo zucchero, la sugna sciolta ancora tiepida, la buccia di limone, un pizzico di sale e il lievitino. Impastate energicamente il tutto in modo che l'impasto risulti leggermente morbido e lucido. L'impasto potrebbe necessitare di più farina, dipende anche dalla grandezza delle uova. Lavoratelo con i pugni per 10 minuti circa e poi lasciate lievitare per il tempo necessario.

III° impasto
Una volta pronto l'impasto formate delle ciambelle o altre forme, copritele e fatele lievitare ancora.


Noi usiamo mettere un pò d'impasto in un bicchiere d'acqua, se galleggia la lievitazione è pronta.

 

 Appena lievitate spennellatele con un uovo sbattuto e infornatele in forno preriscaldato a 170° per 20/30 minuti.  La ricetta tradizionale non prevede questa seconda lievitazione, io la preferisco perchè così la cuzzupa risulta più morbida.


Che bontà e che profumi! Da provare almeno una volta.
Mi scuso se in qualche passaggio non sono stata chiara, ma per tante cose mia mamma va ad occhio e a tatto e io faccio lo stesso.

Un abbinamento particolare: cuzzupa e salsiccia, naturalmente calabrese!


 
 



La Cunfrunta e la fiera di Galilea

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In occasione delle festività pasquali Soverato Superiore diventa la location delle tradizioni della Cumprunta e della Galilea. Riti, tramandati da secoli, che suscitano sempre tanta commozione e in cui si fondono religiosità e folklore.
Domenica mattina, alle 11,00 in punto, tutti nella piazza principale per assistere alla Cumprunta, l'incontro tra Maria e il Cristo Risorto. San Giovanni porta per ben tre volte la " buona novella" alla Madonna che, vestita a lutto, si muove per andare incontro al Figlio Risorto. Appena lo vede lascia cadere il mantello nero e si fa vedere spendente nel suo abito azzurro. L'incontro tra Madre e Figlio, anche se visto tante volte, è sempre commovente e a renderlo tale contribuiscono pure le campane che suonano a festa e le note liete della banda della città.


Martedì il trittico viene portato in processione nella marina. E' questa una tradizione antichissima che viene ancora rispettata e che ha lo scopo di riannodare il legame sacro tra la collina e il mare. Ma in serata i Santi ritornano e debbono ritornare nella chiesa matrice dalla quale sono partiti, altrimenti potrebbe succedere qualche sciagura ( così ci è stato tramandato ).
In questo giorno si svolge anche una storica fiera, che inizia il Lunedì dell'Angelo. Sono tante le persone che provenienti dall'hinterland soveratese si riversano nella cittadina jonica per curiosare ed acquistare. Certamente con il passare degli anni ha perso la sua tipicità divenendo una fiera globale, ma è possibile ammirare le ceramiche artistiche provenienti da Squillace e da Seminara e i mobili in vimini realizzati dai maestri di Soriano, un paesino delle Serre calabresi. Per non parlare poi delle nostre squisitezze alimentari. Insomma una passeggiata tra le bancarelle è d'obbligo, nonostante la grande confusione che vi regna. Per noi soveratani fare pasquetta significa proprio andare alla fiera, lo era una volta e lo è adesso.  Il pranzo si può consumare nei tanti ristoranti e nelle  pizzerie, ma se il tempo è bello l'ideale è fare il picnic sulla spiaggia. I nostri nonni facevano così, in attesa di risalire al paese con le statue si recavano sulla spiaggia per mangiare pane, salame e quanto altro le donne avevano portato nelle ceste. Il divertimento pure non mancava, oggi ci sono le giostre, ieri c'era l'albero della cuccagna sulla cui sommità erano appesi prodotti caserecci che naturalmente facevano gola a tanti. Ma prenderli era arduo, perchè il palo era scivoloso a causa del grasso di maiale chi vi si spalmava!
L'orgoglio, la fierezza delle proprie tradizioni e il desiderio di continuità fanno sì che ogni anno queste manifestazioni vengano rievocate grazie all'impegno e all'entusiasmo dei giovani che certamente possono contare sull'aiuto e l'esperienza dei più anziani.


Pasta chjina

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E' un classico della cucina casareccia calabrese dai sapori naturali e corposi. Un piatto molto ricco, il suo nome nel nostro dialetto vuol dire " pasta piena" perchè è ricca di diversi ingredienti, semplici e genuini. Lo possiamo considerare un piatto unico:  fa da antipasto, primo, secondo e contorno, dopo di che " alzati e cammina!". Per quanto riguarda la scelta della pasta la tradizione locale vuole gli zitoni spezzati grossolanamente ma, in alternativa, si possono usare le penne o i torciglioni. Si prepara per le grandi occasioni come Natale e Pasqua oppure per le scampagnate ai monti o al mare  di Pasquetta e di Ferragosto. Per tradizione mia mamma la prepara per il pranzo di Pasqua, giorno in cui  noi figli con le rispettive famiglie da sempre pranziamo a casa sua e guai a dissuaderla dal farlo. Da brava massaia si divide la preparazione in modo da avere il tempo per assistere alle funzioni pasquali. Lei naturalmente usa gli zitoni!
Ingredienti
500 gr di pasta ( io ho mischiato penne e torciglioni)
1 l di salsa di pomodoro
1 cipolla
2 uova sode
salsiccia qb
pecorino fresco qb
pecorino grattugiato
olio evo
2 uova sbattute con un pizzico di sale.
per le polpettine
250 gr di trito di vitello
1 uovo
un pugno di pane raffermo calabrese
aglio e prezzemolo tritati 
pecorino grattugiato
sale 
pepe
olio per friggere
Preparazione
In un tegame fate rosolare la cipolla affettata sottilmente, aggiungete la salsa di pomodoro, il sale e fate cuocere a fuoco lento per venti minuti circa. Vi consiglio di non farlo troppo ristretto, in modo che poi tutti gli ingredienti si possano amalgamare bene.
Impastate la carne trita con l'uovo, la mollica di pane ( ammollata precedentemente ),l'aglio e il prezzemolo tritati, sale, un pò di pepe. Una volta ottenuto l'impasto con le mani fate delle polpette non molto grandi e friggetele nell'olio bollente. Lessate la pasta al dente, trasferitela in una zuppiera e mantecatela con il sugo e del pecorino grattugiato. In una teglia cospargete il fondo con un pò di sugo, aggiungete un primo strato di pasta condita e poi le polpettine, le uova sode tagliate a spicchi, le fettine di salsiccia, il pecorino a fette e quello grattugiato.Coprite il tutto con il resto della pasta, del sugo e una spolverata di pecorino e pangrattato. A questo punto versate le uova sbattute e mettete la teglia nel forno caldo per venti minuti circa e magari qualche minuto in più se vi piace con un pò di crosticina. La pasta va fatta riposare in modo che si rassodi e si possa tagliare bene.
Buon appetito!



Con questa ricetta partecipo al contest L'Italia nel piatto



Zuppa inglese cuzzupa e fragole

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Dopo le golose abbuffate di Pasqua e pasquetta, è d'obbligo mettersi a dieta per qualche giorno. Ma che fare delle tante colombe e cuzzupe che ancora si intravedono in casa? Per le colombe ho già una ricettina che posterò appena possibile, per le cuzzupe mi è venuto in aiuto un dolce ricordo. Quando ero appena una bambina, mia mamma, durante e dopo le festività pasquali, ci preparava per colazione latte e cuzzupa. Tutto buono non cè che dire, ma alla fine stancante perchè per giorni e giorni si mangiava solo quello.- Regola n° 1 di una buona casalinga è non buttare niente!-
  Poi la domenica veniva fuori una buonissima zuppa inglese...sempre con la cuzzupa. Per tanti anni ( è comprensibile ) ho cancellato tutto dalla memoria, ma adesso ( complice l'età che avanza o il blog? ) ho ricordato tutto e così ho pensato di riproporre  la zuppa inglese a mio figlio. Ho aggiunto delle fragole visto che dalle bancherelle del mercato occhieggiano invitanti con quel color rosso porpora e poi ci ho aggiunto ancora...
Ingredienti
Crema pasticcera
500 ml di latte intero
4 tuorli d'uovo
4 cucchiai di farina
4 cucchiai di zucchero
buccia di un limone
Bagna
limoncello diluito in uno sciroppo di acqua e zucchero
Farcia
marmellata di agrumi (homemade )
fragole
zucchero
un limone
Base
cuzzupa a fette
Preparazione
Preparate la crema e fatela raffreddare. Preparate la bagna. Tagliate a fette la fragole e fatele macerare con poco zucchero e succo di limone.
Fate uno strato di crema in una coppa, poi le fette di cuzzupa  spruzzate di limoncello, crema, fragole, marmellata di agrumi e ancora cuzzupa, crema e fragole. Decorate con scorze di  limone candite e briciole di cuzzupa.
Conservate in frigo fino al momento di servire.



Torta con mortadella e uova

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La pasta sfoglia è un alimento versatile e prezioso. Fresca o surgelata è ottima per creare piatti dolci e salati in poco tempo e con un pizzico di fantasia. Prepararla in casa mi spaventa, credo sia  piuttosto impegnativo, ma rimedio con la sfoglia che si trova nei supermercati. Non sarà buona come quella artigianale ma è sicuramente un compromesso accettabile e dà risultati soddisfacenti. Nel mio frigo un rotolo non manca mai  perchè con i ritmi frenetici della nostra vita  bastano pochi ingredienti per garantire una cena sfiziosa e invitante.

Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
200 gr di mortadella a fette
200 gr di ricotta
100 gr di parmigiano grattugiato
5 uova +1
sale qb
Preparazione
Fate rassodare 3 uova e poi sgusciatele. In una ciotola versate le rimanenti due uova, unite un pizzico di sale e il parmigiano, sbattete leggermente e  incorporate la ricotta.


 Con la sfoglia foderate una tortiera e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta. Stendete delle fette di mortadella, quindi il composto di ricotta e parmigiano, le uova sode tagliate a metà e terminate con il resto della mortadella.


Chiudete il ripieno con il resto della sfoglia, stendendola per quanto possibile fino a formare un cestino.


Sbattete l'uovo rimanente e con esso spennellate la superficie della torta. Infornate a 200° per 30 minuti circa. Quando sarà gonfia e dorata sfornatela. 


 Fatela riposare per un pò prima di tagliarla a fette e servirla con un contorno a piacere.



Sarde arriganati

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Nella grande famiglia del pesce azzurro le sarde hanno un posto importante: sono economiche, facili da cucinare ed hanno un elevato contenuto di grassi insaturi. In questo modo, aiutano a prevenire l'arteriosclerosi e riducono la possibilità di soffrire di malattie cardiovascolari. Per questi motivi i nutrizionisti ne consigliano il consumo 2-3 volte alla settimana. Dal mese di maggio le sarde sono più grasse e molto più saporite, e quindi è il momento migliore per gustarle. A me personalmente piacciono più delle alici, hanno un sapore più pronunciato, più deciso. Però debbono essere freschissime, appena pescate. Se poi consideriamo il lato economico ci guadagniamo, eccome. Un kg viene a costare dai 4 ai 5 euro e in questo periodo di crisi non possiamo non tenerne conto.
Anche se ho già postato la ricetta delle alici arriganate, ho pensato di postare quella delle sarde perchè il gusto cambia completamente. Come già spiegato il nome deriva dall'uso abbondante di origano, un'erba aromatica dal profumo molto intenso che cresce in modo spontaneo nelle zone assolate e aride. La raccolta avviene in giugno. Se venite in Calabria non dimenticate di portarvene un mazzetto.
Ingredienti
Come per tante ricette povere non mi affido alla bilancia, ma vado ad occhio.
Sarde, origano, prezzemolo, peperoncino in polvere, aglio, sale qb,olio evo, aceto  di vino bianco.
Preparazione
Pulite e lavate per bene le sarde.



 Disponetele in una padella con l'olio d'oliva , in un solo strato. Spargete sopra il prezzemolo tritato, lo spicchio d'aglio affettato, l'origano, il pepe rosso, il sale, un pò d'acqua e lasciate cuocere a fuoco vivo.


Rigirate con cautela e quando sono ben rosolate aggiungete mezzo bicchiere di aceto e fate evaporare. Consumate le sarde calde.




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