November 12, 2013, 11:03 am
Sempre dell'idea che i piatti della tradizione vanno riscoperti e riproposti, oggi vi propongo questa minestra molto saporita e molto salutare. La cicoria, infatti, assieme ai fagioli contiene molte vitamine ed ha un'azione depurativa e sgonfiante. Il segreto della bontà di questa erba di campo sta in quel suo sapore amarognolo che dona una nota particolare ai piatti.
Ingredienti1 kg di cicoria500 gr di fagioli secchiolio d'olivauno spicchio d'agliopeperoncino piccantesale qb PreparazioneLessate i fagioli possibilmente in un contenitore di terracotta, dopo averli messi a bagno per una notte. Pulite la cicoria e lessatela. Strizzatela con le mani e fatela saltare nella padella in cui avrete fatto imbiondire con l'olio lo spicchio d'aglio e il peperoncino. Aggiungete quindi i fagioli, un mestolo d'acqua calda e regolate di sale. Fate cuocere a fuoco moderato per 20 minuti, poi spegnete e fate riposare. La minestra sarà così più buona.Se la mangiate il giorno dopo sarà ancora più gustosa! E' quella che noi chiamiamo minestra "scarfata ", cioè riscaldata.
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November 16, 2013, 1:47 pm
E' un dolce ucraino e l'ho scoperto facendo zapping in un caldo pomeriggio estivo. Certamente non è una torta da consumare sotto il solleone ed infatti la signora spiegava che essendo abbastanza calorica loro la preparano in inverno, di solito per le feste di Natale, e che i vari strati, con il loro colore, simboleggiano la sua terra ricoperta dalla neve. Ascoltarla è stato veramente interessante ed emozionante, giacchè dagli occhi e dalle parole della signora traspariva tutto l'amore per il suo paese. Vi posto sia la ricetta originale, sia la mia versione " riveduta e corretta". Ho usato soltanto burro, diminuendone un pò la quantità; ho preferito il cioccolato perchè con la frutta secca si sposa meglio e la marmellata di uva fragola che ho fatto io. Infine per accontentare gli altri commensali ho tolto l'uva passa, anche se io ne sono ghiotta.Ingredienti500 gr di farina oo1 bicchiere di zucchero3 uova120 di burro
120 di margarina 2 cucchiai di jogurt 1bustina di lievito 2 cucchiai colmi di cacao amaro
250 gr di marmellata di prugne una manciata di noci tritateuna manciata di uva sultanina ammollata in acqua La mia versione 500 gr di farina oo200 gr di zucchero di canna3 uova200 gr di burro Vallè2 cucchiai di latte1 bustina di lievito250 gr di marmallata d'uva fragola 100 gr di noci e nocciole tritate con un cucchiaio di zucchero di canna. 50 gr di cioccolato fondenteuna noce di burroPreparazioneSeparate i rossi dai bianchi e sbatteteli con lo zucchero. I bianchi metteteli in frigo. Impastate la farina con il burro, il lievito e il latte e quando il burro è ben amalgamato unite l'impasto al composto di uova e zucchero. Ottenuto un panetto morbido e compatto dividetelo in tre parti. In una parte aggiungete il cioccolato sciolto in una noce di burro,amalgamatelo per bene e poi mettete questo parte più una bianca nel congelatore per qualche minuto. Prendete una tortiera da 24 cm, imburratela e infarinatela e poi foderatela con la pasta bianca. Spalmate sopra la marmellata. Togliete dal congelatore la pasta al cioccolato e grattugiatela sopra la marmellata. Adesso montate a neve i bianchi e fatene uno strato. Sopra spargete le noci e le nocciole tritate e infine grattugiate la pasta bianca. Infornate 180° per 30 minuti circa. Se la superficie dovesse colorirsi troppo ricoprite con carta forno. Una volta sfornata datele una spolverata di zucchero a velo.Tagliandola si notano i colori dei diversi strati.Con questa ricetta partecipo al contest Le torte della domenica del blog Lecosine buone
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November 21, 2013, 1:47 pm
I nostri orti sono pieni di questo ortaggioe noi lo consumiamo soprattutto lesso o fritto, ma ho scoperto che è ottimo anche per la preparazione di dolci. Se andate su Wikipedia scoprirete che questa pianta rampicante è arrivata fino a noi ad opera dei Conquistadores, dalle coste dell'America centrale e del Messico si è poi diffusa in tutta Europa fino a scomparire con l'avvento del consumismo. Il suo vero nome è Chayote, ma è conosciuta come patata spinosa e zucchina spinosa a causa delle spine di cui è ricoperta. E' un ortaggio ricco di aminoacidi, di vitamina C e il suo consumo previene l'arteriosclerosi e l'ipertensione.Perciò, care amiche, non trascuriamo questo frutto!Come al solito per tanto tempo non l'ho mangiata ( il suo sapore dolciastro non era di mio gradimento) , adesso la cucino spesso ed ho convinto anche il mio restio marito a gustarla. L'altro giorno , visto che ne avevano regalato alcune, le ho utilizzate ......Ingredientizucchine spinoseolio d'olivaaceto biancoagliopeperoncino piccantementabasilico zuccherosalePreparazione Per prima cosa armatevi di un paio di guanti per togliere la buccia esterna delle zucchine. Lavatele, tagliatele a metà, estraete l'osso centrale e tagliatele a fettine sottili. Salatele e lasciatele perdere l'acqua di vegetazione per mezz'ora. Asciugatele con carta da cucina e friggetele in olio bollente finchè prenderanno un bel colore dorato. Scolatele e fatele perdere l'unto in eccesso su carta assorbente. Tagliate lo spicchio d'aglio a listarelle, il peperoncino e spezzettate le foglie di menta e di basilico. Rimettete la padella con l'olio sul fuoco, aggiungete un cucchiaio di zucchero e infine sfumate con mezzo bicchiere di aceto. Adagiate le fettine in un piatto, cospargetele con un pizzico di sale, gli odori e ripetete gli strati. Su tutto versate infine l'olio agrodolce bollente. E' consigliabile far riposare il piatto almeno per una giornata, così le zucchine saranno più gustose. Si mangia freddo e può durare anche una settimana se tenuto in frigo.
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November 25, 2013, 1:45 pm
La castagna è un prodotto che ha da sempre accompagnato la vita dell'uomo. Nei periodi di carestia lo ha sfamatoe non a caso venne chiamata da Pascoli " l'italico albero del pane ". Le castagne erano una risorsa insostituibile per i contadini perchè facevano le veci sia del pane che del companatico. E inoltre erano e sono tuttora il cibo degli animali e soprattutto dei maiali. I piatti a base di castagne appartengono alla tradizione contadina, profumano di genuinità, di amore per la convivialità e ricordano le abitudini di un tempo scandite dal ritmo delle stagioni. Tante sono le ricette con questo frutto tipicamente autunnale , dall'antipasto al dolce. Queste zeppole da noi si preparano, come vuole la tradizione, le vigilia di Natale.Ingredienti300 gr di faina di castagne150 gr di farina ooacqua q.b.un pizzico di saleun pò di lievito di birraolio per friggerezucchero al velomiele di castagno
PreparazioneSu un piano di lavoro versate le due farine, fate una fontanella al centro e unitevi il lievito sciolto in acqua tiepida e il sale. Impastate e lasciate lievitare. Con le mani unte d'olio formate delle ciambelle sottili col buco e mettetele a friggere in una padella con olio bollente. Quando la pasta inizierà a dorare, toglietele e asciugate l'olio in eccesso con carta assorbente. Cospargete infine le zeppole con zucchero a velo. Se preferite, fate come ho fatto io, gustatele con il miele. Di castagno, naturalmente!Con questa ricetta partecipo all'MTC di Novembre
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December 2, 2013, 12:43 pm
Casa mia sa già di Natale. Mi piace preparare tutto in anticipo così me la posso godere insieme ai miei cari. Ho spacchettato tutto e dopo prove e riprove tutto è finalmente al suo posto: la mia collezione di Babbo Natale, gli angioletti e i miei presepi. Marito e figlio mi guardano con un sorrisetto ironico mentre corro di qua e di là, ma il bello delle feste e di questa in particolare è essere indaffarati.Dopo gli addobbi mi dedico alla cucina o per meglio dire alla pasticceria, infatti per un pò posterò solo dolci e lascerò da parte il salato. Anche se non disdegno dolci di altre regioni, per il Natale preparo unicamente dolci calabresi: uno più buono dell'altro .Oggi posto una ricetta che ho presentato appena aperto il blog: Il mastazzolo di Caccuri. Caccuri è un borgo medievale della presila crotonese dominato da un castello eretto nel sesto secolo dai Bizantini la cui inconfondibile torre Mastrigli lo rende visibile da lontano. Dopo le notizie storiche ritorniamo al mastacciolo, che in verità è un prelibato rotolo ripieno di cioccolato fondente e mandorle. Vi consiglio di provarlo perchè è veramente gustoso. Nei prossimi giorni potrete gustare ( virtualmente! ) altre specialità come le susumelle, la pignolata, i petrali e la cupeta . Certamente in ogni famiglia abbiamo la nostra ricetta personale, ma tutti i dolci sono buoni e legati alla nostra tradizione culturale e religiosa.
Ingredienti1 kg di miele di castagno300 gr di mandorle tostate300 gr di cioccolato fondentefarina 00 quanto ne prende l'impasto1 uovo e un tuorlo1/2 cucchiaino di bicarbonato
Preparazione impastoSciogliete il miele a bagnomaria. In una ciotola versate della farina, le uova e lavorate con le mani; unite il bicarbonato e il miele. Aggiungete altra farina fino ad ottenere un impasto omogeneo simile alla pasta frolla.
RipienoSciogliete il cioccolato a bagnomaria, aggiungete 3 cucchiai di miele e le mandorle tostate.
Stendete l'impasto con il mattarello su carta forno in una sfoglia rettangolare e mettete il ripieno nel mezzo.
Arrotolatelo dal lato più lungo e infornatelo in forno statico preriscaldato a 160° per 20 minuti circa. Dovrà raggiungere un colore dorato.
Una volta freddo ( meglio il giorno dopo ) tagliatelo a fette sottili.
PS.Con queste dosi otterrete due rotoli che, se avvolti in un tovagliolo, si conserveranno per parecchi giorni.
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December 6, 2013, 2:56 pm
Continuiamo con la degustazione dei dolci natalizi della tradizione calabrese. Oggi è la volta del " torrone dei poveri", un croccante a base di "giurgiulena" (sesamo) che nel mio territorio prende il nome di " cupeta" o "cumpettu". La "cupeta" è il dolce tipico di Montepaone preparato con sesamo, miele, vin cotto e vari aromi per dare un tocco di sapore più intenso. E' un dolce tipicamente natalizio in quanto la presenza del miele non consente il perfetto mantenimento durante il periodo estivo. La preparazione del dolce dal punto di vista esecutivo non è molto difficile, ma avere la ricetta giusta lo è. I "mastri cupetari" infatti la tengono segreta ! Quella che vi presento è la mia versione, lontana mille miglia dalla ricetta del "mastro cupetaro" per eccellenza Bruno Platì, ma ugualmente buona.
Ingredienti
250 gr di sesamo
1/4 di vin cotto
100 gr di miele millefiori
50 gr mandorle sgusciate leggermente tostate
bucce di mandarino calabrese
Preparazione
Pulite i semi di sesamo dalle impurità, lavateli e fateli asciugare all'aria. Per una buona riuscita del croccante il sesamo deve essere asciutto, perciò è consigliabile tenerlo nel forno caldo per una decina di minuti, prima di usarlo.
Versate il vin cotto in una padella, aggiungete il miele e fatelo sciogliere a fuoco moderato, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Unite il sesamo sempre rimestando e quando avrà assorbito tutto il miele e avrà preso un bel colore dorato, aggiungete le mandorle e la buccia del mandarino grattugiata. Rimescolate ancora e poi versate il composto sul piano di lavoro inumidito con succo d'arancia. Mentre è ancora caldo con la metà di un'arancia stendetelo e appiattitelo in uno strato alto un centimetro. Infine con un coltello dalla lama larga ritagliate tanti piccoli rombi. Lasciateli raffreddare e poi sistemateli in un vassoio su delle foglie fresche di arancio o di limone.
PS... Tradizionalmente preparata per le fiere, la "cupeta"è un croccante in via d'estinzione e pertanto è stato riproposto dal convivium Slow food di Soverato secondo l'antica ricetta di Bruno Platì.
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December 9, 2013, 10:45 pm
Questi sono dolcetti antichissimi, ben radicati nella tradizione natalizia calabrese e le cui origini si perdono nelle notti d' Oriente vista la generosità di spezie tra gli ingredienti. Preparati rigorosamente a mano con un impasto a base di miele e frutta secca, sono originari di alcuni comuni della provincia di Reggio Calabria e di Vibo Valentia. Il nome susumella deriva dalla parola - carezza -: un nome adatto per identificare la delicatezza e la bontà di questi biscottini di pasta dolce. Una carezza per gli occhi tentati dalla glassa bianca e dal cioccolato fondente, una carezza per l'olfatto a causa del profumo del miele e del mandarino e una carezza per il palato per una golosità unica.
Ingredientifarina 00 q.b. ( circa 300 gr ) 100 gr di miele di castagno o zagara ( io castagno ) intiepidito100 gr di zucchero10 gr di ammoniacaun pizzico di cannella in polvere chiodi di garofano ( io no )bucce di mandarino calabrese tritate finementeun cucchiaino di cacao amaro 100 gr di uva passa, noci e cubetti di arancia candita vino cottolatte200 gr di cioccolato fondente per la copertura (io glassa al cioccolato della Paneangeli )PreparazioneMettete l'uva passa a bagno in un pò di vino cotto o vino liquoroso per mezz'ora e poi strizzatela bene. Tritate i gherigli di noce finemente. In due dita di latte caldo sciogliete l'ammoniaca, deve fare la schiuma. In una ciotola capiente versate la farina, l'ammoniaca, il miele e via via tutti gli altri ingredienti. Amalgamate bene fino ad avere un composto compatto. Tagliatelo a tocchetti e con le mani inumidite cercate di ottenere delle forme ovali o romboidali. Disponete i biscotti ( ben distanziati ) in una teglia ricoperta con carta forno e infornate per 15' a 180° in forno preriscaldato. Una volta estratti dal forno fateli raffreddare e poi procedete alla glassatura che potete fare sia con il cioccolato bianco che fondente.Volendo si può anche utilizzare una glassa con zucchero e albume d'uovo.
"Mo' veni Natali, non haiu dinarimi pigghiu la pippa e mi mentu a fumari "
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December 15, 2013, 10:48 am
La tradizione di consumare fichi secchi a Natale proviene dall'antica Roma, infatti durante le feste di inizio anno dedicate al dio Giano i romani si scambiavano come dono beneagurante fichi e datteri accompagnati da ramoscelli d'alloro.
Di questa tradizione non ne sapevo niente, ma di sicuro so che i frutti copiosi del fico sono stati considerati in tempi di carestia il pane dei poveri, perchè freschi o essiccati, contribuivano a sfamare la popolazione essendo fonte naturale di energia grazie al loro contenuto zuccherino. Durante la stagione estiva i fichi venivano raccolti e poi essicccati al sole sui "cannizzi " per un tempo di circa due settimane. Venivano conservati poi dentro dei sacchi di juta "ciurmedi" e consumati al naturale o ripieni con le noci durante le festività natalizie. In questo periodo sulla tavola dei calabresi non mancano mai i fichi" mpurnati " ( al forno ), " i crucetti "( quattro fichi secchi farciti con noci, mandorle e scorzette di agrumi disposte a croce ) , " i hetti " ( fichi secchi al naturale infilati in canne ). Il dolce che posto oggi lo preparava una zia di mio marito ed è una vera golosità. In parte l'ho variato, in quanto nessuno ricorda la ricetta originale. Ingredienti 300 gr di fichi secchi 50 gr di mandorle tostate 50 gr di nocicubetti di arancio canditiscorze e succo di mandarino calabresevino cotto q.b.foglie di limone o aranciomiele di zagaraLe grammature sono puramente indicative, tutto dipende dalla grandezza del rotolo e da quanto lo vogliamo ricco di frutta secca.PreparazioneDopo aver tolto il peduncolo ai fichi, tagliateli a pezzetti e metteteli a macerare con il vino cotto almeno per una giornata.
Tritate grossolanamente le mandorle, le noci e le scorze di mandarino.Trascorso il tempo indicato frullate ( io con il Bimby ) i fichi. In una ciotola versate i fichi, la frutta secca, l'arancia candita, il succo di mandarino e due cucchiai di miele di zagara. Impastate il tutto e se il composto vi sembra un pò asciutto aggiungete. un pò di vino cotto o succo di mandarino. Formate adesso un rotolo, avvolgetelo nelle foglie di limone ( la zia usava il lauro ) e poi nella carta di alluminio.
Infornate per 15' a 160°. Sfornatelo, eliminate le foglie e fatelo riposare qualche giorno prima di tagliarlo a fette . Volendo si può conservare in frigo avvolto in carta forno.
Con una parte dell'impasto ho preparato dei bonbon, alcuni li ho ricoperti di cioccolato, altri li ho rotolati nella granella di pistacchi.
PS... con questo delizioso e calorico rotolo chiudo il 2013, sarò infatti assente per più settimane.Ringrazio tutti per la stima e l'affetto che mi avete dimostrato in questi mesi. Sono contenta di far parte di questa numerosa famiglia che giorno dopo giorno regala un pò del suo tempo e delle sue passioni. Un grazie particolare alla mia amica Edvige che nonostante gli oltre 1000 km che ci dividono sento vicina con il suo affetto e la sua simpatia .
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December 31, 2013, 11:59 am
Auguri...
A quegli amici su cui posso contare senza riserve;A chi c’è sempre nel momento del bisogno;A chi non si dimentica, nemmeno una volta, di perdonare i miei erroria chi c’è sempre, nonostante gli sbagli,a chi mi sorride, anche se prova dolore nel cuore,a chi usa gentilezza senza aspettarsi nulla in cambio,a chi osa amare, sorridere, sperare e mi insegna a farlo.A tutti voi amici sinceri,Auguri di Cuore! Buon Anno Nuovo!
Stephen Littleword, Piccole cose
E' il primo Capodanno che passo insieme a voi, cari amici blogger, e nonostante il poco tempo a disposizione non posso non inviare a voi tutti che mi siete stati vicini in questo anno un mondo di auguri per un nuovo anno ricco di salute e serenità.Buon Fine Anno
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January 10, 2014, 1:16 pm
Le vacanze sono terminate e volenti o nolenti si ritorna alla quotidianità. Sono ritornata quindi al lavoro desiderosa di incontrare i miei cari 25 birbantelli che hanno tanta voglia di imparare, ma anche di ...chiacchierare; sono ritornata anche ai fornelli ( i miei ) che in pratica non ho mai abbandonato. Eh si, a casa dei miei ragazzi ho cucinato e cucinato di tutto e di più per loro e per i loro amici, tanto che l'ultimo giorno un ragazzo mi ha confessato che non mi dimenticherà molto facilmente! Ritorno anche nella blogsfera e posto un dolce che tanti di voi hanno preparato: il Danubio, una torta sia dolce che salata costituita da una serie di palline ripiene accostate le une alle altre. Le sue origini sono napoletane nonostante il nome evochi altri paesi e allora per conoscere meglio le sue origini mi sono documentata e guardate cosa ho scoperto:Un certo Scaturchio Giovanni, di origine calabrese, tornò a Napoli dopo la Grande guerra con una moglie salisburghese, una certa Caterina e aprì una pasticceria che è rinimata ancora oggi. Negli anni Venti, di Scaturchio diventano celebri i babà, le sfogliatelle, le pastiere e tutti i dolci natalizi, con l'aggiunta del susammiello importato dalla Calabria; contemporaneamente cominciano ad imporsi anche lo strudel di mele e quello di noci, la Sacher e i Buchteln o Wuchteln, il cui nome venne italianizzato in Briochina dolce del Danubio: una deliziosa infiorescenza di piccole brioche ripiene di marmellata o crema pasticcera.La figlia di Giovanni e Caterina, Ivanka, si sposò con il cugino Ciccio, il quale inventò la versione salata. E da qui il Danubio è passato alla storia come dolce napoletano.Ingredienti250 gr di farina oo250 gr di farina manitoba100 gr di zucchero80 gr di burro morbido2 uova7 gr di lievito secco200 gr circa di latte leggermente scaldatoun cucchiaino scarso di sale1 uovo per spennellarezucchero a velo
Questa ricetta è tratta dal blog " La cucchiarella".
PreparazioneSciogliete il lievito nel latte, aggiungete tutti gli altri ingredienti nella ciotola e impastate bene per qualche minuto finchè tutto non sarà ben amalgamato. Coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio.
Riprendete l'impasto e formate delle palline da circa 40/50 gr ciascuna. Appiattitele e farcitele a vostro piacimento( io ho usato nutella e marmellata di more ). Richiudete formando la pallina e adagiatele in una tortiera unta e infarinata.
Lasciate lievitare ancora per un'ora circa, spennellate con l'uovo e infornate a 180° per una ventina di minuti. Se prende troppo colore coprite con carta forno.Fate raffreddare il dolce, sfornatelo e spolverizzate con zucchero a velo.
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January 12, 2014, 10:29 pm
Un anno intero è volato . Non mi sembra vero che siano passati tutti questi mesi da quella sera del 13 gennaio, quando titubante e in sordina ho aperto questo mio piccolo spazio virtuale. Quanta emozione quando ho premuto il tasto " Pubblica" del primo post! Quanta confusione con la mia piccola macchina fotografica ( che veramente ancora non so usare )!
Quanta gioia nel ricevere i primi premi!
Ogni volta che ricevevo un commento o notavo le visualizzazioni che aumentavano di giorno in giorno rimanevo incredula.
Pian piano ho conosciuto e mi sono fatta conoscere da tante persone che mi hanno dato consigli e suggerimenti per gestire al meglio il blog.
Certamente non ho mai avuto e non ho tuttora la pretesa di insegnare a cucinare, ma di condividere si. Condividere quello che ho appreso da mia mamma, da mia suocera, dai tanti libri e giornali che ho comprato e compro ancora.
Condividere e far conoscere la cucina tradizionale del mio territorio che per tanti motivi si sta perdendo. Ritengo infatti che sia dovere di ognuno di noi conoscere, valorizzare e difendere quel patrimonio di ricette che si è formato in tanti secoli e che quasi sempre è stato affidato solo alla tradizione orale.A distanza di un anno, se mi fermo a pensare non mi posso immaginare senza il mio blog, certo si sente l' impegno che gli altri si aspettano, perchè ti accorgi che quando scrivi non lo fai più solo per te, ma le soddisfazioni sono tante.Grazie quindi a tutti, davvero e di cuore, per avermi sostenuta, commentata, capita o apprezzata. Grazie a tutti coloro i quali passano da qui e decidono di fermarsi, di regalarmi un pò del loro tempo e del loro affetto.Grazie anche a mio marito e ai miei figli che ormai hanno capito che non possono assaggiare se non ho fatto prima le foto.
GRAZIE DI CUORE A TUTTI
Dopo tutti i ringraziamenti è arrivata l'ora di festeggiare insieme con questa torta della quale a breve posterò la ricetta.
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January 17, 2014, 11:28 pm
Quando del maiale non si buttava via niente e quando era sconosciuto il termine "calorie" , le nostre nonne usavano preparare questo semplice e gustoso piatto. Le cotenne o cotiche, che altro non sono che la pelle del maiale, sicuramente non fanno parte dei menu proposti dai grandi chef, ma non per questo non sono buone o sono da scartare. Basti pensare al sapore dei fagioli con le cotiche o alla cassoeula. Il piatto postato con il passare degli anni si è arricchito con costine e salsicce, però io lo preferisco nella sua originale semplicità , con l'uso anche della sugna.
Ingredienti
4 rettangoli di cotica di maiale
pane casereccio sbriciolato finemente
prezzemolo
pecorino grattugiato qb
uno spicchio di aglio
peperoncino piccante in polvere
2 barattoli di pelati
sugna
cipollotti
sale qb
alloro
PreparazionePreparate la farcia frullando il pane con il prezzemolo, l'aglio, il pecorino un pizzico di sale e il peperoncino. Inumidite il tutto con un filo di olio d'oliva.
Eliminate dalle cotiche il grasso in eccesso, passatele sulla fiamma per bruciare gli eventuali peletti, grattatele e scottatele in abbondante acqua salata.
Quando le cotiche saranno cotte, stendetele e farcitele con il pane aromatizzato. Avvolgete le cotiche su se stesse e chiudetele con uno stecchino oppure legatele con spago da cucina.
In una pentola ( sarebbe ideale se fosse di coccio ) fate soffriggere i cipollotti tritati con un pò di sugna o olio d'oliva. Aggiungete le cotiche e fatele rosolare da entrambi i lati. Versate i pelati schiacciati, un pizzico di sale e foglie di alloro. Coprite e fate cuocere a fuoco molto basso finchè le cotiche non si infilzeranno con i rebbi della forchetta. Mescolate spesso perchè le braciole potrebbero attaccarsi al fondo della pentola, se necessario diluite con un mestolo d'acqua calda. Servitele ben calde accompagnate da verdura lessa o meglio ancora con sottaceti.Volendo con il sugo potete condire dei maccheroni o degli gnocchi di patate.
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January 22, 2014, 2:35 pm
E' uno dei dolci che preparo più spesso. Il perchè è subito spiegato: è di facile e veloce esecuzione;è soffice e sostanzioso;è ottimo da gustare a colazione o anche a merenda;è di sicura riuscita.Provatelo e seguirete il mio esempio.Ingredienti200 gr di farina 00200 gr di ricotta di pecora100 gr di mandorle spellate frullate a farina150 gr di zucchero3 uova1 bustina di lievito gocce di cioccolato fondentezucchero al veloPreparazioneVersate i tuorli e lo zucchero in una ciotola. Sbatteteli con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unite la ricotta setacciata e successivamente le due farine, il lievito e i bianchi d'uovo montati a neve. Infine aggiungete le gocce di cioccolato. Versate il composto in uno stampo imburrato e infarinato e infornate in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti circa.Una volta freddo spolverizzatelo con zucchero a velo.
PS: Belli vero questi copribarattoli? Ed anche originali e d'effetto. Sono solo una parte delle creazioni di una mia cara amica che ha delle manine fatate. Se volete saperne di più andate a trovarla sulla sua pagina facebook " La bottega delle fate di Maria Tropea".
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January 26, 2014, 12:59 am
Oggi niente ricette, come promesso ad alcune di voi posto alcune foto della città di Birmingham dove sono stata durante le vacanze di Natale. La scelta della città non è stata a caso, ma dettata dal fatto che i miei figli vi lavorano e desideravamo con mio marito trascorrere il Natale insieme a loro. Ci siamo stati in altri periodi dell'anno, però a Natale è diverso: la città è tutta illuminata e i mercatini tedeschi sono una vera chicca. Peccato che la pioggia ci abbia penalizzato un pò!Birmingham è una città cosmopolita e molto interessante che offre tante attrazioni.
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Library of Birmingham: un edificio bellissimo ultimato da poco. L'interno è semplicemente incredibile, 9 piani, un ascensore di vetro che ti porta agli ultimi piani da dove si può ammirare tutta la città e oltre. All'ultimo piano la SHAKESPEARE Memorial camera. |
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Symphony Hall sede dell'orchestra sinfonica e del Birmingham Royal Ballet |
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Bull Ring
E' un capolavori di architettura moderna con i suoi 15.000 dischi in alluminio. All'interno oltre 140 negozi disposti su 4 piani. Da perderci la testa! |
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La città di sera è fantastica, soprattutto nella zona dei canali. Ottimi i ristoranti disposti lungo le sponde . Invece delle gondole veneziane si naviga con il canal bus. In uno dei pub abbiamo gustato un ottimo hamburger di agnello aromatizzato alla menta con contorno di patate....naturalmente.
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Chiesa di ST. Martin Incastrata nell'area commerciale del Bull Ring è piccola ma imponente.
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All'interno e all'esterno del Bull Ring ci sono diversi punti ristoro, per ogni tasca e per ogni etnia: cucina italiana, cinese, thailandese, francese, indiana.................
Ma i miei occhi sono stati attratti dalle vetrine dei dolci, una colorata golosità!
Birmingham è una città vivibile, ordinata, silenziosa, multietnica, moderna e classica nello stesso tempo che offre tante possibilità di lavoro a chi ne ha voglia e necessità.
L'unico punto negativo è il clima: cielo plumbeo, pioggerellina continua e sole in quarantena, ma questo è insignificante se si ha un lavoro che ti permette di vivere.
Concludo agurandovi buona domenica con questa foto inviatami ieri dai miei ragazzi.
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January 28, 2014, 10:33 am
In Calabria è stata sempre prevalente la cultura contadina per cui i piatti più comuni erano legati ai prodotti della terra e agli animali che venivano allevati. Il maiale, in particolare, costituiva la ricchezza maggiore; del maiale non si buttava via niente, anche per le parti meno nobili le massaie riuscivano a trovare un utilizzo adeguato e gustoso. Un classico era ed è la " minestra maritata", una perfetta unione tra la carne di maiale e le erbe spontanee che messe insieme contribuiscono a creare un gusto armonioso di sapori. Una volta tale unione avveniva nella "pignata" di coccio posta sui carboni ricoperti di cenere del camino.Certamente la varietà delle verdure e della carne è a gusto personale.Ingredientiverdure miste di stagione: cicoria, scarola, bieta, verza, borragine ( un fascio per ogni tipo)
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verza nera e verde |
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cicoria |
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borragine..con un ospite |
1 kg di costine di maiale200 gr di cotichecipolla, sedano, carotacroste di pecorinopecorino grattugiatocaciocavallosale qbPreparazionePulite (ahimè è la parte più lunga ) le verdure e lessatele separatamente in acqua salata. Scolatele e strizzatele ( ricordatevi di passare la cicoria sotto l'acqua fredda per togliere l'amarognolo ).
In una pentola capiente mettete in acqua fredda la carne con gli odori, salate e portate ad ebollizione fintanto che la carne non sarà tenera. Scolate poi la carne, eliminate le ossa e sfilettatela.
Sgrassate il brodo e filtratelo. A questo punto prendete un'altra pentola e fate uno strato di verdure, uno di carne, pecorino grattugiato, caciocavallo a scaglie e brodo. Continuate ancora con un 'altro strato e ricoprite infine il tutto con abbondante brodo.
Rimettete la minestra sul fuoco e continuate la cottura per altri trenta minuti e una volta spento il fuoco fatela riposare prima di servirla.
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February 3, 2014, 11:53 pm
Ecco una pietanza della nostra tradizione preparata con alcune parti del maiale come le zampe, le ossa , le cotenne, il gamboncello, la testa, le orecchie e il muso perchè nella cucina povera non si buttava via niente. Era il piatto forte della cena conviviale che concludeva la saga dell'uccisione dell'animale e la conseguente trasformazione della carne in salsicce, soppressate, capicolli e pancette. Tutti i pezzi , secondo un ordine di cottura, venivano messi in un grosso pentolone " a coddara " sul fuoco e dopo una lunga e lenta cottura erano pronti per essere gustati insieme a sottaceti , verdure lesse e un buon bicchiere di vino rosso.In casa dei miei nonni l'uccisione dei maiali era una grande festa. Nonni, zii , amici, tutti insieme per lavorare , chiacchierare ed assaggiare i piatti che man mano venivano preparati. Ricordo che dopo la salatura della carne ( tagliata a mano! ), 40 gr di sale per le soppressate e 30 gr per le salsicce, zia Maria ne soffriggeva un pò in una padella per saggiarne la sapidità. Un sapore unico! Anche noi piccoli avevamo un compito: tagliare la carne, bucherellare i salami, girare il sanguinaccio sul fuoco e... far disperare i grandi. Alla fine del faticoso lavoro tutti a gustare i " pruppuni", ma....se a lavorare c'era stato pure zio Gianni te li potevi scordare, perchè nella "coddara " trovavi solo ossa e pochissima carne. Per lui erano prioritari i salami e quindi dalle sue mani le ossa uscivano pulite pulite!Ricordi indelebili questi, racchiusi nel cassetto della memoria; ricordi che parlano di persone care e di un periodo spensierato della vita; ricordi che rischiano di essere soltanto...nostalgici ricordi. E allora perchè non organizzare una cena con amici e familiari per ri...gustare i sapori e i profumi di un tempo? PruppuniDal mio macellaio di fiducia ho comprato dei gamboncelli, dei piedini, delle cotiche, delle costatine e delle ossa. Li ho fiammeggiati, raschiati, puliti per bene e lasciati nell'acqua fredda per tutta la notte. L'indomani mattina li ho messi in una pentola abbastanza capiente con acqua fredda salata e li ho lasciati bollire per alcune ore. Le cotiche, ormai diventate " frittuli" hanno bisogno di tempi di cottura minori.
Ed ecco il piatto finito, pronto per essere gustato con il succo dei limoni.
Come accompagnamento altre specialità calabresi: salsiccia e caciocavallo
Sottaceti: melanzane, peperoni e cipolle ( la ricetta la trovate qui )
Pipi e patati
Niente pane, ma una focaccia di grano duro con ciculidi o frisulimiti
Non potevano certo mancare le polpette, rigorosamente in bianco! ( qui ) E per finire in dolcezza una fetta di crostata di ricotta.
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February 7, 2014, 11:28 am
Oggi senza pensarci su due volte ho deciso di preparare questa torta che mi tenta già da tanto tempo. Mai usato farina integrale per i dolci, immaginavo non so perchè torte asciutte e piatte. Insomma immangiabili. Invece mi sono dovuta ricredere, la torta è lievitata benissimo, è soffice e zuccherata quanto basta. La ricetta originale prevede anche pinoli e uva passa, che io non ho aggiunto perchè non piacciono a tutti.
Ingredienti100 gr di farina integrale100 gr di farina 00100 gr di burro ( io margarina )3 uova3 cucchiai di miele (io Mielito limone )1 bustina di lievito5 mele1 cucchiaio di zucchero di cannail succo e la scorza di un limone
PreparazioneSbucciate le mele, tagliatele a tocchetti, cospargetele con lo zucchero di canna e lasciatele a bagno nel succo di limone. Lavorate burro e miele per ottenere un composto spumoso cui unirete le uova uno alla volta. Mescolate farine e lievito e unitevi un pizzico di sale e la scorza del limone grattugiata.Versate le mele con tutto il succo e amalgamate il tutto. Imburrate e infarinate uno stampo, versatevi l'impasto, spolverizzate con un pò di zucchero, distribuite dei fiocchetti di burro e infornate nel forno preriscaldato per 30 minuti a 180°.
PS: i mieliti sono preparati alimentari a base di miele con l'aggiunta di altri prodotti dell'alveare come propoli, polline e pappa reale; oppure con l'aggiunta di pasta di frutta, come arancia, limone o fragola. E' un nuovo modo di gustare il miele!
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February 12, 2014, 11:58 pm
Questo è il periodo giusto per condividere con voi tutti questo tipico piatto calabrese, appartenente alla cultura contadina che prevedeva la lavorazione di tutte le parti del maiale..I ciculidi, o curcuci, o frisulimiti o "rimasugghji " a seconda della zona , non sono altro che un amalgama di grasso e pezzetti di carne . Si presentano con un color marroncino più o meno intenso, sono molto saporiti, ma anche ricchi di grasso per cui vi consiglio di consumarli con moderazione. Si possono gustare su del pane caldo, nella pitta, con la pasta o con l'uovo. Il piatto di oggi è particolarmente gustoso e vale la pena di provarlo almeno una volta all'anno.
Ingredientidue uova,due cucchiai di " ciculidi " ad uovocrostini di pane PreparazioneFate sciogliere in un padellino i "ciculidi " a fuoco lento.
Aggiungete le uova irrorandoli col grasso sciolto finchè gli albumi non si rapprenderanno. Non occorre salare perchè i " ciculidi " sono abbastanza saporiti.Servite con crostini di pane e del peperoncino piccante in polvere se vi piace.
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February 16, 2014, 12:42 pm
Con questo nome in Calabria indichiamo i fichi fatti appassire al sole e poi farciti con frutta secca. La preparazione dei " fichi chini " già conosciuta nell'antica Roma fu ripresa nel Medioevo dove, probabilmente grazie alla creatività di alcune monache, presero la forma di una croce cristiana, ottenuta incrociando e sovrapponendo quattro fichi secchi aperti a metà. Oggi come ieri le crucette sono una delle tante prelibatezze, semplici ma dal gusto genuino, che si preparano per il Natale quasi a perpetuare una tradizione che si tramanda di generazione in generazione.Consumati al naturale o " acconzati " ( farciti ) sono un alimento salutare ricco di ferro, potassio, fibre, vitamina A e B, non per niente una volta i contadini impegnati nelle dure giornate di lavoro nei campi li mangiavano nei momenti in cui le energie avevano bisogno di essere ricaricate. Come vedete, quindi, l'espressione " vali quanto un fico secco "è totalmente errata.
Ingredientifichi secchi bianchi e polposi, noci, scorze di mandarini calabresi, zucchero a velo aromatizzato con cannella, foglie di alloro.Io non amo molto le spezie, mi piace sentire il profumo dei fichi e del mandarino, motivo per cui non ho usato la cannella.
PreparazioneSgusciate e tritate grossolanamente le noci.
Grattugiate le scorze di mandarino.
Ammorbidite con le mani i fichi e poi tagliateli a metà partendo dal basso ma lasciandoli uniti dal peduncolo.
Per ogni crocetta servono quattro fichi, possibilmente della stessa dimensione. Incrociate due fichi ben aperti tenendo l'interno rivolto verso l'alto. Farciteli con le noci e le scorze di mandarino e ponete su di essi gli altri due fichi aperti incrociandoli e premendoli per bene, affinchè aderiscano ai due sottostanti.
Mettete le crocette su una placca ricoperta di carta forno in forno moderato per 10-15 minuti circa o finchè non diventano di un bel colore lucido e dorato. Tolte dal forno spolverizzatele con zucchero aromatizzato e fatele raffreddare prima di consumarle.
Si possono conservare per parecchi mesi in una scatola di latta rivestita di carta forno alternando le crocette con foglie d'alloro e bucce di mandarino e limone.
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February 20, 2014, 12:45 am
Era da tanto tempo che non postavo ricette di primi piatti e ho quindi cercato di rimediare con questi spaghetti che in famiglia piacciono a tutti. I carciofi che ho comprato sono tenerissimi e , cosa molto importante, sono a km 0, infatti nel mio comprensorio ne esistono diverse coltivazioni.Il piatto non soltanto è gustoso, ma è semplice, leggero e veloce da preparare. Ingredienti5 carciofi1 scalogno50 gr di pancetta arrotolata300 gr di spaghettiprezzemolosugnapecorino fresco piccantesale e pepe q.b.PreparazioneTagliate una parte del gambo dei carciofi, scartate le foglie esterne più dure, spuntateli e divideteli a metà. Togliete il fieno interno e tagliateli a spicchietti lasciandoli per un pò di tempo in acqua acidulata al succo di limone. Scaldate la sugna in una padella e fate appassire lo scalogno insieme alla pancetta tagliata grossolanamente. Unitevi quindi i carciofi scolati e fateli insaporire per un paio di minuti. Salate, pepate, bagnate con un mestolo d'acqua, incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco dolce per 20 minuti circa fino a quando i carciofi saranno teneri ma non sfatti.Cuocete gli spaghetti, scolateli al dente e fateli saltare per qualche minuto nel condimento di carciofi e pancetta. Servitela pasta con del prezzemolo tritato e del pecorino fresco grattugiato sottilmente.
A me piace così, tanti carciofi e poca pasta!!!!
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