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Channel: Il mondo di Rina
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Le pastette, un dolce antico

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Dei cinque sensi l'olfatto è quello con maggior potere evocativo: il profumo di un fiore, di un dolce, l'odore tipico di un luogo riescono a far riaffiorare ricordi ormai sopiti in qualche angolo segreto del nostro essere. E la pastetta, grazie al suo sentore di ammoniaca, sa di casa, di infanzia felice, di genuinità, di tradizioni ormai dimenticate.
Un tempo le pastette erano il simbolo delle feste importanti, come battesimi, cresime e matrimoni. Venivano preparate dalle "maistre" del paese insieme ai biscotti con le mandorle e infornati nel forno a legna per essere offerti poi agli invitati. Quel chicco di caffè o la mandorla che guarnivano spesso le pastette erano per me una golosa tentazione alla quale era difficile resistere e così allungare la mano per afferrarli era questione di un attimo. 
Oggi tutto è cambiato, niente più feste in casa, niente più dolci preparati insieme alle donne del vicinato da servire nelle "guantiere". Ma le pastette non hanno perso il loro fascino, anzi sanno più di casa, di famiglia perchè da dolci delle feste sono diventati dolci della colazione, da inzuppare ogni mattina nel caffelatte. Un rito al quale non rinuncio. 
Ingredienti
500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
3 uova
100 gr di sugna io 80 ml di olio evo
100 ml di latte tiepido
20 gr di ammoniaca
scorza di 1/2 limone
Preparazione
In una ciotola versate la farina setacciata, fate la fontana e versatevi le uova, l'olio evo, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e l'ammoniaca sciolta nel latte tiepido. Impastate il tutto fino ad ottenere un impasto molto morbido, quasi appiccicoso. Stendete l'impasto su una spianatoia infarinata, appiattitelo prima con le mani e poi con il mattarello e formate le pastette con un coppapasta. Spennellatele con il latte, spolverizzatele con lo zucchero e infine ponete al centro un chicco di caffè. Infornate le pastette nel forno già caldo a 180° per 15/20 minuti ben distanziate tra loro.









Ciccitielli calabresi all'anice

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Sono sempre alla ricerca di piatti della tradizione calabrese e soprattutto di quei piatti dimenticati che rischiano di sparire dal nostro patrimonio, dalla nostra memoria. Piatti preparati con ingredienti semplici che ogni massaia aveva in casa e che prendevano forma nel momento in cui c'era il bisogno. Per fortuna nei piccoli borghi c'è ancora qualche nonna con la mente lucida, che ricorda...E così sono venuti alla luce i ciccitielli, e non solo loro. Una gioia infinita e un grazie a tutte quelle donne che, in tempi difficili e con poco, hanno fatto di "necesità virtù" e a quanti si impegnano a riscoprire odori e sapori persi nel corso del tempo.
I ciccitielli sono dei golosissimi dolcetti della tradizione al profumo di anice. Fritti naturalmente, perchè la frittura per noi calabresi è un must.

Ingredienti
500 gr di farina 00
150 gr di zucchero
80 gr di sugna
100 ml di liquore all'anice
3 uova 
2 tuorli
1 bustina di lievito per dolci
olio di arachide per friggere
codette di zucchero (io no)
200 gr di miele, io acacia

Preparazione
In una ciotola capiente versate le uova, i tuorli, lo zucchero, la sugna sciolta precedentemente, l'anice e mescolate. Gradatamente versate la farina setacciata con il lievito. Lavorate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e compatto che lascerete riposare in frigo per un paio d'ore. Riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello in una sfoglia sottile. Ritagliate tanti ciccitielli con formine diverse, friggeteli in abbondante olio di semi e una volta dorati sgocciolateli e asciugateli su carta assorbente da cucina.




Fate sciogliere il miele in una padella, immergetevi i ciccitielli e dopo aver mescolato delicatamente versateli in un vassoio. Se lo desiderate potete decorare i ciccitielli con le codette di zucchero.
Io ho preferito grattugiare la scorza di un limone.




Frttelle con ortaggi sotto sale

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Nel dialetto calabrese sono i pittedi cu u salaturi, un fritto appetitoso vanto della nostra cucina tradizionale. 
'U salaturi oltre a essere il caratteristico vaso in terracotta smaltata usato per le provviste, indica pure l'insieme degli ortaggi  che vengono conservati sotto sale. Nella mia famiglia usiamo mettere sotto sale peperoni, melanzane e cipolle, altrove aggiungono anche olive schiacciate e fagiolini. In verità si utilizzano tutti quegli ortaggi che si hanno a disposizione, l'importante è che siano a Km 0. Una volta maturo'u salaturi è ottimo fritto con le sarde sott'olio (qui) oppure per insaporire il pollo(qui).
Come tutte le ricette della nonna queste frittelle sono semplici e veloci da preparare, ma...senza peso. Tutto infatti veniva realizzato secondo il detto "quantu basta", oppure "na junta", ossia una manciata. Ricordo che mia mamma al principio ne friggeva una soltanto per saggiarne la sapidità e la consistenza. Io, per sicurezza, preferisco pesare.
Adesso andiamo a preparare i nostri pittedi.
Ingredienti
200 gr di farina 00
50 gr di pecorino calabrese grattugiato
1 uovo
sale q.b.
peperoncino piccante in semi q.b.
100 gr di salaturi
acqua fredda q.b.
olio di semi per friggere

"u salaturi"
Preparazione
Per prima cosa lavate gli ortaggi per togliere ogni residuo di sale, tamponateli con carta assorbente e poi tagliateli a listarelle.
In una ciotola mettete la farina, nel mezzo versate l'uovo e gradatamente l'acqua. Quando l'impasto incomincerà ad essere fluido unite il sale, il peperoncino, il pecorino e gli ortaggi. Amalgamate il tutto e se necessario aggiungete altra acqua. Fate riposare in frigo per una mezz'oretta.

  
Trascorso questo tempo mettete sul fuoco una padella e appena l'olio è caldo iniziate a friggere le frittelle. Una volta dorate da entrambi i lati, sgocciolatele e fatele asciugare su carta assorbente.


Un finger food appetitoso e saporito da gustare anche freddo...se avanza.

Cardinali alle amarene

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I Cardinali sono dei deliziosi dolcetti tipici della tradizione sarda. Farciti con la crema pasticcera sono sormontati da un cappellino di forma conica imbevuto di alchermes, che ricorda appunto il rosso copricapo dei cardinali.
I miei Cardinali differiscono nella farcitura dai tradizionali, ho infatti utilizzato delle amarene con il loro sciroppo che avevo in frigo e della crema chantilly. Il copricapo non è venuto rosso porpora....però buonissimi e davvero irresistibili!
Provateli e poi mi direte se ho ragione.
Adesso andiamo a vedere come si preparano. Facilissimo.
Ingredienti
Per le tortine
300 gr di farina 00
300 gr di zucchero (io 250)
3 uova
100 ml di latte
100 ml di olio di semi
1 bustina di lievito per dolci
buccia di 1/2 limone

Per la crema
500 ml di latte
2 tuorli d'uovo
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di farina
buccia di 1/2 limone
200 ml di panna montata

Per la farcitura e la bagna
alchermes (io sciroppo di amarene)
amarene

Preparazione
Preparate la crema pasticcera: in una pentola lavorate i tuorli con lo zucchero, poi aggiungete la farina e gradatamente il latte riscaldato precedentemente con la buccia del limone. Trasferite la pentola sul fuoco e, mescolando, lasciate addensare la crema. Quando avrà raggiunto la consistenza desiderata versatela in una pirofila bassa, copritela con la pellicola e fatela raffreddare.
Quando la crema pasticcera sarà fredda incorporate delicatamente la panna montata e mettete in frigo.
Adesso prepariamo le tartine: sbattete le uova con lo zucchero fino a renderle spumose, aggiungete l'olio, il latte ed infine la buccia grattugiata del limone e la farina setacciata con il lievito. Amalgamate bene il tutto e poi versate il composto dentro dei pirottini. Infornate a 180° per circa 20 
minuti. 






Quando le tartine saranno fredde, con un coltellino nella parte centrale di ognuno, togliete il "cappello" e tenetelo da parte. Bagnate l'interno con lo sciroppo diluito con un pò d'acqua, posizionate un'amarena e con una sac a poche riempiteli di crema.


Adagiatevi sopra il cappellino, bagnato anch'esso nello sciroppo.
I vostri Cardinali sono pronti per essere gustati!








Vecchiareddre cu l'alici

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 L'Italia nel Piatto, 2 Giugno: Street Food - ogni angolo della nostra bella Italia ha un cibo di strada amatissimo.
La cucina calabrese classica per la verità non ama il cibo di strada, quello che si mangia in fretta e in mezzo alla gente, ma preferisce la tranquillità, la sedentarietà intorno ad una tavola stracolma di parenti ed amici. Il nuovo tuttavia avanza e con passi da gigante e così tra le nuove generazioni è esplosa questa moda, anzi questo stile di vita. I baracchini che vendono le specialità del territorio ormai li troviamo dappertutto: nei mercatini, nelle fiere, nelle piazze, dovunque c'è un pubblico. In Calabria si possono gustare diversi cibi street food, cibi poveri, ereditati dalla cucina tradizionale: i  panini farciti con salumi o ortaggi fritti, il  morzeddu, le pitte rustiche,i vrascioli, le zeppole. Ed è proprio di queste ultime che vi voglio parlare.
 Il nome e la forma di questo saporitissimo cibo di strada, croccante all'esterno e con un cuore caldo e morbido all'interno, cambia in base al territorio di origine: cullurielli, cuddruiaddri, vecchiareddre, crispelle, vissinelle, zippuli; possono avere la forma di una ciambella, di una pallina o a bastoncino. Realizzati con o senza  patate si farciscono con la nduja, le alici sott'olio, i pomodori secchi oppure con il baccalà. Nella versione dolce hanno una copertura di zucchero semolato. Anticamente le vecchiareddre si preparavano unicamente la vigilia di Natale, oggi non vi è manifestazione in cui non vi sia un pentolone colmo d'olio con una signora intenta a friggere queste deliziose bontà da mangiare semplicemente con le mani, in mezzo alla gente.
Ingredienti
500 gr di farina 00
250 ml di acqua
20 gr di lievito di birra fresco
alici sott'olio
sale
olio di semi di girasole
Preparazione
Sgocciolate bene i filetti di alici, tamponateli con carta assorbente e metteteli da parte.
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida, unite la farina, il sale e l'olio evo. Lavorate bene, aggiungendo altra acqua se necessario, per ottenere un impasto omogeneo e molto morbido. Lasciate lievitare fino al raddoppio, sgonfiate nuovamente l'impasto e fatelo lievitare ancora. Poi con le mani unte d'olio staccate piccoli pezzi d'impasto e con il pollice e l'indice della mano destra formate una pallina  che farcirete con un filetto d'alice. 



Volendo potete dare anche la forma di un cilindretto. Friggete poche  vecchiaredde alla volta in abbondante olio caldo aiutandovi con un mestolo, finchè avranno un colore mielato. Sgocciolatele e sistematele su carta assorbente.
Gustate le vecchiaredde appena si intiepidiscono un pò.



Adesso andiamo a curiosare nelle altre cucine d'Italia


Valle d’Aosta: Panino ai sapori della Valle https://www.delizieeconfidenze.com/2020/06/panino-ai-sapori-della-valle.html
Piemonte: Agnolotti Fritti alla Piemontese - Street Food per l'Italia nel Piatto https://www.lacascatadeisapori.it/agnolotti-fritti-alla-piemontese-street-food-per-litalia-nel-piatto/
Lombardia: Chisulin mantovano https://www.kucinadikiara.it/2020/06/chisulin-mantovano.html
Trentino- Alto-Adige: Strauben https://profumiecolori.blogspot.com/2020/06/strauben-per-litalia-nel-piatto.html
Friuli-Venezia-Giulia: Polenta fritta https://www.blogthatsamore.it/2020/06/polenta-fritta.html

Abruzzo: La pizzonta abruzzese https://unamericanatragliorsi.com/2020/06/la-pizzonta-abruzzese.html/
Molise:La pampanella http://tartetatina.it/2020/06/02/la-pampanella/
Campania: I panini napoletani https://fusillialtegamino.blogspot.com/2020/06/i-panini-napoletani.html
Puglia: Pizzi leccesi https://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2020/06/pizzi-leccesi.html
Basilicata: La strazzata con la frittata http://blog.giallozafferano.it/lalucanaincucina/la-strazzata-con-la-frittata/
Sicilia: Scacce ragusane https://www.profumodisicilia.net/2020/06/02/scacce-ragusane/

Sardegna: LE PIZZETTE SFOGLIA CAGLIARITANE https://dolcitentazionidautore.blogspot.com/2020/06/le-pizzette-sfoglia-cagliaritane.html
https://litalianelpiatto.blogspot.com/2020/06/street-food-ogni-angolo-della-nostra.html



Uno dei cibi di strada più saporiti è rappresentato dalle zeppole. Anche se il nome e la forma di queste delizie fritte cambia in base alla zona di provenienza, l'impasto ed il risultato sono inconfondibili. Si tratta di morbide frittelle di pasta di pane (ciambelle o palline), realizzate con l'aggiunta di patate nell'impasto (per una maggiore morbidezza), e farcite con olive, alici, o nduja. Nella versione dolce, al loro interno possono contenere uva passa, ed una copertu

Biscotti con nocciole di Cardinale e fiori di sambuco

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I prodotti agroalimentari sono la ricchezza e la memoria del territorio, un patrimonio di tradizioni, gusti, identità che deve essere tutelato e valorizzato. E' importante quindi che tutta la comunità di un borgo, di un territorio promuova i propri prodotti perchè in questo modo si contribuirà alla conservazione dell' ambiente, a preservare la biodiversità e a mantenere vivo e abitato il territorio.
Nei comuni di Cardinale e Torre di Ruggiero esiste una consistente coltivazione di noccioleti da decenni e la "tonda calabrese"è una delle varietà di nocciole più pregiate. Il Consorzio Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria cerca da tempo di ottenere il riconoscimento dell'IGP in modo da tutelare questo patrimonio genetico e favorire l'occupazione attraverso diverse formule.
La mia cucina per quanto possibile predilige i cibi locali e di stagione, in modo da avere dei menù salutari e più ricchi di sapore.
E così l'altro giorno quando ho letto sul sito del Consorzio questa ricetta dello chef Mario Pignataro mi sono messa subito all'opera, giusto quella mattina un amico mi aveva portato una busta di fiori di sambuco e in dispensa ho trovato un sacchetto con nocciole di Cardinale già tostate.
Questi biscotti profumati, leggeri e delicatamente scrocchiarelli sono perfetti da gustare in ogni momento della giornata.

Ingredienti
450 gr di farina 00
100 gr di farina di mais
350 gr di zucchero (io 300)
4 uova
3 cucchiai di fiori di sambuco freschi
40 gr di miele millefiori (io acacia)
35 gr di burro (io 30 ml di olio evo)
10 gr di lievito per dolci
200 gr di nocciole "tonda di Clabria"
un pizzico di sale
Per lucidare
un tuorlo d'uovo
30 ml di latte


Preparazione
Montate le uova con lo zucchero, aggiungete di seguito l'olio, il sale e il miele. Mescolate e poi versate le farine setacciate con il lievito e i fiori di sambuco. Quando il composto sarà ben amalgamato e liscio unite le nocciole.

 
Formate dei filoncini, adagiateli su una teglia rivestita con carta forno e spennellateli con il rosso d'uovo sbattuto con il latte. 


Infornate nel forno già caldo a 180° per 20/25 minuti. Sfornateli e appena si saranno raffreddati leggermente tagliate i filoncini in obbliquo.
 


Ripassateli di nuovo in forno a 170° per 10 minuti, avendo cura di girare le fette a metà cottura.
Sfornate e lasciate raffreddare i biscotti prima di gustarli.






L'abbaculu di San Biagio

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Cercavo da tempo questo dolce tipico di Serra San Bruno, un biscotto tipo nzuda che si prepara in occasione della festa del San Biagio. Non è stato facile avere la ricetta sia perchè appartiene alla tradizione orale sia perchè chi la detiene la conserva gelosamente. La versione che mi è stata data stavolta si avvicina a quanto mi era stato raccontato: croccante all'esterno e cuore morbido all'interno. Anche la forma non è venuta per niente male, abbastanza spettacolare.
Ma perchè il biscotto ha la forma "do baculu" ossia del bastone?
San Biagio, vescovo e martire, viene spesso raffigurato con il suo pastorale vescovile, il bastone decorato dalla punta ricurva che i vescovi portano nelle cerimonie solenni.
In segno di devozione al Santo le donne di Serra San Bruno preparano l'abbaculu nel giorno della sua festa, ossia il 3 Febbraio e con questo dolce tra le mani compiono tre giri intorno alla chiesa del santo prima della S. Messa, proprio come il numero di giri che compì la testa di San Biagio dopo la decapitazione. L'abbaculu può essere mangiato solo dopo la benedizione. Gli innamorati dovranno dividerlo con la ragazza seguendo un'antica usanza: se lei spezzerà il dolce, riccamente decorato con mandorle e confetti, all'altezza della voluta, tenendo per se il bastone e lasciando la restante parte all'innamorato vuol dire che accetta la proposta, altrimenti si rimanda tutto al prossimo...abbaculu.
Adesso andiamo a prepararlo.
Ingredienti
500 gr di farina 00
300 gr di zucchero
250 gr di mandorle pelate
1 cucchiaino di bicarbonato
100 ml di olio evo
150 ml di acqua calda
Preparazione
In una ciotola versate la farina, lo zucchero e il bicarbonato. Amalgamate gli ingredienti e poi unite l'olio, l'acqua e infine le mandorle tritate grossolanamente. 
Impastate e quando l'impasto diventa omogeneo formate dei rotoli dando loro la forma di un pastorale. Secondo la tradizione l'abbaculu dovrebbe pesare all'incirca 250 gr, però io ho preferito farli più piccoli, quasi la metà del peso.
A questo punto adagiateli su una tortiera rivestita con carta forno e metteteli a cuocere nel forno già caldo a 200° per 20/25 minuti circa. Spegnete il forno e lasciate l'abbaculu dentro per qualche ora in modo che diventi croccante.








Polpette di fagiolini e patate

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Le polpette di verdure sono un'alternativa sfiziosa e leggera delle classiche polpette di carne. Facili da fare sono ideali nella stagione estiva sia come antipasto che come secondo, magari accompagnate da una fresca insalata verde o di pomodori. 
Salutari e se vogliamo anche leggeri sono un modo gustoso di far assaporare le verdure anche ai più piccoli.
Io ho fritto le polpette ma possono essere benissimo cotte in forno se volete un piatto più leggero. Potete anche arricchirle con un cuore di scamorza, insomma aguzzate la vostra fantasia utilizzando ciò che avete in frigo. 

Ingredienti
250 gr di patate
150 gr di fagiolini
1 uovo
50 gr di pecorino grattugiato
50 gr di parmigiano grattugiato
basilico e menta
1 spicchio d'aglio
sale q.b.
olio evo
olio i girasole per friggere
pangrattato
Preparazione
Lessate le patate, sbucciatele e schiacciatele con la forchetta. Lessate i fagiolini dopo averli lavati e spuntati. Versate dell'olio evo in una padella e fateli rosolare con lo spicchio d'aglio. Una volta freddi tritateli sottilmente con il coltello, dopo aver eliminato l'aglio. In una ciotola amalgamate le patate con i fagiolini, i formaggi grattugiati, il basilico e la menta tritati sottilmente e l'uovo. Regolate di sale e mescolate bene in modo da avere un composto omogeneo.
Formate le polpette, passatele nel pangrattato e poi friggetele in abbondante olio caldo.
Quando saranno ben dorate sgocciolatele su carta assorbente e gustatele.





Tortino di polpette e patate al forno

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Di carne, di verdure, di pesce e altro ancora, le polpette non finiscono mai di stupire per la loro bontà. Ed ecco ancora una ricetta di polpette di carne cotte in forno, insieme alle patate. Per renderle ancora più golose prima di sfornarle le ho spolverate con del caciocavallo grattugiato che mi era rimasto da una preparazione precedente. Ma va benissimo della scamorza.

Ingredienti
500 gr di patate
300 gr di macinato di maiale
1 uovo
100 gr di pane raffermo
50 gr di parmigiano grattugiato
50 gr di pecorino grattugiato
1 spicchio d'aglio
un ciuffo di prezzemolo
origano
sale q. b.
olio evo
caciocavallo grattugiato
Preparazione
Ammollate il pane e una volta strizzato ben bene versatelo in una ciotola insieme alla carne, al mix di formaggi, all'uovo, all'aglio e al prezzemolo tritati finemente e al sale. Impastate bene il tutto e formate delle polpette non molto grandi. Schiacciatele leggermente.
Tagliate le patate a fette non troppo sottili, versateli in una ciotola, conditeli con olio evo e spolverizzateli con il sale, il prezzemolo e l'origano.
Prendete adesso una pirofila, ungetela di olio e sistemate le polpette alternandole alle fette di patate. In ultimo date un filo di olio evo e infornate a 180° per 30 minuti circa. 


Un pò prima di sfornarlo spolverizzate il tortino con del caciocavallo. 




Torta con corn flakes e cioccolato

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Una torta da credenza soffice e d'effetto, golosa e invitante. Facile e veloce da preparare è perfetta per la colazione o la merenda di tutta la famiglia. La ricetta vista sul web, è stata arricchita con un vasetto di yogurt al limone che dà all'impasto tanta morbidezza e freschezza.
Adesso vediamo come prepararla
Ingredienti
300 gr di farina per dolci
200 gr di zucchero semolato
3 uova
1 vasetto di yogurt al limone
70 ml di olio di semi
1 bustina di lievito per dolci
100 gr di corn flakes
50 gr di cioccolato fondente
gocce di cioccolato q.b.
zucchero a velo
Preparazione
In una ciotola montate le uova con lo zucchero fino a renderle bianche e spumose. Unite lo yogurt e l'olio mescolando delicatamente con una spatola e di seguito la farina setacciata con il lievito poco per volta. Sempre mescolando, per avere un composto liscio e vellutato, aggiungete il cioccolato fondente tritato e i 3/4 dei corn flakes. Versate il composto in una tortiera da 24 cm e ricoprite la superficie con le gocce di cioccolato e la rimanenza dei corn flakes. Vi consiglio di schiacciarli delicatamente con il palmo della mano.


Infornate a 180° per 30/35 minuti, fate sempre e comunque la prova dello stecchino.
Una volta sfornata spolverizzatela con lo zucchero a velo.





Fritti a bbentu

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Ma chi ha detto che per fare un buon dolce necessitano per forza uova e creme? I fritti a bbentu sono la prova che con acqua, farina, olio, alloro e zucchero è possibile, grazie a un'antica tradizione, preparare un dolce che, vi assicuro, non smetterete mai di mangiare.
I fritti a bbentu o scoratedd sono tipici della sibaritide e necessitano, secondo la tradizione, di alcuni passaggi scaramantici nella preparazione altrimenti durante la frittura il dolce non prende forma. Generalmente hanno un significato di buon augurio e infatti vengono preparati in occasioni speciali: la nascita di un figlio, un fidanzamento, la laurea ...
Ingredienti
500 ml di acqua
350 gr di farina
un pizzico di sale
50 ml di olio evo
2/3 foglie d'alloro
zucchero semolato
zucchero a velo
cannella
olio di semi per friggere
Preparazione
In una pentola mettete l'acqua, le foglie d'alloro, il sale e con l'olio disegnateci sopra una croce. Appena l'acqua inizia a bollire versate la farina, metà grano duro e metà  grano tenero e mescolate velocemente e con forza finchè l'impasto non si staccherà dalle pareti.


Spegnete il fuoco e adagiate il panetto su una spianatoia unta d'olio e lavoratelo ancora caldo. Ricavate dall'impasto tanti cordoncini e date loro la forma caratteristica.


Scaldate abbondante olio di semi  e friggete i fritti a bbentu. Appena sono dorati, scolateli e passateli nello zucchero semolato prima di mangiarli ancora caldi. Potete anche cospargerli con cannella o intingerli nel mosto cotto.



Io ho dato una spolverata aggiuntiva di zucchero a velo misto a cannella in polvere.
   

Frese con insalata di pomodori alla calabrese

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L'estate a casa mia è sinonimo di fresa, per la precisione di fresa conzata, soprattutto quando il troppo caldo e il poco appetito scoraggiano qualsiasi tentativo di accendere i fornelli. 
Il termine conzata ha in Calabria due diversi significati: indica un pane riempito con ogni ben di Dio, ma anche qualcosa di non piacevole se senti qualcuno dire: "ti conzu 'pe i festi e i lavoranti". Oggi vi parlerò della prima definizione.
La fresa o frisellaè prodotto tipico della cucina calabrese inserito nei PAT. Di solito ha una forma rotonda; può essere di grano duro o tenero, di farina integrale o di farro. La sua caratteristica è di potersi mantenere a lungo per merito della biscottatura, cioè di una seconda cottura nel forno.
Io qualche volta preparo la fresa secondo una ricetta ormai collaudata (qui), il più delle volte però la compro nei tanti forni artigianali, è anche un modo per provare tutte le varianti.
Vi ricordo che la fresa prima di essere conzata va leggermente inumidita con l'acqua e fatta asciugare dentro uno strofinaccio.
Per acconzarla c'è libertà assoluta, l'importante è che non manchino gli ingredienti essenziali: l'olio evo, l'origano, il basilico e il peperoncino. La mia fresa oggi è conzata con una buonissima insalata di pomodori alla calabrese e arricchita con una mozzarellina con il cuore di nduja.
Vediamo adesso come prepararla


Ingredienti
1 fresa di grano tenero
2 belli pomodori, io Occhi di bue
1 cipolla di Tropea
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino piccante
basilico
origano
sale q.b.
olio evo
una mozzarellina ripiena di nduja
Preparazione
Bagnate la fresa in una ciotola piena di acqua a temperatura ambiente. Sgocciolatela e mettetela ad asciugare avvolta in uno strofinaccio.
Preparate l'insalata: lavate i pomodori e poi tagliateli a pezzi irregolari senza togliere i semi; tagliate la cipolla a fette non spesse e sfilettate l'aglio. Versate tutto in una ciotola, aggiungete il peperoncino, l'origano e il sale e lasciate riposare per una mezz'oretta coperta con un piatto.
In questo modo i pomodori rilasceranno la loro acqua che servirà ad ammorbidire e insaporire la fresa. Trascorso il tempo aggiungete abbondante olio evo, il basilico spezzettato e un'altra spolverata di origano.


Al momento di servirla adagiate la fresa su un piatto, irroratela con olio evo

 
e poi conzatela cu a nzalata 'e pumadori. Al centro versateci altri pomodori oppure, come ho fatto io, una bombetta di mozzarella con il cuore di nduja. 




E adesso in giro nelle altre cucine

Valle d’Aosta: Insalata di patate e fagiolini con mele e mandorle https://www.delizieeconfidenze.com/2020/07/insalata-di-patate-e-fagiolini-con-mele-e-mandorle.html
Piemonte: Uova, Pollo e Zucchine in Carpione per l'Italia nel Piatto https://www.lacascatadeisapori.it/uova-pollo-e-zucchine-in-carpione-per-litalia-nel-piatto/
Liguria: cundiun ponentino con gamberi di Sanremo http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2020/07/cundiun-per-la-cena-veloce-dellitalia.html
Lombardia: Insalata del Campanone con Salame Brianza Dop https://www.kucinadikiara.it/2020/07/insalata-del-campanone-con-salame.html
Trentino-Alto Adige: Variazioni di Carne Salada http://profumiecolori.blogspot.com/2020/07/variazioni-di-carne-salada-per-litalia.html
Friuli Venezia Giulia: Insalata di radicchio, uova e patate https://www.blogthatsamore.it/2020/07/insalata-di-radicchio-uova-e-patate.html
Emilia Romagna: Il ripieno emilianohttps://zibaldoneculinario.blogspot.com/2020/07/il-ripieno-emiliano.html
Toscana: Cuscussù con baccalà e ceci https://acquacottaf.blogspot.com/2020/07/cuscussu-con-baccala-e-ceci.html
Umbria: Galantina ai peperoni https://www.dueamicheincucina.it/2020/07/galantina-ai-peperoni.html
Lazio: La tiella di Gaeta https://www.merincucina.it/2020/07/la-tiella-di-gaeta.html
Abruzzo: Parmigiana di patate del Fucino IGP https://unamericanatragliorsi.com/2020/07/parmigiana-di-patate-del-fucino-igp.html/
Campania: Pasta fredda ai sapori campani https://fusillialtegamino.blogspot.com/2020/07/pasta-fredda-ai-sapori-campani.html
Puglia: Grano alla marinara all’uso di Barletta https://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2020/07/grano-alla-marinara-alluso-di-barletta.html
Sicilia: Cous cous con Cozze e Gamberi - https://www.profumodisicilia.net/2020/07/02/cous-cous-con-cozze-e-gamberi/
Sardegna: Sa Merca https://dolcitentazionidautore.blogspot.com/2020/05/sa-merca-una-ricetta-dal-passato.html
https://litalianelpiatto.blogspot.com/2020/07/piatto-unico-estivo-per-una-cena.html





Ossa dei morti

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Le ossa dei morti, conosciuti anche col nome di morticeddi, sono dei dolci tipici del reggino che si preparano in occasione della commemorazione dei defunti.
Sono dei dolci particolari non solo per la loro consistenza, sono infatti dei biscotti molto croccanti, ma anche per la forma, che ricorda appunto delle ossa e per il loro particolare gusto speziato dovuto alla cannella e ai chiodi di garofano.
Ingredienti
200 gr di mandorle pelate
200 gr di farina 00
200 gr di zucchero semolato
2 albumi
cannella q.b.
chiodi di garofano q.b.
vino liquoroso q.b.
un pizzico di bicarbonato
zucchero a velo
Preparazione
Tritate le mandorle con lo zucchero e versateli in una ciotola. Unite la farina, gli albumi montati quasi a neve, le spezie e  il vino liquoroso. Io ho aggiunto metà cucchiaino di bicarbonato per avere dei biscotti più morbidi. Impastate e fate riposare il panetto in frigo per circa un'ora. Stendetelo poi in una sfoglia non troppo sottile e con una formina ricavate le ossa dei morti



Adagiate i biscotti su una tortiera rivestita con carta forno e fate cuocere a 180° per 20 minuti. Spolverizzateli con zucchero a velo oppure ricopriteli con una glassa di albume e zucchero.





Granita di more di gelso

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Forse non tutti sanno che, dal Medioevo all'unità d’Italia, in Calabria era molto sviluppato l’allevamento del baco da setaLa seta più bella veniva da questa regione; ogni casa aveva il suo telaio per la tessitura di questa meravigliosa fibra e la coltivazione dell’albero del gelso, delle cui foglie i bachi sono voracissimi era diffusissima in tutto il territorio regionale. Con il passare del tempo le cose sono cambiate, la coltivazione del gelso è quasi del tutto dimenticata. Per fortuna le more si possono reperire ancora presso qualche mercato rionale così da poterci permettere di realizzare marmellate, gelati e granite artigianali.
Ingredienti
300 gr di more nere
100 gr di zucchero
Succo di ½ limone
200 ml di acqua
Preparazione
In un pentolino fate scaldare acqua e zucchero a fuoco moderato fino a sciogliere bene lo zucchero e ottenere così uno sciroppo. Spegnete e fate raffreddare.
Lavate accuratamente le more, poi asciugatele e passatele al passaverdure in modo da ricavare la polpa e il succo. Spremete il mezzo limone e unitelo al succo insieme allo sciroppo.
Versate il tutto in un contenitore largo e mettete in frigo. Mescolate ogni mezz’ora per ¾ volte fino a quando la granita non avrà raggiunto la consistenza desiderata.
La vostra granita è pronta per essere gustata!






Chinulilli con ricotta di pecora

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Per quanto riguarda le ricette dolci, la Calabria non ha nulla da invidiare alle altre regioni in quanto vanta una vasta gamma di preparazioni capaci di unire la tradizione alla qualità e genuinità degli ingredienti.
I chinulilli, che devono il loro nome al fatto che sono ripieni ( chinu  in calabrese significa pieno) sono dei tipici dolcetti, preparati sia nel periodo natalizio che carnevalesco, simili a piccoli ravioli e ripieni di ricotta o di mostarda d’uva. Inseriti nei PAT della Calabria come tanti altri dolci festivi sono simbolo di buona fortuna.
Ingredienti
-Per la sfoglia
250 gr di farina 00
2 cucchiai scarsi di zucchero
2 cucchiai di olio evo
2 cucchiai di vino bianco dolce
2 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci
olio evo o di arachide per friggere
-per la farcia
200 gr di ricotta di pecora
1 cucchiaio di zucchero
cannella in polvere oppure scorza d’arancia grattugiata
cioccolato fondente (facoltativo)
zucchero a velo per spolverare
Preparazione
Mettete in una ciotola la farina, le uova, l’olio, il vino, lo zucchero, il lievito e impastate il tutto.  Nel frattempo, preparate il ripieno: in una ciotola mescolate la ricotta con la scorza dell’arancia e lo zucchero e tenetela da parte. Versate l’impasto su una spianatoia, stendetelo bene con un matterello, in modo da ottenere una sfoglia sottile, quindi prendete un coppapasta di 10 cm di diametro oppure una tazza e ritagliate dei cerchi al centro dei quali metterete un po’ di crema alla ricotta. 



Spennellate i bordi dei cerchi con un po’ d’acqua, dopodichè chiudete la pasta schiacciando bene i bordi con una forchetta, formando delle mezzelune. Friggete i chinulilli in una padella con abbondante olio extra vergine di oliva e una volta cotti scolateli e poneteli su un vassoio ricoperto con della carta assorbente.
 Al momento di servire spolverizzate con abbondante zucchero a velo.







Polpette di riso con caciocavallo e mortadella

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Le polpette di riso con caciocavallo e mortadella sono dei finger food sfiziosi e molto saporiti perfetti per essere consumati in svariate occasioni, sia come uno spuntino sfizioso che come antipasto. Sono ideali da preparare quando avete cotto del riso più del necessario e volete poi riutilizzarlo in una ricetta gustosa ed economica. La presenza della mortadella, che si sente soprattutto quando le polpette sono fredde, le rende irresistibili.
Ingredienti
300 gr di riso
100 gr di mortadella
100 gr di caciocavallo silano
2 uova medie
sale q.b.
pangrattato
olio di semi per frittura
Preparazione
Lessate il riso in acqua bollente salata, scolatelo e fatelo raffreddare. Grattugiate il caciocavallo. Tritate la mortadella. In una ciotola versate il riso e amalgamatelo con il caciocavallo, la mortadella e le uova. Formate le polpette e passatele nel pangrattato. Friggetele in olio bollente fino a doratura.
Calde le polpette con la mortadella sono buonissime ma anche fredde, se ne rimangono, non sono da meno.




'A muzzunata

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A Lamezia Terme la granita di mandorle si chiama 'a muzzunata. Il nome probabilmente deriva dal grosso pestello del mortaio dentro al quale venivano pestate una volta le mandorle pelate, secondo altri deriverebbe dal termine siciliano muzzuna riferito ad una brocca in terracotta senza collo che un tempo conteneva la granita.                                                                                                              
Innegabile è l'influsso siciliano. Però la granita lametina rispetto a quella dei nostri vicini è più bianca, infatti l'impasto ottenuto con le mandorle schiacciate con acqua e zucchero veniva filtrato, più volte, attraverso una federa di cotone per evitare eventuali grumi.
Oggi il progresso ci viene in aiuto e quindi per gustare questa fresca e salutare granita basta avere a disposizione della pasta di mandorle già pronta, l'importante che sia di qualità.
Ingredienti
1 l di acqua naturale
300 gr di pasta di mandorle
Preparazione
Fate bollire l'acqua e scioglietevi la pasta di mandorle ridotta a pezzetti. Mescolate con cura e una volta che la pasta si è sciolta filtratela con un colino. Versatela in un contenitore basso e largo che metterete nel congelatore. Dopo circa un'ora tirate fuori il contenitore e rompete il composto; questa operazione va ripetuta 3/4 volte fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Una volta pronta la granita di mandorle si consuma insieme a una brioscia col tuppo, un tempo da un semplice panino.
Insomma una colazione davvero nutriente e golosa.

La mia muzzunataè arricchita da mandorle tostate.








Pesto rosso calabrese

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Nell'immaginario comune quando si parla di pesto si pensa subito al condimento verde a base di basilico tipico della Liguria. Ma in Calabria le cose vanno diversamente, innanzitutto non si pesta niente, al massimo si frulla e poi il nostro pesto è rosso. E' questo il colore che prediligiamo, rossa è infatti la soppressata, rossa la nduja, rosse le arance, rosso il peperoncino e rossa la cipolla di Tropea. Ma oltre a piacerci il rosso ci piace mangiare bene e mangiare piccante. E questo cremoso pesto a base di pomodori, ricotta e peperoncino ne è la dimostrazione.
Il nostro pesto che stavolta è più rosato che rosso per via della ricotta è ottimo per condire tutti i tipi di pasta, fileja in primis, ma si può spalmare su tartine e bruschette, usarlo per insaporire i ripieni e come accompagnamento a carni e formaggi.
Ingredienti
200 gr di pomodori
1 cipolla di Tropea
1 peperone "riggitano" rosso
100 gr di ricotta, possibilmente di pecora 
un paio di foglie di basilico
origano calabrese
1 cucchiaio di pecorino calabrese
olio evo
sale q.b.
1 peperoncino piccante
peperoncino in semi



Preparazione
Affettate sottilmente la cipolla e fatela dorare nell'olio evo. Aggiungete i pomodori spezzettati e il peperone pulito e tagliato a spicchi. Unite un pizzico di sale, mezzo bicchiere di acqua e lasciate cuocere fino a quando i peperoni non diventeranno teneri. Terminate la cottura con il peperoncino, il basilico e l'origano. 
Tritate il tutto con un frullatore ad immersione.
Lasciate intiepidire e poi amalgamate la ricotta, ridotta precedentemente in crema e il pecorino grattugiato. Completate il pesto con del peperoncino piccante in semi.
Adesso non vi resta che gustare questa prelibatezza preparata con ingredienti che contengono  profumi e sapori di una terra bellissima che merita di essere più valorizzata.





Polpette di melanzane, caciocavallo e nduja

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Le polpette di melanzane sono già di per se una ricetta gustosissima ma oggi vi voglio proporre la versione con caciocavallo e nduja, decisamente più sfiziosa. Questi deliziosi bocconcini dal ripieno saporito e piccante li  possiamo proporre come finger food in un antipasto rustico oppure semplicemente come un secondo piatto. Portarli in tavola significa portare i profumi e gli odori della mia bellissima terra.
Ingredienti
melanzane
caciocavallo silano
nduja
pane casareccio raffermo
uova
pomodorini
aglio
basilico
menta
sale q.b.
olio evo
pangrattato
olio per friggere
* Anche per questa ricetta, come per altre della tradizione contadina, niente grammi. Tutto viene affidato al tatto e al gusto personale, soprattutto per quanto concerne la nduja.
Preparazione
Dopo aver lavato le melanzane e tolto il peduncolo sbucciatele (lasciate comunque un pò di buccia),  tagliatele a tocchetti e salatele. In una padella soffriggete l'aglio con l'olio, aggiungete quindi i pomodorini tagliati a metà e le melanzane. Appena saranno cotte fatele asciugare su della carta assorbente. 
Ammollate il pane in acqua fredda e strizzatelo bene. In una ciotola versate le melanzane (ricordatevi di togliere l'aglio), il pane, il caciocavallo grattugiato, la nduja, il basilico e la menta tritati finemente e qualche uovo. Impastate e assaggiate per sentire se l'impasto va bene di sale e di nduja.
Fate riposare il composto in frigo per qualche ora. Preparate poi le polpette, passatele nel pangrattato e friggetele in olio ben caldo. Quando avranno un colore dorato scolatele con la schiumarola e adagiatele su della carta assorbente da cucina.
Servite le polpette tiepide ma, se ne avanzano, sono ottime anche fredde.









Melanzane grigliate sott'olio

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Non sono molto formichina però mi piace avere nella dispensa alcuni dei mitici bbuccacci che le nostre nonne preparavano nei mesi estivi. Fra tutte le provviste che di solito le donne calabresi preparano le melanzane hanno un posto d'onore e per la loro bontà e per la loro versatilità. Certamente tutto deve essere a Km 0, dagli ortaggi, all'olio evo e per finire alle erbe aromatiche. Ne va della buona riuscita dei bbuccacci. 
Le melanzane grigliate sott'olio sono una conserva delicata e aromatica perfetta per assaporare il gusto unico delle melanzane nel periodo invernale. Inoltre si sposano bene con i secondi a base di carne, in aggiunta alla pasta e per farcire i crostini di pane per uno sfizioso aperitivo.
Io ho usato delle melanzane lunghe ma vanno bene tutti i tipi purchè siano freschissime.
Ingredienti
melanzane
aglio
basilico
menta
sale
origano calabrese
peperoncino piccante
olio evo
Inoltre vi serviranno
barattoli di vetro
pressini di plastica
Preparazione
Lavate molto bene i barattoli e asciugateli accuratamente. Se avete intenzione di conservare le melanzane per lungo tempo è necessario sterilizzarli.
Lavate le erbe aromatiche e tamponatele con carta assorbente.
Riducete a fettine l'aglio e sminuzzate il peperoncino.
Dopo aver lavato le melanzane e tolto il peduncolo tagliatele a fette non troppo spesse, salatele e grigliatele. Una volta pronte fatele raffreddare e poi conditele con olio evo e origano.


Sul fondo del barattolo versate un pò d'olio e sistemate le fette di melanzane alternandole con le foglie di basilico e di menta, l'aglio, il peperoncino e ancora origano. Con l'aiuto del pressino pressate bene le melanzane per non lasciare bolle d'aria e coprite con abbondante olio evo.
Le melanzane preparate così si conservano in frigo per qualche settimana. Se invece volete conservarle più a lungo sterilizzate i vasetti facendoli bollire in una pentola per circa 20 minuti. Dopodichè spegnete e tirateli su quando l'acqua si sarà raffreddata.



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